• AstroSpace.it
  • Collabora
  • La redazione
  • Astrospace Shop
  • ADV
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
AstroSpace
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
ORBIT
Shop
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
AstroSpace
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati

E adesso? L’Europa e la cooperazione spaziale con gli USA – Lo spazio secondo me, di Paolo Ferri

Paolo Ferri di Paolo Ferri
Gennaio 31, 2025
in Agenzie Spaziali, ESA, Esplorazione spaziale, Le grandi firme dello spazio, Lo spazio secondo me di Paolo Ferri, NASA, News, Opinione, Paolo Ferri, Rubriche
Condividi su FacebookTweet

Da quando il nuovo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato eletto, lo scorso novembre, eventi e annunci che riguardano le attività spaziali americane si sono succeduti a ritmo crescente, e con essi si sono moltiplicate le voci e le speculazioni su cosa potrà accadere. La maggior parte dei commentatori e degli addetti ai lavori si aspetta cambiamenti radicali.

A parte le comprensibili preoccupazioni all’interno della NASA e di tutto il settore spazio negli USA, anche l’Europa guarda con apprensione quello che sta succedendo sull’altra sponda dell’Atlantico. Con l’esperienza del primo mandato Trump, ci si aspetta un deterioramento nella cooperazione internazionale, in particolare con l’Unione Europea. A favore magari di un rafforzamento di cooperazione bilaterale con i singoli Stati, cosa che dal punto di vista delle istituzioni europee è però chiaramente un aspetto negativo, perché contribuisce a indebolire l’Unione, sia politicamente che programmaticamente.

Nel campo spaziale la cooperazione europea con gli USA si è sviluppata storicamente quasi esclusivamente attraverso il rapporto ESA-NASA. Un rapporto che dura da decenni e che ha portato non solo alla realizzazione di programmi di successo come la ISS o le missioni scientifiche come Cassini-Huygens, per citarne una davvero epocale. Ma ha anche permesso all’ESA e all’industria spaziale europea di crescere, fare esperienza e sviluppare il know-how necessario a rendere il nostro continente in grado di coprire quasi tutti i settori spaziali.

Nell’ambito di questa cooperazione generalmente molto positiva, l’ESA ha però già dovuto subire in varie occasioni le conseguenze pesanti dell’instabilità politica e finanziaria del partner americano, sempre legato al ritmo annuale dell’approvazione del budget da parte del Congresso. Programmi congiunti importanti come ad esempio ISPM (International Solar Polar Mission) o Rosetta, videro a più riprese una riduzione drastica e improvvisa del contributo americano, mettendo così l’ESA in grandi difficoltà. Solo la reazione unita degli Stati membri e l’ingegnosità dell’esecutivo dell’Agenzia permise di salvare queste missioni, ridefinendole e finanziandole in chiave solamente europea.

Infografica con timeline del viaggio di Rosetta attraverso il Sistema Solare. Credits: ESA
Infografica con timeline del viaggio di Rosetta attraverso il Sistema Solare. Credits: ESA

Un esempio più recente è la tanto tormentata missione ExoMars che, dopo il ritiro della NASA, fu prima salvata dalla cooperazione con la Russia, per ritornare poi alla cooperazione con la NASA quando l’ESA ha interrotto unilateralmente i rapporti in seguito alla guerra in Ucraina. Di conseguenza la missione ExoMars di atterraggio su Marte ha sofferto ritardi enormi, e ora è prevista per il 2028. Sempre che non ci siano nuovi ripensamenti.

Le difficoltà che vengono oggi paventate sul fronte americano sono ben note. A cominciare dal programma Artemis di volo umano verso la Luna, al quale l’ESA fornisce un contributo importante. Qui alle già esistenti difficoltà tecniche e programmatiche da parte americana si aggiunge l’incertezza sul corso che vorrà prendere la NASA sotto la nuova amministrazione, influenzata da un Elon Musk che non ha mai risparmiato critiche al programma lunare.

Anche il programma Mars Sample Return, in cui l’ESA ha ancora un ruolo importante, anche se ormai limitato alla sonda Earth Return Orbiter, è in sospeso in attesa di decisioni della nuova amministrazione. E i timori che venga pesantemente ridefinito, ridimensionato o persino cancellato, restano.

Diversamente, la cooperazione sulla ISS non sembra essere in discussione. Abbiamo visto che la ISS sembra essere superiore a qualsiasi crisi finanziaria o politica, al punto da continuare tranquillamente in cooperazione con la Russia nonostante la grave crisi politica che ha causato la fine di altri programmi comuni. Ma la ISS è ormai storia passata, e anche per questo, almeno apparentemente, non sembra essere sotto il mirino di nessuno.

