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I venti della Grande Macchia Rossa di Giove aumentano velocità

I ricercatori hanno sfruttato le osservazioni condotte da Hubble per misurare l'incremento della velocità dei venti che alimentano la più grande tempesta su Giove. Conosciuta come Grande Macchia Rossa, questa perturbazione è unica nel suo genere: è in atto da secoli ed osservata dall'uomo da più di 150 anni.

Chiara De Piccolidi Chiara De Piccoli
Ottobre 1, 2021
in Astronomia e astrofisica, News, Sistema solare
Rappresentazione della Grande Macchia Rossa di Giove

Una fotografia di Hubble alla Grande Macchia Rossa di Giove, scattata il 27 Giugno del 2019. Crediti: NASA, ESA, A. Simon (Goddard Space Flight Center) and M.H. Wong (University of California, Berkeley)

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In attesa dell’arrivo di James Webb, il telescopio spaziale Hubble continua a sorprenderci. Grazie ai dati raccolti, un team di ricerca ha stimato la variazione di velocità della tempesta nella Grande Macchia di Giove. La corsia più esterna infatti ha incrementato la sua velocità dell’8% dal 2009 al 2020. Una scoperta che solo il “vecchio” Hubble poteva compiere.

Hubble: osservatore di tempeste

La Grande Macchia Rossa del pianeta Giove viene osservata da oltre 150 anni dall’uomo. Questa tempesta ruota incessantemente da secoli. La velocità dei due anelli che la caratterizzano, quello esterno e quello interno, sono però differenti. La prima infatti è maggiore rispetto alla regione interna, che si muove molto più lentamente. La rotazione avviene in senso antiorario e il vento può raggiungere i 640 km/h. 

Le incessanti osservazioni di Hubble sulla Macchia, raccolte in report periodici, sono state essenziali per stimare la variazione di velocità del vento. L’high-speed ring, così definito l’anello più veloce della tempesta gioviana, ha aumentato la sua velocità di 2.5 km per anno solare. Un cambiamento davvero molto piccolo, che solo la precisione e costanza osservativa di Hubble hanno permesso di misurare.

Vettori di velocità della tempesta nella Grande Macchia Rossa
Nell’immagine a sinistra è possibile osservare i vettori velocità che caratterizzano l’anello interno ed esterno della tempesta su Giove. A destra invece, la diversa colorazione dell’immagine rappresenta la velocità di rotazione degli anelli: in rosso sono indicate le zone più veloci, in azzurro quelle più lente. Le immagine sono state ottenute dalle esposizioni acquisite con la Wild Field Camera 3 (WFC3) a bordo del telescopio spaziale Hubble. Crediti: SCIENCE: NASA, ESA, Michael H. Wong (UC Berkeley)

Il telescopio spaziale Hubble ha osservato questo gigante punto rosso per 10 anni, diventando un perfetto osservatore di tempeste. Sulla Terra lo studio di questi fenomeni viene condotto sfruttando satelliti in orbita o aeroplani, ma questa strumentazione non è disponibile su Giove e l’unica arma di cui per ora dispone l’uomo per analisi simili è Hubble. La copertura temporale e la risoluzione spaziale che lo caratterizzano permettono di catturare nel dettaglio le informazioni sui venti che spirano su Giove, ma anche sugli altri pianeti del Sistema Solare.

Un nuovo approccio di analisi

La grande quantità di dati sulla tempesta in atto nella Grande Macchia Rossa è stata analizzata da Michael Wong attraverso un nuovo approccio. Wong, autore principale dell’analisi pubblicata nel Geophysical Research Letters, ha usato un software per tracciare da decine a centinaia di migliaia di vettori del vento, ogni volta che Hubble osservava Giove.

Questi vettori, caratterizzati da direzione e intensità della velocità, hanno fornito delle misurazioni più coerenti. Inoltre, attraverso dei test statistici, Wong ha confermato che i dati osservati rappresentano realmente un incremento della velocità.

Il significato di questo aumento però non è ancora chiaro. Infatti, Hubble non riesce a vedere ciò che si nasconde dentro la tempesta. Ma questo risultato è interessante perché aiuta a comprendere cosa alimenta la macchia rossa del pianeta e come mantiene la sua energia.

Le tempeste del Sistema Solare

Questa grande tempesta di Giove viene studiata dal 1870 e la lunga serie di dati raccolti finora ha permesso di osservare la sua evoluzione. Le sue dimensioni si stanno restringendo, conferendole una forma più circolare. Questo comporta l’incremento della velocità media del anello esterno alla tempesta. Il diametro corrente è di 16 000 km, talmente grande da riuscire a contenere persino la Terra.

Ma la leggendaria perturbazione gioviana, unica nel suo genere per la sua longevità, non è la sola tempesta a essere stata osservata dai ricercatori. Anche su Nettuno, ad esempio, sono apparsi dei fenomeni simili interessanti. Le tempeste qui viaggiano lungo la superficie del pianeta prima di sparire dopo alcuni anni.

Tempesta su Nettuno
Nella foto scattata dal telescopio spaziale Hubble è stata immortalata una tempesta su Nettuno, la macchia più scura, la cui grandezza supera quella dell’Oceano Atlantico. Crediti: Nasa, Esa, Stsci, M.H. Wong (Università della California, Berkeley), e L.A. Sromovsky e P.M. Fry (Università del Wisconsin-Madison)

Lo studio di questi eventi meteorologici aiuta a comprendere non solo l’ambiente atmosferico del pianeta in cui avvengono, ma anche la fisica che guida e alimenta queste possenti perturbazioni.

Qui lo studio completo, pubblicato sul Geophysical Research Letters.

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Tags: GioveGrande Macchia RossaHubbleNettunoSistema solareventi

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