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C’è un altro oggetto interstellare che sta attraversando il Sistema Solare?

Mariasole Maglione di Mariasole Maglione
Luglio 2, 2025
in Astronomia e astrofisica, News, Scienza, Sistema solare
Il candidato oggetto interstellare A11pl3z, da una ripresa del Deep Random Survey in Cile (a sinistra) e la sua probabile orbita (a destra) rispetto al Sistema Solare.

Il candidato oggetto interstellare A11pl3z, da una ripresa del Deep Random Survey in Cile (a sinistra) e la sua probabile orbita (a destra) rispetto al Sistema Solare.

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Per la terza volta nella storia, un oggetto con possibile orbita interstellare è stato identificato mentre attraversa il Sistema Solare. Il nuovo corpo celeste è stato temporaneamente catalogato come A11pl3Z e la sua traiettoria suggerisce che non abbia avuto origine nel nostro sistema planetario.

Gli unici altri due oggetti simili mai osservati sono ‘Oumuamua, scoperto nel 2017, e la cometa 2I/Borisov, rilevata nel 2019. A11pl3Z si aggiunge ora a questa ristretta categoria di “visitatori” provenienti da altri sistemi stellari, anche se al momento non è chiaro se si tratti di una cometa o di un asteroide.

A11pl3Z è stato rilevato per la prima volta l’1 luglio 2025 dal sistema ATLAS, a una distanza di 4.53 Unità Astronomiche dal Sole (1 UA è circa 150 milioni di km). Ha un’orbita retrograda, con un’inclinazione di 175.1° e un’eccentricità stimata di 6.1, quasi il doppio di quella di 2I/Borisov.

L’Agenzia Spaziale Europea ha confermato oggi, 2 luglio, che lo sta osservando e monitorando in queste ore, utilizzando telescopi in tutto il mondo. Così come la NASA. Si è anche scoperto che alcune registrazioni del passaggio dell’oggetto erano già state fatte nelle scorse due settimane dal sistema ATLAS in Cile e dalla Zwicky Transient Facility.

L’oggetto è attualmente localizzato all’interno dell’orbita di Giove, ma dalla parte opposta rispetto al Sole. Ciò rafforza l’ipotesi che non sia stato influenzato gravitazionalmente dai pianeti del Sistema Solare.

Con una magnitudine tra 17 e 18, A11pl3Z è ancora troppo debole per essere osservato con facilità da Terra. Il suo massimo avvicinamento al Sole fino a circa 2 Unità Astronomiche (ovvero 300 milioni di km) avverrà il prossimo ottobre, e finché si avvicina, sarà più semplice osservarlo e caratterizzarlo.

Cosa sappiamo finora dell’oggetto A11pl3Z

A11pl3Z ha attirato subito l’attenzione per la sua traiettoria iperbolica e con altissima eccentricità, che indica un’origine al di fuori del Sistema Solare. Secondo il fisico e radioastronomo Marshall Eubanks, l’oggetto potrebbe provenire dal sottile disco galattico, una componente della Via Lattea composta principalmente da giovani stelle e gas diffuso. Con un diametro stimato fino a 20 km, A11pl3Z è di dimensioni ben superiori a quelle di ‘Oumuamua, ma ancora troppo poco luminoso per una caratterizzazione dettagliata.

Dati iniziali indicativi sull'oggetto A11pl3Z.
Dati iniziali indicativi sull’oggetto A11pl3Z.

Mentre ‘Oumuamua ha sollevato interrogativi per la sua forma e il comportamento non convenzionale, e Borisov si è mostrata come una cometa classica seppur interstellare, A11pl3Z si presenta con caratteristiche inedite. Il fatto che non abbia subito interazioni significative con i pianeti del Sistema Solare rafforza l’ipotesi che il suo ingresso sia stato diretto e recente.

Il comportamento di A11pl3Z nei prossimi mesi sarà essenziale per comprenderne la natura. Se dovesse sviluppare una chioma o una coda, potrebbe essere identificato come una cometa interstellare. In caso contrario, ci troveremmo di fronte a un asteroide proveniente da un altro sistema stellare, oppure a un altro tipo di oggetto ancora sconosciuto.

Il monitoraggio attivo

Nonostante sia stato classificato come “near-Earth object”, A11pl3Z non rappresenta alcun pericolo. La sua traiettoria non lo porterà mai a meno di 50 milioni di km dall’orbita terrestre. Il punto di massimo avvicinamento avverrà intorno a ottobre, ma coinciderà con una configurazione sfavorevole per l’osservazione: la Terra si troverà infatti dalla parte opposta del Sole.

Anche il possibile transito all’interno dell’orbita di Marte, a circa 0.4 Unità Astronomiche, non garantirà una visibilità ottimale dalla superficie terrestre. Tuttavia, strumenti in orbita come il Mars Reconnaissance Orbiter potrebbero avere la possibilità di rilevarlo, se le condizioni saranno favorevoli.

Intanto, con l’aumento dell’interesse, altri osservatori e progetti di survey continueranno a monitorarne il movimento e la luminosità.

Risorse varie:

  • La pagina del Center for Near Earth Objects Studies (CNEOS) della NASA dedicata a A11pl3Z.
  • Il post dell’ESA su X del 2 luglio.
  • Le osservazioni in streaming del The Virtual Telescope Project di A11pl3Z organizzate per la sera del 3 luglio.
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Tags: monitoraggiooggetto interstellareSistema solare

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