Infine, nel campo delle missioni scientifiche attualmente non ci sono in programma grandi missioni comuni ESA-NASA, dato che la collaborazione è affidata principalmente a progetti minori, che per ora rimangono sotto il radar delle bordate mediatiche o politiche.

Oltre alla cooperazione a livello istituzionale tra agenzie spaziali, l’Europa deve gestire anche l’aspetto industriale e commerciale dello spazio, che in questi anni sta subendo un’evoluzione rapidissima. Nonostante la crescita rapida dell’industria spaziale europea, il nostro continente ha ancora carenze in settori specifici e strategici, come la capacità di inviare esseri umani nello spazio.

Da sempre i nostri astronauti hanno potuto volare solo utilizzando lanciatori, capsule e stazioni spaziali messe a disposizione dagli USA o dalla Russia. Dall’inizio di questo decennio poi, la crisi tecnologica e politica che ha coinvolto i lanciatori europei ci ha tolto per qualche anno addirittura la capacità di accesso allo spazio, al punto che abbiamo dovuto usare lanciatori commerciali americani per lanciare i nostri satelliti, inclusi quelli di importanza strategica come quelli del sistema di navigazione Galileo. Con il ritorno al volo di Vega-C e con il primo volo di Ariane 6 questa crisi sembra per ora arginata, ma la questione lanciatori europei del futuro rimane un aspetto fondamentale non ancora completamente risolto.

Il return to flight di Vega-C il 5 dicembre 2024. Credits: ESA-CNES-Arianespace/Optique vidéo du CSG–S. Martin
Il return to flight di Vega-C il 5 dicembre 2024. Credits: ESA-CNES-Arianespace/Optique vidéo du CSG–S. Martin

Infine, abbiamo affrontato in ritardo il nuovo settore delle mega costellazioni per le comunicazioni satellitari. La nostra industria, con la creazione della costellazione commerciale OneWeb e recentemente con l’approvazione del futuro sistema Iris2, sta gradualmente entrando in questo nuovo mondo. Ma la mancata disponibilità a tempo breve di questo tipo di infrastruttura spaziale in Europa resta un fattore di debolezza piuttosto grave.

Mentre fino a pochi anni fa supplivamo alla carenza di infrastrutture spaziali europee tramite accordi non solo con gli USA, ma anche con altre nazioni come la Russia o la Cina, oggi per via delle crisi politiche aggravatesi nell’ultimo decennio siamo diventati ormai quasi completamente dipendenti da un unico partner: gli USA. Questo è un rischio gravissimo per la sovranità europea. In particolare se questa dipendenza non è solo a livello istituzionale, ma direttamente legata a fornitori industriali e commerciali extra-europei.

Abbiamo già sperimentato cosa significhi dipendere da SpaceX per il lancio di satelliti europei: nessun controllo di priorità del lancio, nessuna garanzia del servizio. Ha funzionato tutto, certo, e a prezzi molto convenienti, ma il messaggio è stato chiaro riguardo a chi fosse in controllo. E non era certo l’Europa. Creare ulteriori dipendenze da un partner commerciale straniero come SpaceX anche per altri servizi strategici, come è stato paventato recentemente a seguito di indiscrezioni sulla stampa, è un altro esempio di rischio molto grave, che nessuno Stato europeo dovrebbe permettersi di correre.

Per uscire da questa situazione pericolosa, l’Europa deve a mio parere seguire l’approccio che tradizionalmente l’ESA ha sempre seguito: continuare la cooperazione internazionale a tutto campo, con tutti i partner, anche quelli politicamente più difficili. Non è una via facile da seguire nel clima conflittuale che si è creato nel mondo negli ultimi anni. E in particolare in una struttura politicamente complessa come l’ESA, che deve fare i conti con le posizioni a volte fortemente contrastanti dei suoi Stati membri. È una danza difficile e delicata, ma non impossibile.

Un esempio evidente di come si possa avere successo perseguendo una cooperazione internazionale ad ampio raggio nonostante le tensioni politiche è dato dal programma scientifico dell’Agenzia, che in questi anni ha continuato a coltivare relazioni con tutte le agenzie spaziali mondiali e a realizzare progetti comuni a tutti i livelli con una grande varietà di Paesi extra-europei.

