Se investigassimo i segreti del cosmo solo nelle lunghezze d’onda della luce visibile, non saremmo in grado di studiare la stragrande maggioranza di esso. Per questo per osservarlo sfruttiamo anche altre bande, come l’infrarosso, l’ultravioletto, il radio. Ora gli astronomi hanno usato due tra i radiotelescopi più potenti al mondo per effettuare un’indagine dettagliata di uno spesso segmento della nostra Via Lattea. I dati del Karl G. Jansky Very Large Array (VLA) della National Science Foundation e il telescopio Effelsberg di 100 metri in Germania hanno rilevato tracce di massiccia formazione stellare finora mai scoperta nel disco galattico.
L’alta qualità e risoluzione delle immagini consentirà di approfondire lo studio di queste misteriose regioni, che presentano anche importanti tracce di esplosioni stellari. E quindi trattengono importanti indizi sulla nascita e morte delle stelle.
Osservando nel radio e nell’infrarosso
Non è semplice capire come si formino le stelle, soprattutto quelle massicce più di dieci volte il nostro Sole, importanti presenze nella Via Lattea e responsabili di influenzare pesantemente l’ambiente circostante. Di recente questo studio è stato portato avanti sfruttando la lunghezza d’onda radio e l’infrarosso all’interno di numerosi progetti. Uno di essi è la straordinaria immagine della Via Lattea nell’infrarosso prodotta dal telescopio spaziale Spitzer della NASA:
La regione nell’immagine non può essere vista nella banda della luce visibile, perché la polvere e il gas presenti tra la Terra e il centro della Galassia ci impedisce di vederlo. La luce visibile, infatti, è assorbita dalla polvere, che invece le onde radio o la radiazione infrarossa possono facilmente penetrare. I radiotelescopi, sono quindi essenziali per rivelare le regioni avvolte dalla polvere in cui si formano le giovani stelle.
La nuova indagine GLOSTAR
Per investigare sui segreti della Via Lattea più nascosti, è stata ideata una nuova indagine denominata GLOSTAR (Global view of the Star formation in the Milky Way). Progettata anche per sfruttare strumentazione all’avanguardia, aggiornata e migliorata rispetto alla precedente, GLOSTAR ha permesso di ottenere dati precedentemente solo sperati.
GLOSTAR ha entusiasmato gli astronomi con nuovi dati sui processi di nascita e morte di stelle massicce, nonché sul materiale presente tra le stelle. Il team di ricercatori di GLOSTAR ha pubblicato una serie di articoli sulla rivista Astronomy & Astrophysics che riportano i primi risultati del loro lavoro, inclusi studi dettagliati di diversi oggetti presi singolarmente. Nel frattempo le osservazioni continuano e ulteriori risultati saranno pubblicati in seguito.
I risultati: la presenza di massiccia formazione stellare
L’indagine GLOSTAR ha individuato tracce di formazione stellare massiccia nella fase iniziale. Nello specifico ha rilevato:
- Regioni compatte di idrogeno ionizzato dalla potente radiazione emessa dalle giovani stelle;
- L’emissione radio da molecole di metanolo, capaci di individuare la posizione di stelle molto giovani avvolte nelle nubi di gas e polvere in cui si stanno formando.
Sono stati scoperti anche molti nuovi resti di esplosioni di supernovae, le catastrofiche morti delle stelle massicce. Studi precedenti avevano trovato meno di un terzo del numero previsto di resti di supernova nella Via Lattea. Nella regione studiata, GLOSTAR ha più che raddoppiato il numero.
Il lavoro combinato di due potenti radiotelescopi
Il team di ricercatori ha combinato i dati del VLA e del telescopio Effelsberg per ottenere una visione completa della regione studiata. Il VLA è un interferometro: combina i segnali provenienti da antenne separate per creare immagini ad altissima risoluzione. Purtroppo, però, l’interferometria spesso non è in grado di catturare strutture su larga scala. Quindi il radiotelescopio Effelsberg, un’antenna di 100 metri di diametro, ha fornito i dati mancanti delle strutture più grandi di quelle che il VLA era in grado di rilevare. In questo modo l’immagine di questa porzione del disco della nostra Galassia è risultata completa.
In questo video è possibile seguire le strutture galattiche individuate dai due radiotelescopi. Credits: Brunthaler et al., Sophia Dagnello, NRAO/AUI/NSF.
Un censimento quasi completo degli ammassi di formazione stellare
William Cotton, membro del team e ricercatore del National Radio Astronomy Observatory, afferma:
I risultati di GLOSTAR, combinati con altri sondaggi radio e infrarossi, offrono agli astronomi un censimento quasi completo di enormi ammassi di formazione stellare a vari stadi di formazione. Questo avrà un valore duraturo per studi futuri.
I ricercatori aggiungono che GLOSTAR è quindi la prima mappa del piano galattico a lunghezze d’onda radio che rileva con alta risoluzione spaziale molte importanti tracce di formazione stellare. Qualcosa di fondamentale per comprendere sempre più a fondo la struttura della nostra Galassia, e non solo.
I papers pubblicati per Astronomy & Astrophysics:
- Overview and first results for the Galactic longitude range 28° < l < 36°
-
Radio continuum detections of young stellar objects in the Galactic Centre region
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