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Perchè la NASA ha sospeso il contratto HLS con SpaceX?

Stefano Piccin di Stefano Piccin
Maggio 3, 2021
in Agenzie Spaziali, Esplorazione spaziale, NASA, News, Space economy, SpaceX
render moonship starship

Render ufficiale di SpaceX che mostra la nuova Starship in versione lunare.

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Il 16 aprile la NASA ha comunicato ufficialmente di aver scelto la versione modificata di Starship come unico progetto vincitore della seconda fase del programma HLS. La proposta di SpaceX riceverà 2.89 miliardi di dollari di finanziamento per sviluppare il mezzo che trasporterà gli astronauti dall’orbita lunare alla superficie a partire dalla missione Artemis 3. Le alternative a Starship erano un lander creato da Blue Origin alla guida di altre tre aziende e la proposta di Dynetics, a capo di un consorzio di 25 diverse società.

Il 26 aprile, Blue Origin e successivamente anche Dynetics hanno presentato dei ricorsi al GAO (Government Accountability Office) un ufficio governativo che si occupa di controllare come vengono spesi i fondi delle Agenzie Federali. In seguito a queste proteste la NASA ha bloccato, il 30 aprile, il finanziamento a SpaceX. Quest’ultima decisione è stata riportata in modo sensazionalistico, ma si tratta di un processo normale. Se un partecipante ad un finanziamento pubblico presenta un ricorso, viene sospeso il programma del vincitore fino a che il ricorso non viene risolto.

Accadde ad esempio nel 2014, quando la NASA assegnò a SpaceX e Boeing il finanziamento del Commercial Crew Program, scartando la proposta del Dream Chaser di SNC. Sierra Nevada Corporation presentò ricorso, sospendono i finanziamenti ai due vincitori, che ripresero circa 2 mesi dopo. Successe anche questo autunno, quando la Space Development Agency (SDA) ha affidato la costruzione di 8 satelliti per il rilevamento e il tracciamento di missili balistici e ipersonici a SpaceX e L3Harris. Airbus e Raytheon, le cui proposte vennero scartate, presentarono un ricorso al GAO, durante il quale i progetti di SpaceX e L3Harris vennero sospesi.

Perché Blue Origin fa ricorso?

In questo approfondimento raccogliemmo tutte le analisi effettuate dalla NASA sulle tre proposte per il programma HLS. Quello che emerse era che le grandi mancanze di Blue Origin riguardavano innanzitutto il prezzo, che ora sappiamo essere stato di 5.99 miliardi, e alcuni problemi tecnici non trascurabili. Proprio sul prezzo si basa una delle critiche maggiori dell’azienda di Bezos, che afferma che non le è stata data la possibilità di rivalutarlo, cosa che sembra avrebbe potuto fare, sapendo che non ci sarebbero stati fondi sufficienti.

Blue Origin National team
Un rende di come sarà il lander del National Team. Credits: Blue Origin

Sui fondi, Blue Origin presenta inoltre un ragionamento particolare. La NASA ha ottenuto quest’anno solamente 850 milioni di finanziamento per il programma HLS, a fronte di 3.5 miliardi di dollari richiesti. Blue Origin ha però affermato che la NASA ha sottostimato i finanziamenti che avrebbe potuto ricevere nei prossimi anni, e che una spesa totale di circa 10 miliardi (SpaceX e Blue Origin assieme) sarebbe stata sostenibile. La seconda critica riguarda infatti la mancanza di concorrenza, che la NASA aveva sempre affermato come un punto fermo di tutto il programma HLS. Secondo Blue Origin, la verticalità di SpaceX (produrre internamente tutte le loro tecnologie e componenti) assegna all’azienda di Musk un ulteriore monopolio del settore spaziale americano.

