• AstroSpace.it
  • Collabora
  • La redazione
  • Privacy Policy
  • Newsletter
No Result
View All Result
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
  • Esplorazione spaziale
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Scienza
    • Astronomia e astrofisica
    • Fisica
  • Rubriche
    • Astrospace Newsletter
    • Le guide di Astrospace
    • Cronache marziane
    • Leggere lo Spazio
    • I progressi di Starship
    • Spazio d’Oriente
    • Interviste
  • Spazio Italiano
    • Spazio Blog
AstroSpace
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
  • Esplorazione spaziale
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Scienza
    • Astronomia e astrofisica
    • Fisica
  • Rubriche
    • Astrospace Newsletter
    • Le guide di Astrospace
    • Cronache marziane
    • Leggere lo Spazio
    • I progressi di Starship
    • Spazio d’Oriente
    • Interviste
  • Spazio Italiano
    • Spazio Blog
No Result
View All Result
AstroSpace

Rilevate per la prima volta tracce di massiccia formazione stellare nella Via Lattea

Utilizzando due tra i radiotelescopi più potenti al mondo, i ricercatori hanno individuato regioni di massiccia formazione stellare in una porzione del disco della Via Lattea. Mai scoperte finora, consentiranno di investigare i misteri della nascita e morte delle stelle.

Mariasole Maglione by Mariasole Maglione
Luglio 28, 2021
in Astronomia e astrofisica, News, Scienza
GLOSTAR

L'immagine GLOSTAR, ottenuta dai dati dei radiotelescopi VLA e Effelsberg, mostra un segmento del disco della Via Lattea, rivelando tracce di massiccia formazione stellare mai viste prima d'ora. Credits: Brunthaler et al., Sophia Dagnello, NRAO/AUI/NSF

Condividi su FacebookTweet

Se investigassimo i segreti del cosmo solo nelle lunghezze d’onda della luce visibile, non saremmo in grado di studiare la stragrande maggioranza di esso. Per questo per osservarlo sfruttiamo anche altre bande, come l’infrarosso, l’ultravioletto, il radio. Ora gli astronomi hanno usato due tra i radiotelescopi più potenti al mondo per effettuare un’indagine dettagliata di uno spesso segmento della nostra Via Lattea. I dati del Karl G. Jansky Very Large Array (VLA) della National Science Foundation e il telescopio Effelsberg di 100 metri in Germania hanno rilevato tracce di massiccia formazione stellare finora mai scoperta nel disco galattico.

L’alta qualità e risoluzione delle immagini consentirà di approfondire lo studio di queste misteriose regioni, che presentano anche importanti tracce di esplosioni stellari. E quindi trattengono importanti indizi sulla nascita e morte delle stelle.

Osservando nel radio e nell’infrarosso

Non è semplice capire come si formino le stelle, soprattutto quelle massicce più di dieci volte il nostro Sole, importanti presenze nella Via Lattea e responsabili di influenzare pesantemente l’ambiente circostante. Di recente questo studio è stato portato avanti sfruttando la lunghezza d’onda radio e l’infrarosso all’interno di numerosi progetti. Uno di essi è la straordinaria immagine della Via Lattea nell’infrarosso prodotta dal telescopio spaziale Spitzer della NASA:

Via Lattea infrarosso
Immagine nella lunghezza d’onda dell’infrarosso pubblicata nel 2006 e ottenuta dai dati del telescopio spaziale Spitzer della NASA. Mostra centinaia di migliaia di stelle raggruppate nel cuore della Via Lattea. Credits: NASA/JPL-Caltech/S. Stolovy (Spitzer Science Center/Caltech)

La regione nell’immagine non può essere vista nella banda della luce visibile, perché la polvere e il gas presenti tra la Terra e il centro della Galassia ci impedisce di vederlo. La luce visibile, infatti, è assorbita dalla polvere, che invece le onde radio o la radiazione infrarossa possono facilmente penetrare. I radiotelescopi, sono quindi essenziali per rivelare le regioni avvolte dalla polvere in cui si formano le giovani stelle.

La nuova indagine GLOSTAR

Per investigare sui segreti della Via Lattea più nascosti, è stata ideata una nuova indagine denominata GLOSTAR (Global view of the Star formation in the Milky Way). Progettata anche per sfruttare strumentazione all’avanguardia, aggiornata e migliorata rispetto alla precedente, GLOSTAR ha permesso di ottenere dati precedentemente solo sperati.

GLOSTAR ha entusiasmato gli astronomi con nuovi dati sui processi di nascita e morte di stelle massicce, nonché sul materiale presente tra le stelle. Il team di ricercatori di GLOSTAR ha pubblicato una serie di articoli sulla rivista Astronomy & Astrophysics che riportano i primi risultati del loro lavoro, inclusi studi dettagliati di diversi oggetti presi singolarmente. Nel frattempo le osservazioni continuano e ulteriori risultati saranno pubblicati in seguito.

I risultati: la presenza di massiccia formazione stellare

L’indagine GLOSTAR ha individuato tracce di formazione stellare massiccia nella fase iniziale. Nello specifico ha rilevato:

  • Regioni compatte di idrogeno ionizzato dalla potente radiazione emessa dalle giovani stelle;
  • L’emissione radio da molecole di metanolo, capaci di individuare la posizione di stelle molto giovani avvolte nelle nubi di gas e polvere in cui si stanno formando.

Sono stati scoperti anche molti nuovi resti di esplosioni di supernovae, le catastrofiche morti delle stelle massicce. Studi precedenti avevano trovato meno di un terzo del numero previsto di resti di supernova nella Via Lattea. Nella regione studiata, GLOSTAR ha più che raddoppiato il numero.

