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Weekend di successo per SpaceX. Completati tre lanci in 36 ore

Andrea D'Urso di Andrea D'Urso
Giugno 22, 2022
in News, SpaceX
Il Falcon 9 B1071 di SpaceX mentre atterra sulla LZ-4 durante la missione SARah-1.

Il Falcon 9 B1071 di SpaceX mentre atterra sulla LZ-4 durante la missione SARah-1.

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SpaceX infrange un nuovo record, portando a termine tre diverse missioni in 36 ore. Questa tripletta ha avuto inizio il 17 giugno con la missione Starlink-4.19, partita dal pad 39A del Kennedy Space Center. Poco più di 22 ore dopo, alle ore 16:19 del 18 giugno, da Vandenberg è decollato un altro Falcon 9 con a bordo il satellite SARah-1. Il carico non è stato mostrato poiché verrà utilizzato dall’esercito tedesco. Di questa missione abbiamo visto solamente il decollo e l’atterraggio del Falcon 9, ma è stato comunque comunicato l’esito positivo del lancio.

La terza missione di questo intenso fine settimana ha visto l’arrivo in orbita del satellite Globalstar FM15. La partenza è avvenuta nuovamente dalla Florida, più precisamente dal complesso di lancio numero 40, alle ore 6:27 del 19 giugno. Il satellite è realizzato da Thales Alenia Space e servirà a fornire servizi di telecomunicazioni. Globalstar però non ha fornito indicazioni su chi poi utilizzerà tali servizi. Lo stesso lancio era alquanto misterioso, in quanto fino a un mese fa non si conoscevano i dettagli né il lanciatore che l’azienda aveva scelto. Come avvenuto durante SARah-1, anche per Globalstar SpaceX non ha mostrato il rilascio del satellite.

SpaceX ha quindi concluso tre missioni molto diverse e particolari e lo ha fatto in breve tempo. L’azienda di Musk ha così raggiunto quota 26 lanci effettuati in questo 2022, con una media di una missione ogni 6,5 giorni. L’arrivo in orbita di SARah-1 è forse il più curioso dei tre eventi, dato che il suo annuncio risale addirittura a nove anni fa.

Un vecchio contratto

SARah-1 rappresenta per SpaceX una missione molto importante, in quanto nel 2012 è stato il primo contratto ottenuto con un ente istituzionale europeo. Il satellite farà parte di un sistema utilizzato dalla Bundeswehr, le forze armate tedesche. A occuparsi della realizzazione di SARah-1 ci ha pensato Airbus, in subappalto con OHB System AG. Il satellite ha una massa di circa quattro tonnellate e, come suggerisce il nome, utilizza la tecnologia SAR (Radar ad Apertura Sintetica). A differenza dei satelliti SAR più recenti, come quelli di Capella Space, il progetto SARah è una microcostellazione da tre diversi satelliti.

Il primo, lanciato in questa missione, è dotato di antenna phased array attiva mentre i successi, SARah-2 e 3, monteranno un’antenna passiva. Insieme questi tre satelliti orbiteranno in formazione utilizzando la tecnologia SAR per ricavare immagini della Terra in qualsiasi momento della giornata. I SARah andranno a sostituire la precedente costellazione SAR-Lupe, composta da 5 satelliti ed entrata in funzione nel 2008.

Il progetto ha subito molti ritardi nel corso degli anni. Secondo i piani infatti, SpaceX avrebbe dovuto lanciare SARah-1 nel 2018, per avere poi i tre satelliti operativi entro la fine del 2019. Il costo del progetto si aggira attorno agli 800 milioni di euro, secondo quanto emerso all’annuncio del contratto.

Il Falcon 9 dei carichi segreti

La missione SARah è alquanto particolare, poiché quando l’azienda di Musk ottenne il contratto nel 2013 non ci si aspettava che il satellite volasse con una versione così avanzata del Falcon 9. Tanto meno che il satellite avrebbe viaggiato su un booster riutilizzato. Ai tempi dell’accordo infatti, stava per fare il suo debutto la versione 1.1 del Falcon 9. L’azienda inoltre stava muovendo i primi passi verso il recupero dei booster, testando ancora il prototipo denominato Grasshopper (cavalletta in inglese).

