Abbiamo dovuto attendere solamente tre giorni dall’inizio dell’anno per assistere alla prima missione di SpaceX del 2023. Alle 15:56 del 3 gennaio è decollato dal complesso di lancio numero 40, in Florida, un Falcon 9 con a bordo 114 satelliti. Si tratta della sesta missione Transporter, il programma Rideshare di SpaceX per consentire a piccoli satelliti di condividere il vettore, abbattendo i costi di lancio. L’azienda di Musk chiede 275 mila dollari per trasportare satelliti con una massa fino a 50 kg, a cui bisognerà aggiungere 5,5 mila dollari per ogni kg extra.
Inizia in questo modo il nuovo anno per SpaceX che punta a completare 100 lanci dopo aver chiuso il 2022 con una media di una missione ogni 5,96 giorni. Ora l’obbiettivo è quello di scendere fino a un lancio ogni 5 giorni.
I passeggeri di Transporter 6
Aziende come Planet e Umbra vedono crescere le proprie costellazioni per l’osservazione della Terra con questo lancio. La prima aveva a bordo del vettore 36 Cubesat, ognuno dotato di camera ottica per scattare immagini del nostro pianeta. I satelliti di Umbra invece sono due e sfruttano la tecnologia SAR per monitorare la Terra. Anche il satellite di Open Cosmos sfrutta una fotocamera ottica e sarà utilizzata per studiare il clima e i suoi cambiamenti. Il Cubesat di Scanway invece, oltre a ottenere immagini del nostro pianeta potrà anche scattarsi dei selfie, in quanto è dotato di un braccio estendibile con una fotocamera alla sua estremità.
Le analisi dei dati ottenuti dalle fotocamere di EOS invece, un altro satellite a bordo di Transporter 2, verranno sfruttati sia per l’agricoltura che per monitorare lo stato delle coltivazioni e abbattere le emissioni di CO2. Chiamato semplicemente SAT-1, è il primo satellite realizzato da un’azienda ucraina che raggiunge l’orbita.
Star Sphere di Sony invece, è un Cubesat rivolto più all’intrattenimento. Il piccolo satellite, dotato di camera in grado di registrare video in 4K e scattare fotografie, sarà messo a disposizione degli utenti che potranno riservarne l’utilizzo fino a 90 minuti, settando diversi parametri sia della fotocamera che dell’orientazione del Cubesat, in modo da ottenere così l’immagine desiderata.
Altri satelliti invece, riguardano le tecnologie di connettività dallo spazio, soprattutto legati all’Internet of Things (IoT). Di questo gruppo fanno parte i 12 SpaceBEE presenti sul Falcon 9. Sono piccoli satelliti realizzati da Swarm, l’azienda acquisita da SpaceX nel 2021, facenti parte di una piccola costellazione. Sul sito di Starlink è possibile trovare una sezione dedicata all’IoT, dove è possibile acquistare i dispositivi di Swarm che comunicano con gli SpaceBEE.
Altri sei erano i satelliti di Spire che una volta raggiunta la loro orbita finale permetteranno di monitorare in maniera precisa sia il traffico areo che navale.
L’era dei rimorchiatori spaziali
A bordo del Falcon 9 si trovavano anche diversi space tug, satelliti utilizzati per trasportare al loro interno altri Cubesat, oppure di strumentazioni per analisi ed esperimenti. L’utilizzo di questi rimorchiatori sta prendendo sempre più piede nel corso degli ultimi anni, dato che consente agli operatori satellitari di portare i propri carichi su precise orbite dalle quali poi saranno operativi, senza bisogno di montare a bordo di ogni satellite un sistema propulsivo indipendente.
Gli space tug consentono ai Cubesat di raggiungere la loro destinazione anche se sprovvisti di propulsione. Inoltre, vengono utilizzati anche da quelle aziende che hanno necessità di collaudare esclusivamente alcune componenti o strumenti, senza dover realizzare un satellite dedicato.
L’azienda italiana D-Orbit, con il suo ION, punta a diventare leader di questo nuovo settore. Con Transporter-6 sono ben due infatti gli ION arrivati nello spazio, facendo salire in questo modo a 8 il numero di missioni dell’azienda italiana.
Orbiter SN1 is going to space next month on a SpaceX Falcon 9 rocket (Transporter-6). Here’s how we mated it to the vehicle at the payload processing facility in Cape Canaveral, FL. pic.twitter.com/ZjiGToOAqN
— LΛUNCHER (@launcher) December 20, 2022
Per l’azienda americana Launcher invece, questo è il primo lancio. Il suo rimorchiatore, chiamato Orbiter SN1, è il primo velivolo sperimentale che hanno portato in orbita, utilizzato per testare diversi sistemi di bordo. Tra questi anche il motore, alimentato con etano e protossido di azoto. Launcher inoltre, starebbe sviluppando anche un proprio piccolo lanciatore, chiamato Light.
Prima volta anche per Epic Aerospace, che con il rilascio in orbita del suo Chimera LEO potrà anch’essa iniziare i test su questa piattaforma satellitare.
Momentus, con il suo rimorchiatore Vigoride invece, è alla seconda missione. Il primo lancio era avvenuto a maggio dello scorso anno con Transporter-5, ma dopo il rilascio il satellite ha avuto diversi problemi, sia di comunicazione che nell’apertura di un pannello solare.
Il secondo Falcon 9 che raggiunge i 15 voli
Dopo il successo ottenuto il 17 dicembre, durante il quale SpaceX è riuscita per la prima volta a utilizzare per 15 volte il medesimo Falcon 9, ora si è ripetuta. Per completare la missione Transporter-6 l’azienda ha deciso di utilizzare il booster con numero di serie B1060, che ha volato la prima volta a giugno 2020.
Falcon 9’s first stage has landed on Landing Zone 1 pic.twitter.com/j6243ROlgY
— SpaceX (@SpaceX) January 3, 2023
Questo primo stadio inaugura il 2023 con un atterraggio sulla Landing Zone 1 di Cape Canaveral. La massa non eccessiva del carico ha permesso al B1060 di fare ritorno direttamente sulla terraferma, senza il bisogno di utilizzare una delle due chiatte. Non è chiaro il destino di questo Falcon 9, in quanto SpaceX ha già comunicato che avrebbe ritirato i booster che avrebbero completato i 15 lanci. È possibile però che decidano di utilizzare il B1060 per vedere quanto possono portare al limite le prestazioni di questa macchina, facendolo volare nuovamente. Solitamente test di questo tipo vengono effettuati con le missioni Starlink. C’è quindi la possibilità che nel corso di questo 2023 assisteremo al sedicesimo volo di un Falcon 9.
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