Nel giro di due settimane SpaceX è riuscita a completare con successo ben tre missioni, tra cui la storica Demo-2. Entro la fine di giugno sono in programma altri due lanci, il che potrebbe far raggiungere all’azienda di Musk l’incredibile traguardo di quattro missioni in un unico mese.
Anche in questa occasione il lancio prevedeva l’inserimento in orbita dei satelliti Starlink, che però non erano l’unico carico trasportato. Nei lanci precedenti, il Falcon 9 trasportava 60 satelliti di SpaceX, mentre in questa occasione in orbita ne sono arrivati “solo” 58. Questo è dovuto al fatto che in cima al secondo stadio, oltre agli Starlink vi erano anche tre satelliti SkySat. Il loro peso di circa 110 kg ognuno, ed il loro volume ha obbligato SpaceX a ridurre il numero dei propri satelliti all’interno dei fairing.
Sviluppati dalla Planet Labs, gli SkySat fanno parte di una piccola costellazione che, una volta terminata, sarà composta da 21 elementi. Questi satelliti sono utilizzati per ottenere immagini della Terra con una risoluzione che arriva fino a 50 cm. Google possiede una partecipazione azionaria in Planet Labs, per poter usufruire delle sue immagini satellitari.
Gli SkySat che hanno raggiunto l’orbita grazie a questo lancio, sono quelli con i numeri 16, 17 e 18, il cui rilascio è durato circa un minuto e avvenuto a 12 minuti dalla partenza.
Il programma Rideshare
Grazie a questa missione, SpaceX inaugura ufficialmente il programma Rideshare, per il trasporto in orbita di piccoli satelliti. Si tratta di una risposta alla crescente domanda da parte di aziende di poter lanciare i loro satelliti a costi sempre inferiori.
Condividendo un Falcon 9 usato con altre società, i costi di lanci si riducono in modo significativo. Un primo esperimento era avvenuto con la missione SSO-A, di dicembre 2018, durante la quale SpaceX portò in orbita ben 66 piccoli satelliti. Tra questi vi erano anche altri tre SkySat. In quell’occasione però, vi era un’azienda che faceva da intermediaria, la Spaceflight, che ha prodotto anche il dispenser per il trasporto e rilascio. SpaceX ha voluto quindi creare un altro programma che la mettesse in contatto diretto le aziende come Planet Labs.

Grazie al programma Rideshare, si stima che per lanciare gli ultimi sei SkySat della costellazione, l’azienda abbia dovuto sborsare circa 6 milioni di dollari. Il costo sarebbe lievitato a circa 40 milioni di dollari se Planet Labs avesse scelto di lanciare i propri satelliti con Rocket Lab. Ovviamente con questa opzione l’azienda “ospite” è vincolata nella data di lancio e nell’orbita di destinazione, pagando in questo modo l’incredibile risparmio.
SpaceX ora si è occupata della realizzazione di dispenser, agganci e metodi di rilascio ed ogni compagnia può scegliere quella che più soddisfa le sue esigenze. Vedremo quindi più spesso lanci condivisi, anche durante le missioni Starlink.
Falcon 9 per test di riutilizzabilità
Il Falcon 9 utilizzato con la missione Starlink-8 ha completato con successo la sua terza missione. Questo razzo infatti ha già volato trasportando due diverse Cargo Dragon per rifornire la Stazione Spaziale Internazionale. Ciò è avvenuto con le missioni CRS-19 e 20 di dicembre 2019 e marzo 2020.
Per la prima volta però, SpaceX ha lanciato un proprio razzo senza eseguire lo static fire test. Questo tipo di prova veniva eseguita solitamente qualche giorno prima del lancio, per controllare che tutti i sistemi del Falcon 9 funzionino correttamente. L’obbiettivo di SpaceX è quello di riuscire a riutilizzare un proprio razzo nel giro di 24 ore. Per fare questo quindi, con ogni missione vengono eseguiti dei test per poter raggiungere questo traguardo. Trattandosi di un Falcon 9 riutilizzato, i controlli sono stati fatti solamente durante il count down finale. I computer di bordo del razzo infatti, sono in grado di rilevare ogni anomalia ed abortire il lancio anche a T-0.
Il Falcon 9 è riuscito a partire senza problemi, portare il carico in orbita ed atterrare sulla chiatta Of Course I Still Love You a circa 628 km dalla costa di Cape Canaveral. L’atterraggio è stato a dir poco perfetto e completamente ripreso dalla camera di bordo della chiatta.

Con questa missione, SpaceX ha stabilito anche un nuovo record, ovvero il riutilizzo più veloce del pad SLC-40. Infatti sono trascorsi solamente 9 giorni e 7 ore dal lancio della missione precedente, ovvero Starlink-7.