Secondo un’analisi effettuata da Quilty Space, una società di consulenza in ambito space, nel 2024 la costellazione Starlink di SpaceX potrebbe generare un fatturato pari a 6.6 miliardi di dollari. Sempre Quilty Space riporta che le entrate stimate al 2022 erano di circa 1.4 miliardi di dollari. Si tratta di una crescita importante per il servizio Starlink di SpaceX.
La società fa notare come altre aziende negli anni non siano riuscite a ottenere tali risultati, sebbene operino nel mercato da più tempo. Secondo quanto mostrato da Musk nell’ultima presentazione, Starlink ha raggiunto i 2.7 milioni di abbonati, distribuiti su 75 Paesi. Aziende come Viasat e Huges, attivi da molto più tempo, hanno raggiunto un picco di abbonati di 2.2 milioni, ma con tecnologie di internet satellitare dall’orbita GEO. Invece, le entrate di SES, che ad aprile ha annunciato l’acquisizione di Intelsat, sono di circa 4.1 miliardi sul totale del loro business.
Attualmente infatti, non ci sono servizi paragonabili a Starlink, sia per copertura che per tecnologia. Starlink è attualmente l’unica rete che opera con satelliti in orbita bassa in grado di fornire internet con elevate prestazioni, e con una copertura globale già attiva. Attualmente l’unica costellazione simile è OneWeb, che ha iniziato a commercializzare il suo servizio solo a clienti business e ancora senza copertura globale.
La crescita di Starlink
I risultati ottenuti da SpaceX con Starlink, soprattutto quelli dovuti al fatturato, sono dovuti principalmente al metodo operativo dell’azienda. Come per altri progetti, SpaceX cerca di internalizzare più processi produttivi possibile, avendo in questo modo il pieno controllo sulla produzione. Ciò consente loro anche una maggiore velocità di sviluppo, dimostrato nella realizzazione in pochi anni di diverse versioni sia di satelliti che di kit di connessione.
La produzione in serie inoltre, ha permesso a SpaceX di abbattere nel tempo i costi di produzione. Inizialmente la realizzazione di un singolo kit di connessione era di circa 3000 dollari (dati 2020) mentre ora SpaceX riesce a produrli al di sotto del prezzo di vendita.
Sempre secondo Quilty Space, il costo per la costruzione di Starlink è passato da 200 mila dollari per un singolo satellite V1 a 800 mila per i nuovi V2 Mini. Questi ultimi però hanno una massa maggiore (circa 730 kg contro i circa 300 dei V1.5), ma una capacità quattro volte superiore. Avere il controllo quasi totale sia sulla costruzione dei satelliti, che sulle operazioni di lancio, permette a SpaceX di contenere le spese. Secondo quanto riportato da Quilty Space, dei 13000 dipendenti di SpaceX, circa 3000 si occupano del progetto Starlink.
Quilty Space ha quindi stimato che EBITDA di Starlink (utili calcolati senza considerare interessi, tasse, svalutazioni e ammortamenti) arriverà a 3.8 miliardi di dollari in questo 2024. Nel 2022 SpaceX era arrivata a un negativo di 128 milioni di dollari. Secondo Quilty Space questo anno sarà il primo in cui l’EBITDA è positivo. In precedenza SpaceX aveva però annunciato di aver raggiunto questo risultato già alla fine del 2023.
SpaceX inoltre si sta preparando al lancio anche di un nuovo servizio, ovvero il Direct to Cell. Grazie a nuove antenne montate sugli Starlink, questi sono in grado di comunicare direttamente con gli smartphone in qualsiasi punto della Terra. Il 10 maggio, SpaceX ha portato in orbita altri 13 Starlink V2 Mini dotati di queste antenne, per un totale di 25 satelliti.
Servizi derivati da Starlink
Il continuo sviluppo di Starlink ha permesso a SpaceX di entrare anche in altri settore del mercato spaziale. Tra questi, il più importante è lo sfruttamento dei satelliti Starlink come piattaforma per installare strumentazione per conto di terzi.
Questi satelliti prendono il nome di Starshield per cui SpaceX, nel 2021, ha ottenuto un contratto da 1.8 miliardi di dollari per la realizzazione di una costellazione per il National Reconnaissance Office. L’accordo prevede la costruzione e il lancio di centinaia di Starshield per realizzare un sistema di sorveglianza e ricognizione.
Oltre a Starshield, SpaceX ha iniziato a commercializzare anche i dispositivi per la comunicazione laser, permettendo così a un satellite di connettersi alla costellazione. In questo modo sarà più facile e veloce il trasferimento dei dati e non sarà necessario il collegamento diretto con le stazioni di terra. Vast è stata la prima azienda a comunicare l’acquisto di questi dispositivi, che utilizzerà sulla stazione spaziale Haven-1. Durante la missione Polaris Dawn, per la prima volta collauderanno la connessione laser anche su una capsula Dragon.
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