GLOSTAR descrizioni
L’immagine GLOSTAR in cui sono messe in evidenza alcune delle caratteristiche scoperte dallo studio di questa sezione di disco della Via Lattea, come esplosioni stellari e regioni di massiccia formazione stellare. Credits: Brunthaler et al., Sophia Dagnello, NRAO/AUI/NSF.

Il lavoro combinato di due potenti radiotelescopi

Il team di ricercatori ha combinato i dati del VLA e del telescopio Effelsberg per ottenere una visione completa della regione studiata. Il VLA è un interferometro: combina i segnali provenienti da antenne separate per creare immagini ad altissima risoluzione. Purtroppo, però, l’interferometria spesso non è in grado di catturare strutture su larga scala. Quindi il radiotelescopio Effelsberg, un’antenna di 100 metri di diametro, ha fornito i dati mancanti delle strutture più grandi di quelle che il VLA era in grado di rilevare. In questo modo l’immagine di questa porzione del disco della nostra Galassia è risultata completa.

In questo video è possibile seguire le strutture galattiche individuate dai due radiotelescopi. Credits: Brunthaler et al., Sophia Dagnello, NRAO/AUI/NSF.

Un censimento quasi completo degli ammassi di formazione stellare

William Cotton, membro del team e ricercatore del National Radio Astronomy Observatory, afferma:

I risultati di GLOSTAR, combinati con altri sondaggi radio e infrarossi, offrono agli astronomi un censimento quasi completo di enormi ammassi di formazione stellare a vari stadi di formazione. Questo avrà un valore duraturo per studi futuri.

I ricercatori aggiungono che GLOSTAR è quindi la prima mappa del piano galattico a lunghezze d’onda radio che rileva con alta risoluzione spaziale molte importanti tracce di formazione stellare. Qualcosa di fondamentale per comprendere sempre più a fondo la struttura della nostra Galassia, e non solo.

I papers pubblicati per Astronomy & Astrophysics:

  1. Overview and first results for the Galactic longitude range 28° < l < 36°
  2. Supernova remnants in the first quadrant of the Milky Way

  3. 6.7 GHz methanol maser survey in Cygnus X

  4. Radio continuum detections of young stellar objects in the Galactic Centre region

Continua a seguire Astrospace.it sul canale Telegram, sulla pagina Facebook e sul nostro canale Youtube. Non perderti nessuno dei nostri articoli e aggiornamenti sul settore aerospaziale e dell’esplorazione dello spazio.

Tags: formazione stellareGalassiastellaStelleVia lattea

Potrebbe interessarti anche questo:

Nebulosa della Tarantola

La formazione stellare violenta in una nuova immagine della nebulosa della Tarantola

Giugno 22, 2022
Gaia

GAIA ha catalogato 1,8 miliardi di stelle nel più dettagliato studio mai fatto della Via Lattea

Giugno 13, 2022
Margherita Hack

In ricordo di Margherita Hack: tutto comincia dalle stelle

Giugno 12, 2022
Buco nero isolato

Hubble prova per la prima volta l’esistenza di un buco nero isolato, misurando la sua massa

Giugno 11, 2022
Gravitational lens

Una galassia usata come “telescopio cosmico” per vedere l’Universo primordiale

Maggio 24, 2022
Sgr A*

Ecco la prima foto di Sagittarius A*, il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea

Maggio 12, 2022
Next Post
La capsula CST-100 sula cima dell'Atlas V il 17 luglio 2021. Sullo sfondo la rampa di lancio. Credits: NASA/Boeing

La capsula Starliner è pronta al secondo volo di prova verso la ISS

La guida completa al James Webb Space Telescope

La guida completa al James Webb Space Telescope

Gli articoli più letti questa settimana

  • Webb

    Ecco cosa vedremo il 12 luglio, quando saranno rilasciate le prime immagini scientifiche del James Webb

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Anche la capsula americana Cygnus ora può spostare la ISS

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Partita con successo la missione CAPSTONE: inizia ufficialmente l’ERA Artemis

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • CAPSTONE è pronto a partire. Ecco tutto quello da sapere sul primo satellite dell’Era Artemis

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Segui AstroSpace.it anche in:

Telegram LinkedIn Twitter Youtube

I nostri ultimi approfondimenti

Nuovi scenari si prospettano per lo sviluppo dei futuri sistemi di protezione termica, anche grazie all’introduzione di nuovi materiali e tecniche costruttive, come nel caso dei TPS “in tessuto”. Credits: NASA

La guida completa al TPS di un mezzo spaziale: prospettive e sviluppi futuri

Maggio 6, 2022
progressi di starship

Un nuovo rinvio per i permessi della FAA. I progressi di Starship

Maggio 10, 2022
Lo spaceliner, spazioplano ipersonico in studio presso l’agenzia spaziale tedesca (DLR) potrebbe utilizzare la tecnica del Transpiration cooling, un tipo di TPS attivo.

La guida completa al TPS di un mezzo spaziale: i sistemi attivi

Maggio 6, 2022
AstroSpace

© 2021 Astrospace.it Info@astrospace.it - News e approfondimenti di astronautica e aerospazio.

  • Privacy Policy
  • AstroSpace.it
  • Collabora
  • La redazione
  • Feed RSS
  • Newsletter

  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
  • Esplorazione spaziale
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Scienza
    • Astronomia e astrofisica
    • Fisica
  • Rubriche
    • Astrospace Newsletter
    • Le guide di Astrospace
    • Cronache marziane
    • Leggere lo Spazio
    • I progressi di Starship
    • Spazio d’Oriente
    • Interviste
  • Spazio Italiano
    • Spazio Blog
No Result
View All Result

© 2021 Astrospace.it Info@astrospace.it - News e approfondimenti di astronautica e aerospazio.