Il Falcon 9 che ha portato in orbita SARah-1 invece, è il B1071, attualmente uno degli ultimi Block 5 costruiti ed entrati in servizio. Per Block 5 si intende un Falcon 9 alla versione 1.2, chiamata anche Full Thrust, e che ha subito molte variazioni e modifiche nel corso degli anni.

Falcon 9’s first stage has landed on Landing Zone 4 pic.twitter.com/CfwzS6Y864

— SpaceX (@SpaceX) June 18, 2022

L’azienda aveva già utilizzato il B1071 in due diversi lanci, entrambi per conto del National Reconnaissance Office. Entrambi questi lanci sono avvenuti quest’anno. NROL-87 a febbraio e NROL-85 ad aprile. Dato il peso del carico non eccessivo, il B1071 ha potuto fare ritorno direttamente sulla terraferma, posandosi per la terza volta sulla Landing Zone 4. È l’atterraggio di successo numero 125 e la centunesima volta che SpaceX completa un lancio con un Falcon 9 riutilizzato.

Il B1071 è un booster alquanto particolare, in quanto non è mai rientrato su una chiatta. Inoltre, non abbiamo mai visto i satelliti che ha portato in orbita, in quanto tutti protetti da segreto militare.

Nono volo per il B1061 con una missione molto particolare

A differenza del B1071, il booster utilizzato per portare in orbita il Globalstar FM15 ha decisamente più voli alle spalle. Il Falcon 9 scelto è stato il B1061, che ha così volato ed è successivamente atterrato per la nona volta. Questo particolare primo stadio ha permesso l’arrivo sulla Stazione Spaziale Internazionale di due diversi equipaggi, quelli di Crew-1 e Crew-2.

La sua precedente missione è stata Transporter-5, partita il 25 maggio. Ciò significa che SpaceX ha ispezionato e fatto volare nuovamente il B1061 in soli 24 giorni e 9 ore. È anche la prima volta che un Falcon 9 porta in orbita un carico per conto di un’azienda terza con un booster al nono volo. Solitamente vengono preferiti Falcon 9 con meno lanci alle spalle.

Sull’ultimo satellite trasportato dal B1061 non si hanno molte informazioni, si stima che abbia una massa di circa 700 kg. A bordo inoltre vi era anche un altro passeggero, ma di questo secondo carico non si sa assolutamente nulla, nemmeno l’ente che lo utilizzerà.

Si è trattato di un lancio molto impegnativo per SpaceX. Il Falcon 9 ha impiegato 10 minuti per fare ritorno sulla chiatta Just Read The Instructions, posizionata a circa 655 km di distanza dal punto di partenza. Un tempo insolitamente alto.

Hmmmmmmm……a cylindrical adaptor, the Globalstar satellite on one side, and….what's that "net" in front? That doesn't look like any satellite adaptor I have seen before.

Does anyone knows how the X-37 is linked to Atlas V/Falcon 9, just in case?

Or is that something else? pic.twitter.com/L10uaxh2k6

— Cosmic Penguin (@Cosmic_Penguin) June 19, 2022

Il secondo stadio invece ha dovuto effettuare tre diverse accensioni del proprio singolo motore Merlin. Queste sono servite per portare e rilasciare sia il carico segreto che il Globalstar FM15, direttamente sull’orbita finale. Osservando l’adattatore montato sul secondo stadio per trasportare i diversi satelliti, sembrerebbe che il carico segreto fosse composto da Starlink.

SpaceX ha ottenuto un contratto per fornire degli Starlink come bus satellitare per i satelliti della costellazione Tracking Layer della SDA (Space Development Agency). Anche se non è confermato ufficialmente che a bordo ci fossero questi satelliti, questi particolari Starlink saranno utilizzati dal Dipartimento della Difesa americano per la costruzione di una costellazione per il tracciamento di missili balistici ipersonici e quindi dovrebbero essere stati a bordo del Falcon 9.

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Tags: Falcon 9globalstarrecordsarahSpaceX

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