Le obiezioni tecniche

Blue Origin, inoltre, attacca la NASA, che secondo loro ha valutato in modo poco imparziale l’offerta tecnica di SpaceX. Starship dovrebbe essere lanciata con un vettore ultra pesante che ancora non esiste e richiederebbe rifornimenti in orbita. Anche questo non è mai stato fatto. La proposta di Blue Origin presenta invece solo tre lanci, con tre vettori già sul mercato, e nessun rifornimento in orbita. Nell’analisi della NASA questi aspetti sono considerati un punto debole per SpaceX e un punto di forza per Blue Origin. Per l’azienda di Bezos non sono stati però pesati correttamente.

In tutto questo, la giustificazione principale di Blue Origin alle mancanze tecniche rilevata dalla NASA nella loro proposta, risulta nel fatto che non è stata data la possibilità di rivederle. Per correttezza è infatti giusto notare come la stessa NASA ha affermato che la proposta di SpaceX è stata discussa con l’azienda, in modo da abbassarne il prezzo e rivalutare alcuni aspetti tecnici. Questo non è stato fatto con Blue Origin, che affermano di aver ricevuto la maggior parte dei feedback sulla loro proposta solamente il 16 aprile e nemmeno con Dynetics.

Perché Dynetics fa ricorso?

Sempre il 26 aprile, anche Dynetics ha presentato un ricorso al GAO, i cui punti principali sono simili a quelli di Blue Origin, e riguardano sopratutto il prezzo e la gestione del contratto. Dynetics ha affermato che nell’ultimo periodo il programma HLS si è trasformato in una competizione “al prezzo più basso” e quindi la NASA, una volta ricevuti un quarto dei finanziamenti richiesti, avrebbe dovuto modificare anche le richieste. La proposta di SpaceX si basa infatti su un prezzo significativamente minore delle altre, in quanto il mezzo Starship è finanziato anche in altri modi, dalla stessa SpaceX in primis.

Dynetics Lander HLS
Render del lander di Dynetics. Credits: Dynetics.

La protesta di Dynetics afferma anche che scegliere un unica proposta HLS ora, porterà ad un monopolio di tutti i trasporti lunari successivi ad Artemis 3. Per le missioni successive, il fatto che SpaceX disporrà già di un mezzo lunare, garantirà l’esclusione di qualsiasi altra proposta. Su questo fronte, la NASA ha affermato che sta già lavorando alla creazione di un programma LETS (Lunar Exploration Transportation Services). Con questo finanzierebbero proposte per i lander in grado di eseguire le missioni di routine nei prossimi anni.

Dynetics ha affermato che nemmeno a loro è stata data la possibilità di rivedere le proposte e di discuterne con la NASA stessa. La loro proposta, in base a quanto analizzato dalla NASA, presentava un prezzo “significativamente più alto” di quello di Blue Origin, e non poche lacune tecniche. Difficile che una contrattazione avrebbe quindi cambiato le cose.

Come si concluderanno questi ricorsi?

E’ innegabile, anche in base alle analisi presentate dalle due aziende scartate, che la scelta della NASA sia stata particolare e rischiosa. La Starship di SpaceX presenta ancora moltissimi aspetti tecnici da risolvere e tecnologie da sviluppare. Un altro punto che il GAO considererà molto è la mancanza di concorrenza, garantita dalla NASA in fase di presentazione del programma HLS e palesemente non rispettata. Solitamente è molto difficile che i ricorsi presentati al GAO vengano accolti. In questo caso specifico sarà invece quasi impossibile.

I due ricorsi potrebbero però forzare la NASA a velocizzare la creazione di un programma LETS per il futuro. Gli stessi aspetti su cui si basano le proteste: la mancata concorrenza e il rischio di monopolio, sembrano quasi rivolti al congresso stesso più che alla NASA. Questo potrebbe essere una spinta non indifferente per la scelta dei prossimi budget dell’Agenzia Spaziale Americana. Ora il GAO dispone di 100 giorni, fino al 4 agosto 2021 per prendere una decisione, e tutto lascia supporre che sarà investito tutto il tempo a disposizione. Fino ad allora i lavori alla Starship lunare di SpaceX dovranno restare fermi.

Il ricorso di Blue Origin. 
Una copia del ricorso di Dynetics è stata ottenuta da SpaceNews.

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Tags: ArtemisBlue OriginNasaSpaceX

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