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| On 4 anni ago

Una luna nascosta in un disco di detriti attorno ad un esopianeta

Gli scienziati dell'Università di Leiden hanno individuato un disco di polveri e gas attorno a GQ Lupi B, la cui natura di esopianeta o nana bruna è ancora incerta. Al suo interno potrebbe nascondersi una Luna.

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Un team di astronomi ha caratterizzato per la prima volta un disco attorno ad un pianeta super-gioviano. Questo corpo celeste, noto col nome GQ Lupi B, è circondato da un ammasso di polvere e gas simile ai dischi protoplanetari che circondano le stelle. Grazie a due strumenti del Very Large Telescope (VLT), del European Southern Observatory in Cile, è stato possibile comprendere i suoi meccanismi di evoluzione. Tra i risultati della ricerca, risalta la possibilità che all’interno del disco si sta formando una luna.

Un disco protolunare

GQ Lupi B è stato scoperto nel 2004, a 500 anni luce da noi. Da allora i ricercatori hanno investigato per comprendere la sua natura, oltre che la sua composizione e il suo moto. Per scoprire cosa si nasconde all’interno del disco attorno all’esopianeta, sono stati utilizzati due strumenti del VLT, noti col nome di NACO e MUSE.

In questa immagine scattata nel Novembre del 2001 è possibile osservare NACO. Questo strumento è in realtà chiamato NAOS+CONICA. I nomi in particolare richiamo i due sistemi che lo compongono. NAOS (Nasmyth Adaptive Optics System) è un sistema di ottiche adattive equipaggiato di sensori nel visibile e nell’infrarosso, in grado di neutralizzare la distorsione dell’immagine causata dalla turbolenza atmosferica. CONICA è invece una camera ad infrarossi e spettrometro attaccato a NAOS. Crediti: ESO

La camera ad infrarossi NACO ha permesso di osservare la luce infrarossa emessa dalla polvere. I ricercatori hanno così determinato che la temperatura interna del disco è minore rispetto alla calda atmosfera di GQ Lupi B. Questo potrebbe suggerire la presenza di una cavità nel disco, indicando la possibilità di una luna in formazione. Non è comunque da escludere la possibilità che il campo magnetico del pianeta abbia influenzato la conformazione del disco.

Lo spettrografo MUSE (Multi Unit Spectroscopic Explorer) ha invece misurato una particolare riga di emissione dell’idrogeno. Visibile nella parte rossa del spettro elettromagnetico, la radiazione H-alpha indica che GQ Lupi B sta ancora crescendo. Questo grazie al materiale disposto attorno ad esso, oltre che a quello del disco da cui il pianeta in questione è nato.

Le quattro linee spettrali raffigurate sono quelle dello spettro nel visibile dell’idrogeno. Quella rossa più a destra è quella associata alla radiazione H-alpha.

La natura di GQ Lupi b: esopianeta o nana bruna?

L’origine di questo oggetto è un mistero. Sebbene il numero di esopianeti avvistati stia crescendo continuamente, non è sempre facile confermarne la natura di pianeta. È il caso di GQ Lupi b: è un esopianeta o una nana bruna?

In questa immagine scattata da NACO, è possibile osservare la stella GQ Lupi e la sua compagna, più piccola e flebile, sulla sinistra. Questa è l’esopianeta studiato dai ricercatori, noto col nome di GQ Lupi b. La sua natura però è ancora dubbia. Crediti: ESO

Esso è stato rivelato attraverso l’osservazione diretta, una tecnica che consiste nell’avvistamento del pianeta a seguito dell’oscuramento della stella attorno a cui orbita. L’incertezza sulla massa del pianeta è un problema che caratterizza questo metodo di scoperta. Quella di GQ Lupi b è compresa tra un range di 1-36 masse di Giove (MJ). Nell’estremo superiore dell’intervallo (36 MJ), questo corpo celeste potrebbe essere classificato come piccola nana bruna. In quello inferiore (1 MJ), invece, come super-gioviano.

Per questa sua natura dubbia, il suo nome spesso viene scritto con la lettera B maiuscola (se considerato una nana bruna) piuttosto che con quella minuscola b, convenzionalmente associata al primo esopianeta scoperto di un sistema solare diverso dal nostro.

Il contributo del James Webb Space Telescope

L’attesa per il telescopio spaziale James Webb si sta facendo sempre più impaziente. Infatti, come affermato anche dall’autore principale della ricerca Tomas Stolker, questo strumento permetterà l’osservazione alle lunghezze d’onda del medio infrarosso. Analisi che serviranno anche al team coinvolto nello studio di GQ Lupi B. Grazie a esse sarà infatti possibile comprendere più a fondo i processi fisici e chimici che avvengono nel suo disco e che stanno, probabilmente, portando alla luce una luna.

Per molti astronomi, e non solo, dunque, la data in rosso sul calendario sarà quindi il 18 dicembre 2021. Il momento in cui un progetto iniziato circa 30 anni fa raggiungerà lo spazio per cominciare la sua avventura alla scoperta dei misteri del cosmo.

Qui l’articolo pubblicato su The Astronomical Journal.

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