Lo scorso 7 settembre 2023, alle 01:42 italiane, è stato lanciato il vettore HII-A con a bordo il telescopio spaziale XRISM (X-ray Imaging and Spectroscopy Mission) dell’agenzia spaziale giapponese JAXA, posizionato in orbita terrestre bassa. Alla missione partecipa anche la NASA, che ha collaborato nella realizzazione dei suoi due strumenti scientifici.
A gennaio 2024, durante i test delle prestazioni dell’osservatorio, gli scienziati a capo del progetto hanno confermato il suo corretto funzionamento e hanno condiviso pubblicamente i primi dati. C’era però un problema. La porta di apertura in berillio che copriva il rilevatore dello strumento Resolve, fatta come una valvola a saracinesca (gate valve), non si era aperta come previsto, nonostante diversi tentativi.
La scorsa settimana, durante una riunione del National Academies’ Board on Physics and Astronomy, Mark Clampin, direttore della divisione di astrofisica della NASA, ha affermato che gli sforzi per aprire la valvola saranno sospesi per il prossimo anno e mezzo. Ciò significa che in quest’arco temporale, NASA e JAXA intendono utilizzare il telescopio spaziale XRISM così com’è, nonostante il problema.
Lo strumento Resolve può ancora funzionare, tuttavia la valvola attenua alcuni raggi X a bassa energia, interrompendo di fatto la missione a 1700 elettronvolt rispetto ai 300 elettronvolt previsti nominalmente. Marl Clampin ha affermato: “Crediamo che l’approccio migliore sia trascorrere i prossimi 18 mesi raccogliendo dati scientifici con questa missione. Prima che venga fatto un altro tentativo per cercare di rimuovere la valvola a saracinesca”.
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L’origine del problema di XRISM
La porta di apertura del Dewar dello strumento Resolve è dotata di una finestra in berillio e di una rete in acciaio inossidabile. Il berillio è relativamente trasparente ai raggi X, quindi anche se la porta rimane chiusa lo strumento può ancora funzionare ma con una produttività ridotta, in particolare per i raggi X a energie inferiori.
La valvola avrebbe quindi dovuto essere spostata via tramite due attuatori non esplosivi. Sulla base delle informazioni raccolte finora, probabilmente ci deve essere un intoppo su un cablaggio collegato a uno degli attuatori, che impedisce alla valvola di spostarsi.
Per poter intervenire sull’intoppo sono state proposte alcune soluzioni. Tutte però implicavano il dover gestire il cablaggio a temperature criogeniche, e il dover inserire qualche tipo di perturbazione per allentarlo che non fossero dannose per lo strumento Resolve. Clampin ha detto che si è quindi preferito adottare l’approccio con il rischio più basso: continuare a fare ricerca scientifica, e ritornare su questo problema alla valvola tra 18 mesi.
Intanto, il telescopio sta proseguendo le sue operazioni nominalmente, nonostante il problema, e studiando diversi oggetti cosmici nei raggi X.
Anche le questioni di budget restano un problema. E non solo per la NASA
In realtà la ragione di questa scelta non è puramente legata alla missione, e alla scienza che si promette di fare nell’ambito dell’astronomia a raggi X.
Clampin, nel corso della riunione, ha toccato anche le spinese questioni di bilancio che il direttorato scientifico della NASA si sta ritrovando ad affrontare, a causa di un budget a disposizione sempre più limitato. Questioni che stanno costringendo l’Agenzia a tagliare i fondi all’osservatorio a raggi X Chandra, a rimandare la missione Mars Sample Return.
E la NASA non è l’unica agenzia che ha difficoltà a finanziare i principali programmi di astronomia. Durante la riunione del consiglio anche R. Chris Smith, direttore ad interim della divisione di scienze astronomiche della National Science Foundation (NSF), ha affermato che la sua agenzia ha recentemente deciso di interrompere dei progetti a causa di un budget sempre più ristretto. NSF aveva richiesto 11.3 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2024, ma ha ricevuto meno di 9.1 miliardi di dollari.