Il Regno Unito ha presentato una proposta di missione per indagare l’eventuale presenza di composti legati ad attività biologica nell’atmosfera di Venere. La missione, chiamata VERVE (Venus Explorer for Reduced Vapours in the Environment), è stata annunciata il 9 luglio 2025 durante il National Astronomy Meeting 2025 della Royal Astronomical Society a Durham.
L’obiettivo è studiare in dettaglio gas come la fosfina (PH₃) e l’ammoniaca (NH₃), già rilevati in precedenti osservazioni, ma la cui origine rimane incerta. Entrambi i composti, sulla Terra, sono prodotti da processi biologici o industriali, e al momento non esistono spiegazioni chimiche o geologiche compatibili con la loro presenza su Venere.
Il team guidato da Jane Greaves, dell’Università di Cardiff, propone di inviare una piccola sonda delle dimensioni di un cubesat in grado di mappare questi gas e altri composti ricchi di idrogeno. La sonda verrebbe lanciata come carico secondario con la missione EnVision dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), prevista per il lancio nel 2031. Una volta in orbita attorno a Venere, VERVE si separerebbe per svolgere una serie di osservazioni indipendenti. L’ambiente target si trova a circa 50 km di quota, dove la pressione è simile a quella terrestre e le temperature variano tra i 30 e i 70 °C.
Il progetto ha un budget stimato di 50 milioni di euro e mira a chiarire se i segnali osservati siano compatibili con attività biologica, o se siano dovuti a fenomeni chimici ancora non compresi.

VERVE, un cubesat con EnVision
La missione VERVE si propone di rilevare gas fuori dall’equilibrio chimico nell’atmosfera di Venere, utilizzando uno spettrometro submillimetrico ottimizzato per lavorare nella banda tra 520 e 640 GHz. Questa finestra spettrale include le linee di assorbimento di fosfina e ammoniaca.
Il payload scientifico di VERVE si basa su una versione semplificata dello strumento SWI a bordo della missione JUICE dell’ESA, con un sistema di scansione e uno spettrometro con risoluzione di circa 10 MHz. Lo strumento non sarà raffreddato e utilizzerà un’antenna con un campo visivo di circa 0.1°, abbastanza ampio da ottenere almeno 30 pixel sul disco di Venere.
Il concept prevede un cubesat da 6-8U con massa stimata intorno ai 20 kg, lanciato come carico secondario insieme alla missione EnVision a bordo di un Ariane 64 nel novembre 2031, con arrivo nel 2033. VERVE si separerebbe da EnVision prima della fase di aerobraking, rimanendo in un’orbita molto ellittica attorno a Venere, ideale per coprire vaste porzioni dell’atmosfera e rilevare variazioni spaziali nei gas analizzati. I principali limiti tecnici riguardano la protezione dal calore e un sistema di comunicazione a bassa velocità, pensato per usare il collegamento di EnVision senza interferire con la sua missione.
Grazie alla combinazione di uno strumento leggero, un’orbita scientificamente favorevole e una strategia di missione a basso impatto, VERVE punta a rispondere alle nuove domande sollevate dalle osservazioni post-2020 e a fornire dati complementari alle future sonde dedicate alla ricerca di vita su Venere.