La NASA è pronta a lanciare una nuova missione solare: SNIFS, acronimo di Solar EruptioN Integral Field Spectrograph. Il lancio è previsto in un periodo che va dal 18 al 20 luglio 2025 dalla base di White Sands, in New Mexico, a bordo di un razzo-sonda Black Brant IX. In appena 15 minuti complessivi di missione, SNIFS studierà una delle aree più enigmatiche dell’atmosfera solare: la cromosfera, lo strato che si estende tra la superficie visibile del Sole e la sua estesa corona.
Il cuore tecnologico di SNIFS è uno spettrografo a campo integrale operante nell’ultravioletto, il primo del suo genere a essere dedicato all’osservazione del Sole. Combinando immagini e dati spettrali, lo strumento analizzerà alcune linee spettrali fondamentali, tra cui quelle dell’idrogeno, del silicio e dell’ossigeno, per comprendere come l’energia si propaga attraverso la cromosfera. Dati importanti per capire come si innescano eruzioni solari e brillamenti, fenomeni alla base dello space weather.
La missione rappresenta anche un’opportunità formativa unica per giovani scienziati e ingegneri, coinvolti direttamente nella progettazione e realizzazione dello strumento. SNIFS sarà infatti recuperato dopo il volo, permettendo analisi fondamentali post-missione.

Un nuovo sguardo sulla cromosfera, con SNIFS
La cromosfera è uno degli strati più complessi e meno compresi dell’atmosfera solare. Situata tra la fotosfera (la superficie visibile del Sole) e la corona, la cromosfera è il luogo in cui l’energia solare comincia a manifestarsi in forme dinamiche ed esplosive.
È proprio qui che prendono forma i brillamenti solari e le espulsioni di massa coronale (CME), eventi che possono avere effetti significativi sul cosiddetto meteo spaziale, influenzando satelliti, telecomunicazioni e persino reti elettriche terrestri. Nonostante decenni di osservazioni, la fisica della cromosfera resta in parte un mistero.
SNIFS si propone di colmare questo vuoto di conoscenza, analizzando come l’energia si muove e si converte in questa regione. Per farlo, utilizzerà un approccio inedito: il suo spettrografo a campo integrale permetterà di ottenere simultaneamente immagini e spettri dettagliati su un’intera area del Sole, senza dover scegliere tra risoluzione spaziale e informazione spettrale.
Tra le linee spettrali osservate ci sarà quella dell’idrogeno Lyman-alpha, la più brillante nell’ultravioletto, insieme a due linee nel vicino UV del silicio e dell’ossigeno, che forniranno indizi su temperatura, composizione e moti del plasma solare. L’obiettivo finale è comprendere come e dove l’energia viene immagazzinata, trasformata e rilasciata sotto forma di eruzioni.

Tecnologia all’avanguardia
Il cuore della missione SNIFS è un innovativo strumento che combina due tecniche fino ad ora usate separatamente: l’imaging e la spettroscopia. Le immagini permettono di osservare ampie porzioni della superficie solare in modo simultaneo, mentre gli spettrografi analizzano la luce in dettaglio, scomponendola nelle sue componenti per rilevare caratteristiche fisiche come la composizione, la velocità e la temperatura del plasma.
La vera forza di SNIFS sta nella capacità di fare entrambe le cose contemporaneamente, ottenendo una mappa tridimensionale dell’atmosfera solare in continua evoluzione. Questo tipo di tecnologia è ancora in fase sperimentale, ed è per questo che viene testata su un razzo-sonda: un vettore suborbitale che permette esperimenti a basso costo e di breve durata.
Il volo durerà in tutto circa 15 minuti, con una finestra di osservazione sul Sole di appena 7–8 minuti. Dopo aver raggiunto tra i 112 e i 128 km di quota, il razzo inizierà la discesa e il carico utile sarà recuperato per ulteriori analisi.
SNIFS però non è solo una missione scientifica: è anche un banco di prova per la formazione. Numerosi studenti e giovani ricercatori hanno partecipato attivamente alla progettazione, costruzione e preparazione del lancio.
La missione è progettata e guidata dal Laboratory for Atmospheric and Space Physics (LASP) della University of Colorado Boulder, con finanziamento della NASA Heliophysics Division. Altri partner coinvolti sono la Queen’s University Belfast (UK) e il Goddard Space Flight Center della NASA.











