Il JPL è riuscito a ottenere per la prima volta da novembre 2023, dei dati leggibili dalla sonda Voyager 1. Si tratta di un momento importante per la missione spaziale che da oltre 40 anni esplora lo spazio. Voyager 1 è anche l’oggetto artificiale funzionante più lontano di sempre.
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Voyager 1 ha avuto dei problemi di comunicazione per circa cinque mesi, iniziati il 14 novembre 2023 quando ha iniziato a restituire a terra dei dati incomprensibili. A marzo 2024 il JPL ha scoperto che il problema era dovuto a un chip nella memoria di uno dei tre computer di bordo, il flight data subsystem (FDS).
Questo computer è il responsabile dell’impacchettamento dei dati scientifici e dei dati di analisi della sonda prima che vengano restituiti a Terra. La sonda infatti, nonostante abbia terminato da tempo la sua missione scientifica principale e nonostante siano spenti quasi tutti gli strumenti scientifici, continua a rilevare dati importanti.
La soluzione
La NASA ha deciso che per risolvere il problema bisognava bypassarlo, spostando il codice di funzionamento di questo computer in un altra parte della memoria di bordo. Purtroppo però non c’era un’altra porzione o un’altra memoria sufficientemente grande e quindi il codice è stato diviso in più parti. Ogni parte del codice è stata posizionata in un chip diverso.
La difficoltà a questo punto è stata far lavorare il codice assieme anche se posizionato in zone diverse della memoria di bordo. Questo nuovo codice è stato inviato alla sonda il 18 aprile, e dopo 45 ore di tempo, il 20 aprile, è arrivato il segnale dalla Voyager 1. Il team del JPL ha ricevuto informazioni sullo status della sonda per la prima volta dopo oltre cinque mesi.
Ci è voluto così tanto tempo per ricevere una risposta in quanto la Voyager 1 si trova a oltre 24 miliardi di km dalla Terra, e un segnale radio impiega 22 ore e mezza per arrivare alla sonda, e altre 22 ore e mezza per ritornare sulla Terra.
Nelle prossime settimane al JPL aggiusteranno anche le altre porzioni di memoria della sonda, in particolare quella che restituisce a terra i dati scientifici.
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