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| On 2 anni ago

La Cina ha lanciato ASO-S, la prima missione asiatica dedicata allo studio del Sole

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Nel corso della notte italiana, la Cina ha lanciato con successo un vettore Lunga Marcia 2D con a bordo ASO-S, la prima missione spaziale cinese interamente dedicata all’osservazione del sole. L’osservatorio cinese è dotato di tre diversi strumenti e dovrebbe fornire nuovi dati sull’attività solare, in particolare sugli eventi di espulsione di massa coronale o “CME”. La sonda ha una massa di 888 kg è si posizionerà in un’orbita di 720 km. Una volta qui inizierà una fase di commistione di sei mesi, prima d’iniziare la vera e propria raccolta dei dati scientifici.

ASO-S (Advanced Space-based Solar Observatory) è costata 900 milioni di Yuan, e si tratta di una missione molto attesa dalla comunità scientifica cinese, che da anni progetta e desidera un osservatorio del genere. La prima proposta di questa missione risale infatti al 2011, ma l’approvazione da parte dell’accademia cinese delle scienze (CAS) è arrivata solo nel 2017. 

Come da tradizione nel programma spaziale cinese, la sonda ha preso il suo nome dalla mitologia del grande paese asiatico. ASO-S cambierà infatti nome, e una volta operativa diventerà Kuafu-1, dall’omonimo gigante. Kuafu, secondo la cultura cinese era un gigante che in passato desiderava catturare il Sole. Lo inseguì, da Est ad Ovest, e nel suo cammino creò il fiume Giallo e il fiume Wei.

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Rappresentazione artistica di ASO-S.

Gli obbiettivi di ASO-S

Oltre alle già citate espulsioni CME, ASO-S ha come obbiettivo lo studio del campo magnetico solare e i brillamenti. L’osservazione della nostra stella avverrà in una missione primaria di quattro anni, un periodo che permetterà anche di raccogliere dati del Sole durante un picco del ciclo solare, tra il 2024-25. I cicli solari durano tipicamente 11 anni e vengono definiti in base all’osservazione delle macchie presenti nel Sole. Il picco di maggiore attività è il momento in cui le eruzioni solari sono massime per un determinato ciclo. 

I tre strumenti presenti sulla sonda cinese osservano contemporaneamente i brillamenti e i CME, per poterne definire al meglio i meccanismi di funzionamento, in particolare la correlazione tra i più grandi brillamenti e i CME. L’evoluzione di questi due eventi sarà anche studiata in relazione al campo magnetico solare, una struttura molto studiata e su cui non c’è ancora una spiegazione certa dell’origine.

Insieme ai dati di altre missioni, come il Solar Orbiter dell’ESA o il Parker Solar Probe della NASA, il satellite cinese contribuirà all’analisi del cosiddetto “meteo spaziale”. La maggiore quantità e diversificazione di dati permetterà di costruire nuovi modelli di meteo spaziale. Questa è una predizione molto importante per gli effetti che può avere sulla terra ma anche nell’orbita terrestre. Un recente esempio è quello di febbraio, quando SpaceX perse oltre 40 satelliti a causa di una tempesta solare avvenuta poco dopo il rilascio dei satelliti. 

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