- Nel secondo anno della sua missione estesa, la sonda Juno della NASA ha iniziato a osservare Io, la luna vulcanica di Giove.
- In precedenza, Juno ha fotografato le lune Ganimede ed Europa, rivelandone una miriade di dettagli fino ad allora sconosciuti.
- La luna di Giove Io, il luogo più vulcanico del Sistema Solare, rimarrà oggetto dell’attenzione del team di Juno per il prossimo anno e mezzo.
Nel corso del secondo anno della sua missione estesa nel sistema di Giove, la sonda Juno della NASA ha effettuato sorvoli ravvicinati di Ganimede nel 2021 e di Europa negli scorsi mesi. Adesso, dopo aver rivelato nuovi dettagli sulle precedenti lune, Juno punta invece gli occhi su Io, il satellite più vulcanico del Sistema Solare.
I sensori di Juno, inizialmente progettati per studiare il campo magnetico di Giove, stanno svolgendo compiti per cui non erano stati pensati, ma lo stanno facendo in maniera egregia. I ricercatori sono rimasti molto soddisfatti dei risultati ottenuti dai dati che hanno seguito gli ultimi flyby. Ogni volta che Juno si avvicina a una luna gioviana, ci fornisce di una grande quantità di nuove informazioni.
Nel 2021 sono stati pubblicati diversi articoli riguardanti scoperte sull’interno di Ganimede, sulla composizione della sua superficie e della ionosfera, oltre che sull’interazione tra il satellite e la magnetosfera di Giove. Quest’anno invece, Juno ha osservato da vicino Europa, e i risultati preliminari del sorvolo del 9 settembre, includono le prime osservazioni 3D del guscio di ghiaccio di Europa. Ora gli scienziati attendono però di poter “esplorare” da vicino Io, la luna vulcanica.
Sotto il ghiaccio di Europa e Ganimede
Durante i flyby di Ganimede ed Europa, il MicroWave Radiometer (MWR) di Juno ha fornito uno sguardo rivoluzionario sotto la crosta d’acqua ghiacciata delle due lune. Questo ha permesso di ottenere dati sulla sua struttura, purezza e temperatura fino a circa 24 chilometri sotto la superficie.
Le immagini a luce visibile ottenute dalla JunoCam della sonda indicano che la superficie di Ganimede è caratterizzata da una miscela di terreno scuro più antico, terreno chiaro più giovane e crateri particolarmente chiari, oltre a caratteristiche che possono essere associate a attività tettonica. L’analisi iniziale del team scientifico suggerisce che il guscio di ghiaccio di Ganimede potrebbe avere uno spessore medio di circa 50 km, ma che possa essere più spesso in alcune regioni.
Nel corso del sorvolo di Juno nel giugno 2021, gli strumenti Juno’s MAGnetic field (JMAG) e Jovian Auroral Distributions Experiment (JADE) hanno registrato dati su Ganimede che mostrano prove della rottura e del riformarsi delle connessioni del campo magnetico tra Giove e la luna. Lo spettrografo ultravioletto di Juno (UVS) ha osservato invece le emissioni aurorali ultraviolette della luna, disposte in due ovali che la avvolgono.
Di Europa sappiamo ancora poco: i dati degli ultimi sorvoli sono stati catalogati, ma l’analisi continuerà per i prossimi mesi. In ogni caso, le future missioni JUICE (JUpiter ICy moons Explorer) dell’ESA e Europa Clipper della NASA sapranno sfruttare tutti i risultati passati, presenti e futuri per andare sempre più a fondo nei segreti delle lune gioviane.
Okay, this is just wild. ?
The #JunoMission spacecraft, developed by us, completed a flyby of Jupiter on September 29, 2022 and returned some amazing imagery, including this look at the storms raging across the Jovian atmosphere. ? pic.twitter.com/tmRQRnE0hc
— Lockheed Martin Space (@LMSpace) December 16, 2022
Sempre più vicini a Io
Adesso Juno si sta avvicinando a Io, il mondo vulcanicamente più attivo del Sistema Solare. Effettuerà nove sorvoli sempre più ravvicinati, dopo esser già passata a luglio di quest’anno a una distanza di 80.000 km, per rivelare i dettagli del suo paesaggio infernale e cosparso di lava. Juno si avvicinerà molto di più a Io nel corso del prossimo anno, arrivando infine a sorvolare la superficie per due volte a un’altitudine di soli 1.500 km.
Ci sono una serie di obiettivi previsti per i prossimi mesi. Il principal investigator di Juno, il dottor Scott Bolton del Southwest Research Institute, ha spiegato che gli obiettivi vanno oltre il comprendere i vulcani e le colate laviche per una mappatura completa della superficie della Luna. “Osserveremo anche il campo gravitazionale, cercando di capire la struttura interna di Io” ha affermato, “per vedere se possiamo comprendere se il magma che sta creando tutti questi vulcani forma un oceano globale, o no”.
Il vulcanismo di Io è guidato dalla sua vicinanza a Giove: la luna è soggetta a immense forze di marea e riscaldamento. Il team di ricerca di Juno potrà sfruttare i flyby della sonda per eseguire la prima campagna di monitoraggio ad alta risoluzione sulla luna incrostata di magma, studiando i vulcani di Io e come le eruzioni vulcaniche interagiscono con la potente magnetosfera e l’aurora di Giove.
Ulteriori informazioni su Juno sono disponibili a questo link.
Astrospace.it è un progetto di divulgazione scientifica portato avanti da un gruppo di giovani fisici e ingegneri con una passione comune per lo spazio. Se ti piace quello che stai leggendo, puoi contribuire alla crescita della piattaforma attraverso il nostro abbonamento. Ai nostri abbonati riserviamo contenuti esclusivi e sempre in aggiornamento.