Un nuovo studio presentato il 10 luglio 2025 al National Astronomy Meeting (NAM) 2025 della Royal Astronomical Society a Durham, nel Regno Unito, ha rivelato l’esistenza di oltre 15 000 km di antichi canali fluviali nella regione marziana di Noachis Terra. Questa scoperta rafforza l’ipotesi che il Pianeta Rosso, circa 3.7 miliardi di anni fa, fosse molto più caldo e umido di quanto si pensasse.
Il lavoro è stato guidato da Adam Losekoot, dottorando presso la Open University, e sostenuto dalla UK Space Agency. I ricercatori hanno individuato numerose Fluvial Sinuous Ridges (FSR), creste sinuose formate dall’erosione differenziale di sedimenti fluviali consolidati, attraverso immagini e dati altimetrici acquisiti da tre strumenti a bordo di missioni orbitali: la Context Camera (CTX), il Mars Orbiter Laser Altimeter (MOLA) e l’HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment).
Queste creste sono distribuite su un’ampia area delle alte terre meridionali di Marte, e suggeriscono la presenza stabile e diffusa di acqua liquida in superficie durante la transizione tra l’epoca Noachiana e quella Esperiana, un periodo cruciale nella storia climatica del pianeta. L’ampia estensione, l’elevazione rispetto al terreno circostante e la forma interconnessa di queste strutture indicano un’origine legata alla precipitazione e a condizioni climatiche favorevoli protratte nel tempo.
I canali di Noachis Terra: un archivio geologico ancora poco esplorato
La regione di Noachis Terra è situata nelle alte terre meridionali di Marte, ed è stata fino ad oggi relativamente trascurata negli studi climatici del pianeta. Questo perché presenta poche reti vallive ramificate, che di solito vengono utilizzate come principale evidenza morfologica della presenza passata di acqua liquida.
Tuttavia, secondo Losekoot e il suo team, questo approccio rischia di escludere importanti indizi alternativi. Le Fluvial Sinuous Ridges individuate nello studio forniscono un’evidenza distinta della presenza prolungata di fiumi attivi. Alcuni dei sistemi identificati si estendono per centinaia di chilometri, con creste alte fino a decine di metri, il che implica processi sedimentari e condizioni ambientali stabili su scala geologica.

L’ipotesi più accreditata è che queste creste si siano formate in seguito a flussi fluviali alimentati da piogge, che hanno depositato sedimenti successivamente consolidati. Con il tempo, l’erosione ha rimosso i materiali più teneri, lasciando esposte le antiche strutture dei letti fluviali.
La distribuzione spaziale delle creste suggerisce che Noachis Terra abbia sperimentato un ambiente caratterizzato da precipitazioni diffuse e condizioni favorevoli alla stabilità dell’acqua liquida. Questo contrasta nettamente con il modello climatico dominante, che prevede per Marte un clima globale arido e freddo, interrotto solo da episodi transitori di riscaldamento.
Una nuova prova di un antico clima umido su Marte
Lo studio presentato al congresso di Durham si inserisce in un dibattito aperto tra due principali visioni del passato marziano:
- Quella di un pianeta caldo e umido, in grado di sostenere laghi e fiumi stabili.
- Quella di un pianeta freddo, dove l’acqua liquida si formava solo occasionalmente da ghiaccio fuso.
Le scoperte in Noachis Terra offrono nuovi elementi a favore del primo scenario. La maturità e l’interconnessione dei sistemi fluviali identificati non possono essere spiegate da eventi brevi o localizzati, ma richiedono condizioni climatiche favorevoli protratte nel tempo. Secondo i ricercatori, ciò rende questa regione un “fossile climatico”, capace di conservare la memoria geologica di un’epoca in cui Marte poteva ospitare acqua stabile in superficie.
In un contesto in cui le missioni di esplorazione stanno cercando tracce di vita passata sul pianeta, la scoperta di sistemi fluviali così estesi e ben conservati rappresenta un tassello fondamentale per comprendere la reale abitabilità di Marte in epoche remote. Le indagini future su Noachis Terra potranno chiarire non solo il passato idrologico del pianeta, ma anche fornire indicazioni preziose per la selezione di siti di atterraggio e perforazione nelle prossime missioni.