Un team internazionale di astronomi ha individuato per la prima volta un esopianeta all’interno di un disco protoplanetario multianello. Il pianeta, denominato WISPIT 2b, orbita attorno a una giovane stella simile al Sole situata a circa 430 anni luce dalla Terra, nella costellazione dell’Aquila. La scoperta è stata possibile grazie allo strumento SPHERE montato sul VLT (Very Large Telescope) dell’ESO, e rappresenta un importante passo avanti nello studio della formazione planetaria.
WISPIT 2b è un gigante gassoso con una massa stimata attorno a 5 volte quella di Giove, e si trova ancora nelle primissime fasi della sua evoluzione. L’esopianeta si sta formando all’interno di un ampio disco circumstellare caratterizzato da più anelli concentrici e da una serie di gap ben definiti. L’immagine ottenuta con il VLT mostra WISPIT 2b immerso in uno di questi gap, segno della sua interazione con il disco stesso.
Oltre alla rilevazione infrarossa effettuata da SPHERE, un secondo gruppo di ricerca, guidato dall’Università dell’Arizona, ha osservato il pianeta anche nella banda Hα (idrogeno alfa): una conferma diretta del fatto che sta ancora accumulando materiale.
Questa è solo la seconda volta che viene confermata la presenza di un giovane esopianeta in formazione intorno a una stella di tipo solare. Il primo caso noto è quello di PDS 70b, scoperto nel 2018. La nuova osservazione di WISPIT 2b fornisce quindi un’occasione unica per studiare un sistema che potrebbe evolvere in modo analogo al nostro Sistema Solare.
Un laboratorio naturale per osservare la formazione planetaria
Il sistema WISPIT 2 rappresenta un contesto particolarmente interessante per comprendere le dinamiche tra pianeti neonati e dischi protoplanetari. Il disco circumstellare ha un’estensione di circa 380 Unità Astronomiche (1 UA è circa 150 milioni di km) e presenta una struttura ad anelli multipli che ricorda, su scala molto più ampia, quella dei dischi di Saturno.

Le immagini raccolte mostrano chiaramente la presenza di almeno tre gap principali, uno dei quali ospita proprio WISPIT 2b. Questo tipo di morfologia suggerisce che il pianeta stia scolpendo attivamente il disco circostante, accrescendo materiale e creando perturbazioni gravitazionali che influenzano la distribuzione di polveri e gas.
Il pianeta orbita a una distanza di circa 57 UA dalla sua stella madre, una posizione che lo colloca ben oltre la fascia orbitale di Giove nel nostro Sistema Solare. È stato osservato direttamente grazie all’emissione termica residua della sua formazione, ancora visibile in banda infrarossa. In parallelo, l’emissione in Hα rilevata dallo strumento MagAO-X sul telescopio Magellan da 6.5 metri in Cile ha permesso di confermare l’attività di accrescimento, un tratto distintivo nei pianeti ancora in formazione.
Il sistema WISPIT 2 era stato inizialmente individuato durante un’indagine a largo campo su giovani stelle, condotta con osservazioni di breve durata. La struttura ad anelli del disco ha subito attirato l’attenzione del team, che ha quindi richiesto osservazioni di follow up più approfondite. La combinazione di immagini dirette e dati spettroscopici ha permesso non solo di confermare la presenza del pianeta, ma anche di caratterizzarne lo stato evolutivo.
Prospettive per lo studio dei sistemi planetari giovani
La scoperta di WISPIT 2b offre nuovi elementi per comprendere perché i sistemi esoplanetari osservati finora mostrino una tale varietà di configurazioni orbitali e morfologie. Osservare un pianeta nella fase in cui interagisce direttamente con il disco circumstellare aiuta a testare modelli teorici di formazione planetaria, soprattutto in relazione ai meccanismi di migrazione, accrescimento e pulizia dei dischi.
A differenza della maggior parte degli esopianeti noti, scoperti tramite metodi indiretti come il transito o la velocità radiale, WISPIT 2b è stato osservato in modo diretto e in un contesto ancora in evoluzione. Questo lo rende particolarmente prezioso per la comunità scientifica. L’analogia con PDS 70 rafforza l’idea che sia possibile catturare momenti distinti della formazione planetaria attraverso osservazioni combinate in diverse lunghezze d’onda.
In futuro, osservatori come l’ELT (Extremely Large Telescope) e il telescopio spaziale Nancy Grace Roman permetteranno di esplorare questi sistemi con una risoluzione ancora maggiore.
I due studi di riferimento:
- WIde Separation Planets In Time (WISPIT): A Gap-clearing Planet in a Multi-ringed Disk around the Young Solar-type Star WISPIT 2, van Capelleveen et al. 2025
- Wide Separation Planets in Time (WISPIT): Discovery of a Gap Hα Protoplanet WISPIT 2b with MagAO-X, Close et al. 2025