La Cina e la Russia hanno firmato oggi, 9 marzo, un accordo di cooperazione per l’esplorazione lunare. L’accordo è in particolare incentrato sulla costruzione di una Stazione Scientifica Internazionale Lunare. Dai comunicati di Cina e Russia, si evince come questo progetto potrebbe essere sulla superficie e/o in orbita, a conferma di come non ci sia ancora un progetto specifico. L’accordo prevede infatti la collaborazione nella creazione di una road map per la progettazione.
L’accordo è stato firmato da Dmitry Rogozin, a capo di Roscosmos, e da Zhang Kejian, Direttore della China National Space Administration in una teleconferenza. L’aspetto principale su cui sia Russia che Cina puntualizzano, è quello internazionale. Nel comunicato russo si legge addirittura la volontà di creare un sistema di lancio per l’accesso allo spazio aperto a tutti i paesi interessati e ai partner internazionali. Gli obbiettivi dichiarati, sono quelli di “cooperazione nella ricerca, per promuovere l’esplorazione e l’uso dello spazio esterno per scopi pacifici e per gli interessi di tutta l’umanità”. Parole contenute nel comunicato russo, ma praticamente uguali in quello cinese.
Il significato di questo accordo
La Russia, con questo accordo, di cui era emersa proprio la versione di Roscosmos ad inizio febbraio, si avvicina ancora all’orbita di influenza cinese e di conseguenza si allontana ancora di più da una partecipazione al programma Artemis e alla costruzione del Lunar Gateway. Ne la Cina ne la Russia hanno ancora manifestato interesse nel firmare gli Accordi Artemis, prerequisito minimo per instaurare collaborazioni con NASA e USA nell’esplorazione lunare.
L’accordo di oggi non è “una prima volta”, ma segue ad altri, già firmati nei mesi scorsi. In particolare, nel 2019 Cina e Russia avevano firmato per collaborare alla missione Chang’e 7 della Cina, diretta verso il Polo Sud lunare e attualmente prevista per il 2024/2025. Da parte Russa, la collaborazione servirà invece per la missione Luna-26, un orbiter lunare previsto per il lancio nel 2024. A questo si aggiungeva anche la creazione di un data center congiunto, per la condivisione di dati relativi all’esplorazione lunare e dello spazio profondo.
Gli obbiettivi più pratici, relativi alla costruzione della Stazione Scientifica Internazionale Lunare annunciata oggi, non sono invece ancora chiari. Da parte cinese, in una presentazione del 2020 veniva presentato l’obbiettivo di costruire una base scientifica permanente nel Polo Sud nel periodo 2036-2045.
L’esperienza cinese, la tecnologia russa…o il contrario?
La Cina, a partire dai suoi lanciatori Lunga Marcia ha sempre inseguito l’obbiettivo prima della tecnologia. I vettori sono ad esempio particolarmente modulabili, con stadi e numero di booster che si adattano per eseguire una determinata missione di lancio. L’intero programma Chang’e di esplorazione lunare, che ha ormai portato sulla superficie due rover e una missione di sample return, è creato con lo stesso scopo. Con la missione Chang’e 6 verrà ripetuta la missione 5, con un recupero di campioni dal Polo Sud.
Con la missione Chang’e 7, la prima che avrà la collaborazione russa, verrà ripetuto tutto quanto fatto con le precedenti 6, ma in un’unica missione. Ci sarà un orbiter, un lander, un rover, un recupero di campioni, e una micro-stazione scientifica al Polo Sud. La 8, che concluderà il programma, avrà l’obbiettivo di utilizzare le risorse lunari, testando stampa 3D e analisi in loco. La preparazione tecnologica per le missioni umane del prossimo decennio c’è, e ora la Cina, con l’aiuto della Russia, sembra iniziare anche quella politica e strategica.
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