Nei primi giorni nello spazio della sonda Lucy, diretta verso gli asteroidi Troiani di Giove e partita il 16 ottobre 2021, si è verificato un problema ad uno dei pannelli solari. A pochi mesi di distanza, gli ingegneri hanno identificato la causa più plausibile del mancato dispiegamento e fissaggio completo di uno dei due pannelli solari. La NASA, sta ora lavorando per capire come risolverlo e soprattutto se ne valga effettivamente la pena.
Parallelamente Hal Levison, principal investigator per il progetto Lucy presso il Southwest Research Institute, durante un meeting del 25 gennaio 2022, ha affermato che non si tratta di un problema invalidante per la missione. Infatti, che il pannello sia completamente esteso o meno, la missione della sonda potrà comunque essere portata a compimento.
Un calo di tensione meno grave del previsto per Lucy
Poco dopo il lancio la sonda Lucy ha iniziato a dispiegare due grandi pannelli solari dal diametro di 7.3 m l’uno. Tali pannelli sono stati progettati per estendersi e bloccarsi autonomamente. Il pannello -Y si è correttamente dispiegato e fissato, mentre il pannello +Y non ha raggiunto la massima estensione né si é fissato correttamente. Hal Levison, a tal proposito, ha evidenziato come il pannello +Y abbia raggiunto i 347 gradi dei 360 totali. Nella suddetta configurazione, la sonda Lucy sta comunque già generando più del 90% della potenza prevista. Nel video sottostante, è possibile vedere la sequenza di dispiegamento di uno dei due pannelli solari di Lucy.
Lo scienziato ha inoltre affermato che il problema è stato individuato nel meccanismo e motore che permette di estendere i pannelli. In particolare, i pannelli si dispiegano grazie ad un motore che tira una fune e, di conseguenza, fa oscillare un’estremità del pannello che si apre come un ventaglio. Per una qualche causa ancora da identificare, si è verificato un calo di tensione durante l’apertura, che ha fatto sì che la bobina lasciasse ancora avvolto un tratto di corda attorno all’albero motore. Parliamo di circa 75 cm di cavo ancora da tirare in posizione! Queste alcune delle parole espresse dal principal investigator di Lucy, Hal Levison, sulla possibile origine del problema:
Tale causa emerge visibilmente dai dati esaminati, quindi crediamo fortemente che sia vera. Una possibile origine del calo di tensione è da ricercare nell’interazione dinamica tra i due pannelli solari durante il dispiegamento.
Un problema da risolvere e, se si, come?
I responsabili della missione Lucy della NASA si stanno intanto interrogando sulle possibili soluzioni da trovare. Una consiste nel riaccendere i motori forzando, con più potenza, il dispiegamento del cavo ancora avvolto. In questo caso, gli ingegneri devono valutare i rischi di un’operazione così delicata ma al tempo stesso facilmente attuabile in quanto i motori possono spingere con più potenza. Un’altra opzione considerata è quella di lasciare la situazione invariata. I dati, infatti, sono ottimali anche se il pannello non è totalmente esteso.
A quel punto, va solo studiata l’integrità del pannello nella configurazione attuale una volta acceso il motore principale della sonda. A ogni modo, non c’è fretta alcuna per mettere in atto una delle due soluzioni pensate, in quanto non c’è la necessità di accendere il motore nei prossimi mesi. Oltretutto, la strumentazione a bordo della sonda risulta funzionante e in ottimo stato, per cui gli ingegneri della NASA avranno tutto il tempo per considerare i possibili risvolti negativi delle due opzioni sopra citate. Intanto, la sonda Lucy si trova già a più di 48 milioni di km di distanza dalla Terra.
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