Tra le future missioni dell’Agenzia Spaziale Europea c’è PLATO (PLAnetary Transits and Oscillations of stars), progettata per trovare e studiare pianeti simili alla Terra in orbita attorno ad altre stelle. Il lancio è previsto per il 2026, a bordo di un Ariane 6.
Al momento, e fino ad agosto di quest’anno presso l’ESTEC Test Centre dell’ESA a Noordwijk, nei Paesi Bassi, i tecnici stanno sottoponendo il modello strutturale di PLATO a una campagna di test. Durante il decollo, infatti, il satellite dovrà sopportare intense vibrazioni e livelli di rumore non indifferenti. Perciò, come ogni altra missione spaziale, gli ingegneri ne testano in anticipo l’integrità strutturale.
I test vibrazionali e acustici
Durante la prima parte della campagna di test, il modello strutturale di PLATO è stato posizionato sopra due shaker, il Multi shaker e il QUAD shaker, che possono testare veicoli spaziali fino a 10.000 kg per le vibrazioni in tre dimensioni. Il primo ha mosso PLATO nelle direzioni X e Y. Il secondo, invece, ha simulato le oscillazioni nella direzione Z.
I due strumenti simulano le scosse che saranno riscontrate durante il lancio. Questa serie di test è stata quindi essenziale per assicurarsi che PLATO possa sopravvivere ai primi due minuti di lancio, durante i quali si incontrano le scosse più forti.
Successivamente, PLATO è stato trasferito alla Large European Acoustic Facility (LEAF). In questa camera è possibile simulare il rumore del decollo di un razzo, per effettuare test acustici accurati. L’azoto viene sparato attraverso le trombe e può produrre rumore fino a 156 decibel. PLATO è stato circondato da microfoni, utilizzati per controllare l’ambiente acustico che circonda il modello. E ha superato il test con successo.
La missione PLATO
PLATO utilizzerà una serie di tecniche per trovare pianeti extrasolari, tra cui la tecnica del transito, quella delle velocità radiali e quella dell’oscillazione stellare. La prima consiste nel rilevare un calo nella luminosità di una stella quando un pianeta ci passa davanti. Nella seconda, si rilevano piccole variazioni nella velocità di una stella causate dalla gravità di un pianeta che ci orbita attorno. La terza prevede di rilevare piccoli cambiamenti nel diametro di una stella, causati dalle onde sonore generate dal pianeta in orbita.
La missione osserverà circa 1000 stelle alla volta per un periodo di 5 anni. Si prevede che il satellite troverà tra 100 e 500 nuovi pianeti extrasolari, di cui alcuni simili alla Terra. I dati di PLATO aiuteranno gli scienziati a comprendere meglio la formazione ed l’evoluzione dei pianeti e a cercare la vita al di fuori del nostro Sistema Solare.
Durante i prossimi due anni, il modello di volo di PLATO, che rappresenta a tutti gli effetti il satellite che volerà nello spazio, sarà completato e testato. Il modello di volo sarà sottoposto a vari test termici e meccanici, per assicurarsi che PLATO funzioni al meglio e, soprattutto, soddisfi i suoi requisiti scientifici.