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Curiosity ha studiato le formazioni “boxwork” su Marte, modellate da acque sotterranee

Mariasole Maglione di Mariasole Maglione
Giugno 25, 2025
in Agenzie Spaziali, Esplorazione spaziale, NASA, News, Scienza, Sistema solare
Vista del rover Curiosity sulla regione delle formazioni "boxwork", creste basse che gli scienziati pensano possano essere state formate dalle acque sotterranee miliardi di anni fa. Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Vista del rover Curiosity sulla regione delle formazioni "boxwork", creste basse che gli scienziati pensano possano essere state formate dalle acque sotterranee miliardi di anni fa. Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS

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Il rover Curiosity della NASA ha osservato per la prima volta da vicino una serie di strutture geologiche conosciute come “formazioni boxwork” sulla superficie di Marte, nel cratere Gale. Le immagini raccolte tra il 15 e il 18 maggio 2025 mostrano una rete di creste rocciose basse e intrecciate, emerse grazie all’erosione del vento che ha progressivamente rimosso la roccia più friabile.

Queste strutture, osservate nel dettaglio per la prima volta dal suolo, erano state precedentemente identificate solo dall’orbita, senza possibilità di conferma diretta.

Le formazioni boxwork si trovano su uno degli strati del Monte Sharp, la montagna alta 5 km che Curiosity sta esplorando dal 2014. Secondo i ricercatori del Jet Propulsion Laboratory, queste strutture si sarebbero formate quando l’acqua sotterranea, circolando tra le fratture della roccia, ha lasciato dietro di sé minerali che si sono cementati nel tempo. L’erosione ha poi portato alla luce queste strutture più resistenti.

Le osservazioni di Curiosity suggeriscono che, anche dopo la scomparsa dei laghi superficiali di Gale, l’acqua continuasse a essere attiva sotto la superficie. Le creste individuate si estendono su diversi km e si trovano in un’area caratterizzata dalla presenza di solfati di magnesio, minerali salini che si formano quando l’acqua evapora. La loro presenza indica che l’ambiente si stava progressivamente prosciugando, ma che l’acqua era ancora presente nel sottosuolo, capace di modificare la geologia della regione in modo significativo.

Una geologia inattesa

Un elemento che ha sorpreso gli scienziati è la presenza di sottili vene bianche di solfato di calcio tra le creste boxwork. Questi minerali erano comuni negli strati inferiori del Monte Sharp, ma sembravano scomparsi con l’aumento dell’altitudine.

La loro ricomparsa in questo nuovo strato, finora mai osservata nella zona ricca di solfati di magnesio, solleva nuove domande sull’estensione e la durata dell’attività idrotermale marziana. Il letto roccioso in cui si trovano queste strutture presenta inoltre una composizione diversa rispetto agli altri strati esplorati finora.

Vista del rover Curiosity sulle formazioni
Vista del rover Curiosity sulle formazioni “boxwork” su Marte il 16 maggio 2025. Gli scienziati pensano che i bordi induriti di queste creste possano essere stati formati da antiche acque sotterranee. Credits: NASA/JPL-Caltech/MSSS

La varietà di formazioni suggerisce che i processi geochimici non si siano interrotti bruscamente, ma abbiano continuato a plasmare il paesaggio marziano per lunghi periodi, anche in condizioni di aridità crescente. La presenza simultanea di minerali idrati e sali indica che l’acqua, seppur in quantità minime, è rimasta attiva abbastanza a lungo da lasciare impronte stabili nel tempo. Questa scoperta rafforza l’ipotesi che Marte abbia avuto nicchie abitabili anche durante le fasi avanzate della sua trasformazione climatica.

Un nuovo campione dalle formazioni boxwork

Per studiare più a fondo le formazioni boxwork, Curiosity ha prelevato un campione da una roccia soprannominata “Altadena” l’8 giugno 2025. Il materiale, raccolto con il trapano del rover, è stato poi analizzato dagli strumenti di bordo alla ricerca di composti organici o altre tracce chimiche di ambienti favorevoli alla vita. Ulteriori analisi verranno effettuate su formazioni simili di dimensioni maggiori individuate in aree adiacenti.

Il team della missione ha anche avviato un nuovo sistema di denominazione dei luoghi esplorati, ispirandosi ora al Salar de Uyuni e al deserto di Atacama, ambienti terrestri estremamente aridi studiati per le loro somiglianze con Marte. Questo legame con ambienti terrestri reali aiuta anche a identificare con maggiore precisione i contesti geologici da confrontare tra i due pianeti.

Con ogni nuovo dato, infatti, Curiosity continua a raccogliere indizi sulla storia dell’acqua su Marte e sulle condizioni ambientali che potrebbero aver sostenuto, in passato, forme di vita microbica.

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Tags: Curiosityformazioni boxworkgeologiaMarteNasaPianeta rossorover

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