Sulla scia del successo della missione di test Artemis I, la NASA sta concentrando le proprie attenzioni sui preparativi alla missione Artemis II, in programma per la fine del 2024. Dopo le prime incoraggianti impressioni ottenute dalle ispezioni sulla capsula Orion e sullo Space Launch System, l’agenzia sta apportando delle modifiche alle strutture che utilizzerà per la missione.
Artemis II, infatti, sarà la prima missione del programma ad ospitare astronauti a bordo della capsula Orion. I team NASA Exploration Ground Systems stanno tuttora implementando e modificando le strutture presso il Kennedy Space Center. Tra numerosi test, correzioni e trasporti speciali dalla rampa di lancio al VAB e viceversa, facciamo insieme il punto della situazione.
Vehicle Assembly Building e Launch Complex 39B
Iniziamo con una panoramica sulle strutture protagoniste della fase pre lancio di Artemis II. All’interno del Vehicle Assembly Building (VAB), gli ingegneri NASA stanno sostituendo alcune delle unità utilizzate per Artemis I. Particolare attenzione va posta sul nuovo Environmental Control System (ECS) per le missioni con equipaggio. L’ECS, infatti, è un sistema che fornisce alimentazione dell’aria, controllo termico e pressurizzazione del razzo nonché della capsula. Il termine dei lavori sulla suite è previsto per la fine dell’anno corrente.
Ben più movimentata è la situazione presso il Launch Complex 39B di Cape Canaveral. I team NASA stanno infatti costruendo una nuova cisterna, in grado di contenere più di 5 milioni di litri di idrogeno liquido. Il considerevole aumento di volume è stato pensato per accorciare i tempi tra i vari tentativi di lancio futuri. Inoltre, in-situ è in costruzione l’emergency egress system terminus area, il cui scopo è quello di favorire la fuga degli astronauti dal pad in caso di emergenza.
Il sistema sarà molto simile a quello utilizzato durante il Programma Space Shuttle, con delle vere e proprie cabine stile funivia che viaggiavano su cavi. Per la missione Artemis II, sono in fase di sviluppo delle nuove cabine pensate con diversi materiali e maggiore capienza. Queste saranno rilasciate dal mobile launcher ogni volta che esso si muoverà sul pad di lancio.
Mobile Launcher 1 e Crawler-Transporter 2
La nostra panoramica in vista di Artemis II continua, e dalle strutture “fisse” passiamo a dare un’occhiata a quelle “mobili”. In particolare, la nostra attenzione sarà posta sul Mobile Launcher 1 e sul Crawler-Transporter 2. Per quanto concerne il primo, ovvero la piattaforma mobile di lancio, è necessario ripartire dal paragrafo precedente.
Infatti, è proprio sul Mobile Launcher che gli ingegneri stanno installando il nuovo sistema di emergenza per salvare le vite degli astronauti. Chiaramente, tale capacità da parte della piattaforma non era richiesta per Artemis I, in quanto missione di test senza equipaggio. Le modifiche in tal senso prendono in considerazione anche la capsula Orion, dalla quale gli astronauti dovranno uscire velocemente in caso di emergenza.
Il sistema dovrà consentire loro di uscire dalla capsula attraverso il Crew Access Arm e scendere dal Mobile Launcher grazie alle cabine fino ad una zona franca distante dal pad. Anche per queste implementazioni nonché per le riparazioni ai sottosistemi utilizzati per Artemis I, bisognerà aspettare la fine dell’anno corrente. Per quanto riguarda il gigantesco Crawler-Transporter2, i tecnici stanno lavorando sui cingoli.
Essi sono stati fortemente sollecitati dal carico del Mobile Launcher, di SLS e dagli spostamenti condotti per Artemis I. Altre correzioni in vista riguardano la mobilità del trasportatore, infatti sono in arrivo i primi 16 cilindri idraulici dello sterzo. Una volta controllato anche lo stato di corrosione della struttura interna del cingolato, esso potrà condurre il Mobile Launcher al Launch Complex 39B per la fase di test.
Orion si prende la scena
Concludiamo la nostra panoramica con la capsula Orion, la quale dovrà ospitare i primi astronauti diretti verso l’orbita lunare. Essa si sta rendendo protagonista delle principali notizie legate alle missioni Artemis. Risale a pochi giorni fa, infatti, la comunicazione dell’assemblaggio dell’ugello del motore principale dell’ESM.
Quest’ultimo spinge la capsula durante tutta la sua missione, la alimenta e ne controlla l’assetto. Permette, inoltre, il funzionamento del sistema di supporto vitale. Parallelamente, gli ingegneri NASA stanno installando tutto l’hardware supplementare per missioni con equipaggio umano. Parliamo di componenti di comunicazione d’emergenza, display, controlli manuali e sottosistemi di supporto vitali. Ancora, sono in fase d’installazione i sedili e gli apparati medici, così come i sistemi di riscaldamento e reidratazione del cibo.
Una volta completati tutti gli apparati, la capsula Orion sarà testata in primavera. In attesa della fase di test, oltre alle operazioni citate, gli ingegneri stanno completando l’installazione dell’adattatore della capsula all’SLS. Continuano senza sosta, intanto, i lavori sullo scudo termico progettato appositamente per Artemis II.
Il landing and recovery team si sta addestrando al recupero degli astronauti una volta ammarati nell’Oceano Pacifico. Gli scenari previsti sono i più disparati, anche quelli più catastrofici possibili. Una volta effettuato lo splash down nelle acque del Pacifico, gli astronauti verranno condotti sulla nave da un elicottero. Dunque, non ci resta che attendere questa primavera per assistere ad una nuova e avvincente fase di test in vista di Artemis II, perché il 2024 non è poi così lontano.
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