Per la prima volta nella storia, è stato fotografato un disco di gas e polvere attorno a una stella non appartenente alla nostra Galassia. Il sistema si chiama HH 1177 e si trova in una nube di gas all’interno della Grande Nube di Magellano, galassia satellite della Via Lattea.
Le osservazioni iniziali di questo sistema sono state effettuate con lo strumento MUSE (Multi Unit Spectroscopic Explorer) installato sul VLT (Very Large Telescope) dell’ESO. MUSE ha individuato un getto proveniente dalla stella in formazione. Il getto era una firma della presenza di un disco attorno alla stella, e per confermare ciò è stato utilizzato il radiointerferometro ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) in Cile.
MUSE ha permesso quindi di immortalare il primo disco extragalattico mai catalogato, un risultato decisamente straordinario. Abbiamo finalmente una prova diretta della formazione di una nuova stella in una galassia diversa dalla nostra, e potremo studiare l’evoluzione di questo disco di polvere che un giorno, forse, formerà dei pianeti.
Studiando il primo disco extragalattico
Quando una stella si sta formando, il materiale circostante, costituito da gas e polvere, non cade direttamente sopra la stella, pur essendone attratto. Si appiattisce invece in un disco, che ruota tanto più velocemente quanto più è vicino al centro. La differenza di velocità del gas tra l’esterno e l’interno del sistema stellare in accrescimento è la prova tangibile della presenza di un disco.
Per poter misurare questo movimento, e questa differenza di velocità, si sfrutta l’effetto doppler. La frequenza della radiazione, infatti, cambia a seconda della velocità con cui il gas che riflette o emette la luce si muove verso di noi, o si allontana da noi.
Le misurazioni dettagliate della frequenza della radiazione, effettuate con ALMA, hanno permesso agli scienziati di distinguere la caratteristica rotazione di un disco, confermando la rilevazione del primo disco attorno a una giovane stella extragalattica.
Stelle (non) avvolte nella polvere
Le stelle massicce, come quella che MUSE ha osservato, si formano molto più rapidamente e vivono una vita molto più breve rispetto alle stelle di piccola massa, come il nostro Sole. Nella nostra Galassia, queste stelle massicce sono difficili da osservare, e sono spesso oscurate alla vista dal materiale polveroso da cui si formano nel momento in cui un disco si forma intorno a loro.
Tuttavia nella Grande Nube di Magellano, distante 160mila anni luce da noi, il materiale da cui nascono le nuove stelle è fondamentalmente diverso da quello della Via Lattea. C’è molte meno polvere, per esempio. Perciò il sistema HH 1177 non è avvolto nel suo bozzolo polveroso. Ciò offre ai ricercatori una vista priva di ostacoli della formazione di una nuova stella. E di un futuro sistema planetario, in un’altra galassia.
Lo studio, pubblicato su Nature, è reperibile qui.
Astrospace.it è un progetto di divulgazione scientifica portato avanti da un gruppo di giovani fisici e ingegneri con una passione comune per lo spazio. Se ti piace quello che stai leggendo, puoi contribuire alla crescita della piattaforma attraverso il nostro abbonamento. Ai nostri abbonati riserviamo contenuti esclusivi e sempre in aggiornamento.