Tramite il VLT (Very Large Telescope) in Cile è stata creata la prima raccolta di foto in alta definizione degli asteroidi della fascia principale. Si tratta di 42 immagini, una composizione realizzata dall’ESO dei maggiori asteroidi in orbita fra Marte e Giove. La fascia di asteroidi principale è infatti un gruppo di oggetti rocciosi che si trova fra l’ultimo pianeta roccioso del sistema solare e il primo gigante gassoso.
I 42 soggetti della raccolta hanno quasi tutti un diametro superiore ai 100 km. In particolare sono stati fotografati 20 dei 23 asteroidi con un diametro superiore ai 200 km. I più grandi sono l’asteroide Cerere (940 km) e Vesta (520 km), mentre i più piccoli sono Urania e Austonia, entrambi di 90 km. Questa ricerca è particolarmente importante per lo studio di questi asteroidi e per quello dell’intera fascia principale. Molti di questi oggetti sono e saranno utili per comprendere come è nato e come si è evoluto l’intero nostro sistema solare.
Dei grandi asteroidi della fascia principale, solamente tre sono stati studiati da vicino da delle sonde: Cerere, Vesta e Lutetia. Essi hanno impegnato la sonda Dawn della NASA e la sonda Rosetta dell’ESA. L’interesse per questi corpi non è da sottovalutare e nei prossimi anni saranno molteplici le missioni in grado di fornirne una nuova comprensione. Una su tutte le missione Lucy della NASA, in partenza a metà novembre e che raggiungerà gli asteroidi della fascia principale prima di dirigersi verso gli asteroidi Troiani, che condividono l’orbita con Giove.
Un catalogo di forme e composizioni
Grazie alle immagini in alta definizioni ottenute dall’ESO, il catalogo è stato fondamentale per comprendere le forme e le densità di questi asteroidi. Pierre Vernazza, del Laboratoire d’Astrophysique de Marseille in Francia, ha guidato la ricerca. Il risultato è stato quello di trovare una grande varietà di forme: dalle sferiche degli asteroidi più grossi alle forme più strane, come quella a osso di cane dell’asteroide Cleopatra.
Le densità rilevate hanno anche dimostrato grande variabilità. I quattro asteroidi meno densi si avvicinano a 1.3 grammi per centimetro cubo, un valore simile a quello della densità del carbone. I due più densi, Psyche e Kalliope, hanno densità di 3.9 e 4,4 grammi per centimetro cubo. Per confronto, il diamante ha una densità di 3.5 grammi per centimetro cubo. Anche Psyche sarà l’obbiettivo di una missione omonima della NASA, in partenza a metà 2022 con un Falcon Heavy di SpaceX.
“Le nostre osservazioni forniscono un forte supporto per una sostanziale migrazione di questi corpi sin dalla loro formazione. In breve, una tale varietà nella composizione può essere compresa solo se i corpi hanno avuto origine in regioni distinte del Sistema Solare“, spiega Josef Hanuš dell’Università Carlo di Praga, Repubblica Ceca, uno degli autori dello studio. Grazie a questi risultati sempre più sensata l’ipotesi che vede gli asteroidi meno densi essersi originati oltre l’orbita di Nettuno, nella fascia di Kuiper, mentre quelli più densi nel sistema solare interno. Anche questa sarà una domanda a cui Lucy cercherà di dare una risposta.
L’articolo completo pubblicato su Astronomy and Astrophysics: VLT/SPHERE imaging survey of the largest main-belt asteroids: Final results and synthesis.
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