Come è nata la vita sulla Terra? E’ possibile che si sia originata anche su pianeti molto lontani da qui? Ha senso cercare qualcuno, lì fuori? Siamo davvero soli in questo Universo silenzioso? Queste sono domande che l’umanità si pone da molto tempo, ormai. Domande scomode ma del tutto legittime. In fondo, che senso avrebbe sentirsi speciali se scoprissimo che l’Universo brulica di pianeti simili al nostro in cui forme di vita intelligenti hanno intenzione di colonizzare il cosmo?
In “Dove sono tutti quanti” l’astrofisico e divulgatore scientifico italiano Amedeo Balbi ripercorre le tappe che l’essere umano ha raggiunto nella ricerca di forme di vita nel resto dell’Universo. Lo fa partendo dai suoi ricordi di bambino che leggeva Nel cosmo alla ricerca della vita di Piero Angela e guardava al cinema 2001: Odissea nello spazio e altri film fantascientifici. E per farlo, è come se accompagnasse il lettore su una navicella spaziale simile all’Enterprise di Star Treck tra “terre desolate” e “strani, nuovi mondi”.
La prima tappa è la nostra Terra, un piccolo pianeta terrestre che orbita attorno a una stella di medie dimensioni come ce ne sono a miliardi nel cosmo. Balbi parte spiegando al lettore quanto sia grande l’Universo, anche se noi riusciamo a vederlo solo in piccola parte da qui. Sfrutta palloni, palline da tennis e grumi di polvere per simulare i pianeti, il Sole, la Via Lattea, la stella e la galassia più vicine al nostro Sistema Solare. Un modo per rendersi conto di quanto enorme sia ciò che ci circonda. E di quanto noi siamo solo un’infinitesima parte di quel mastodontico infinito.
Successivamente, Balbi mette in discussione la nostra illusione di essere speciali. A conti fatti, siamo “solo” degli aggregati di atomi provenienti dalle fusioni nucleari nel cuore di una stella, o dalla sua catastrofica morte. In realtà c’è qualcosa di più: quel misterioso codice genetico che ci portiamo appresso, e che distingue un essere vivente da un non vivente. Così l’autore inizia a parlarci della vita:
Sono convinto che si tratti di un fenomeno che segue una strada di auto-organizzazione della materia, guidata dalle leggi della fisica e della chimica, comune a molti altri fenomeni naturali. E che non ci sia un vero scalino tra la materia non vivente e i sistemi biologici. Solo una gradazione crescente di complessità.
Da qui, Balbi ci racconta le ricerche scientifiche sulle condizioni che hanno favorito lo sviluppo della vita sulla Terra. Poi esamina quali siano i pianeti sui quali si possono ritrovare simili condizioni. Fantastica anche su un possibile contatto dei terrestri con una qualche civiltà aliena. Proprio come nei film con cui è cresciuto, Contact tra questi.
L’astrofisico racconta quindi la nostra storia. La storia di un’umanità nata per una serie di catastrofi e fenomeni naturali e leggi fisiche che hanno predisposto il nostro pianeta a ospitare forme di vita, e in seguito forme di vita intelligenti. Talmente intelligenti da desiderare trovarne di simili, in quel cosmo che tanto le affascina.
Balbi narra con stupore, umiltà e consapevolezza in egual misura. Questo rende il libro “Dove sono tutti quanti” una sorta di mano che regge il mento del lettore e lo punta verso l’alto, suggerendogli di chiedersi quante delle stelle che vede possano ospitare qualcuno di simile a se stesso. Inoltre, pone delle domande che non sempre trovano risposta, perché sono ancora parte integrante di una ricerca che, speciale o non, rendono l’uomo (e la sua vita) l’aggregato di atomi più affascinante che esista.
Cliccando qui troverai tutte le informazioni su Leggere lo spazio, la rubrica di Astrospace.it dedicata al raccontare i libri di astrofisica, scienza, space economy, esplorazione spaziale, ingegneria, tecnologia e tanto altro.