La capsula di Varda Space è partita il 12 giugno 2023 con la missione Transporter-8 di SpaceX, ed è rientrata a Terra solo ieri, il 21 febbraio. Si chiama W-Serie 1 e sarebbe dovuta atterrare a settembre ma, non avendo ottenuto i permessi da parte della Federal Aviation Administration, Varda ha dovuto mantenere la sua capsula nello spazio.
La capsula sarebbe dovuta rimanere in orbita attorno alla Terra per un massimo di due mesi ma, a causa di potenziali problemi legati alla sicurezza, l’agenzia federale e l’Air Force le avevano negato i permessi.
Finalmente, il 14 febbraio, la FAA ha concesso a Varda di fare atterrare la sua capsula nello Utah Test and Training Range, il medesimo utilizzato anche per il rientro di OSIRIS-REx. Con il completamento della prima missione, Varda può iniziare a lavorare sui dati ottenuti dalla capsula e sui farmaci prodotti in orbita.
Per le prossime missioni, Varda ha preso accordi per il rientro della capsula anche in un sito privato nella regione meridionale dell’Australia.
Il rientro della piccola fabbrica spaziale
La missione W-1 consisteva nel produrre in orbita un farmaco utilizzato per il trattamento dell’HIV e dell’epatite C. Questo perché, in condizioni di microgravità, i materiali si comportano diversamente e, in alcuni casi, i prodotti risultano di una qualità migliore. Per tale ragione, il progetto di Varda è quello di realizzare piccole fabbriche orbitali che, una volta ultimata la produzione, rientrano a terra per recuperare i materiali.
La capsula è larga circa un metro con una massa di 120 kg e ha viaggiato attorno alla Terra agganciata al Photon di Rocket Lab. Questo ha fornito alla W-Serie 1 sia elettricità che un sistema propulsivo necessario per il rientro.
La prima accensione del motore Curie del Photon è avvenuta il 18 febbraio, dando così il via alle operazioni di rientro. Sono seguite poi altre due accensioni, avvenute il 20 e il 21 febbraio, con la successiva separazione della capsula dal Photon. I due satelliti infatti sono rientrati separatamente, ma solamente la capsula di Varda è sopravvissuta.
Rocket Lab infatti non ha progettato il Photon in modo che possa essere recuperato a seguito di una missione. Questo era uno degli elementi presi in analisi dalla FAA per i problemi di sicurezza, a causa del possibile spargimento di detriti del Photon, in caso alcune componenti non si fossero completamente distrutte.
L’atterraggio è avvenuto con successo alle 22:40 del 21 febbraio e ora raggiungerà una struttura di Varda a Los Angeles per le analisi. Il farmaco prodotto nello spazio invece, sarà analizzato da un’altra azienda, la Improved Pharma. I dati legati al comportamento dello scudo termico della capsula saranno condivisi sia con la NASA che con l’Air Force, così come stabilito dagli accordi presi tra l’azienda e i due enti.