Se la cooperazione con la NASA sta per entrare, come sembra probabile, in una fase calante di portata e durata difficilmente prevedibili, allora si potrà ovviare con la crescita nella cooperazione con gli altri partner. Lo abbiamo fatto nel passato, lo si può, lo si deve fare soprattutto oggi. E se ci mancano ancora infrastrutture e capacità come ad esempio nel campo dell’accesso allo spazio, dobbiamo impegnarci subito nello sviluppo di queste nell’industria europea, e allo stesso tempo fare accordi con tutti i partner internazionali che le posseggono, per evitare che problemi con uno di essi ci lascino a piedi, o completamente in balia di un altro partner. Fino a quando non saremo finalmente indipendenti.

Nei rapporti con gli USA dovremo soprattutto fare attenzione a evitare due errori fondamentali. Il primo è farci bloccare le altre strade. L’esempio degli accordi Artemis è quello più evidente e attuale. Bene essere parte degli accordi e cooperare all’interno di questa coalizione. Ma è sbagliato interpretarli – come invece sicuramente fanno gli USA e anche molti Paesi europei – come esclusivi, cioè associati a un divieto di stabilire accordi con altri Paesi al di fuori della coalizione di Artemis.

La forza dell’Europa sta nella sua diversità e nella flessibilità di utilizzazione e applicazione di accordi a seconda degli interessi europei ma anche dei singoli Stati membri. Proprio in un momento come questo di grande incertezza nei rapporti con il nostro partner principale, dobbiamo assolutamente preservare questa flessibilità e libertà. A tutti i costi.

Trovo preoccupante ad esempio la direzione che sembra aver preso l’ESA riguardo alla cooperazione con la Cina nel campo delle missioni lunari. Dopo vent’anni di cooperazione sulle missioni robotiche del programma cinese Chang’e, con una serie impressionante di successi storici culminati con la raccolta di campioni dalla faccia nascosta della Luna da parte della missione Chang’e 6 (che tra l’altro ha portato sulla Luna uno strumento scientifico europeo), l’ESA ha recentemente dichiarato di non avere piani di cooperazione per le prossime missioni della serie Chang’e. Non ha cancellato esplicitamente la cooperazione, ma la sensazione che questo sia effettivamente successo è forte.

Il secondo errore sarebbe, per i singoli Stati europei, di cedere alla tentazione di sostituire i rapporti a livello europeo con accordi bilaterali con gli USA. Questi sono più facili da iniziare e gestire, ma creano e accrescono la dipendenza invece di eliminarla.

L’Europa non è ancora in grado di creare e gestire autonomamente tutte le infrastrutture e i servizi necessari alla sua totale indipendenza nello spazio. Per questo dobbiamo continuare a lavorarci e i nostri governi dovranno investire molto di più nel settore spaziale per raggiungere un giorno questa indipendenza.

Nel frattempo dobbiamo sfruttare la nostra posizione intermedia tra le grandi potenze e mantenere e coltivare accordi con tutte: se dipendenza deve essere, almeno che sia diversificata e non unilaterale. Gli USA sono stati e rimarranno ancora a lungo il nostro partner principale. Ma in questo momento storico è fondamentale per l’Europa assicurarsi che questo legame non sia l’unico.

Tutti i libri del dott. Paolo Ferri sono disponibili qui.

© 2025 Astrospace.it Tutti i diritti riservati. Questo articolo può essere riprodotto o distribuito integralmente solo con l’autorizzazione scritta di Astrospace.it o parzialmente con l’obbligo di citare la fonte.
Tags: ESAEsplorazione spazialeEuropaNasa

Potrebbe interessarti anche questo:

Immagine scattata dall'orbiter Mars Express dell'ESA, che mostra una vista obliqua focalizzata su uno dei vasti flussi di lava nell'Elysium Planitia di Marte, e la sua atmosfera. Credits: ESA/DLR/FU Berlino

La missione Mars Express dell’ESA è stata estesa fino al 2034

Maggio 19, 2025
La missione cinese Tianwen-2 presso lo spazioporto di Xichang, pronta per essere integrata su un razzo Lunga Marcia 3B.

La Cina si prepara al lancio di Tianwen-2, la sua prima missione di recupero campioni da un asteroide

Maggio 19, 2025
Vaste caratteristiche superficiali di Venere chiamate "coronae", che potrebbero essere ancora oggi modellate da processi tettonici. Credits: NASA/JPL-Caltech

I dati di Magellan rivelano una possibile attività tettonica in corso su Venere

Maggio 15, 2025
Render artistico della sonda Voyager 1 della NASA. Credits: NASA/JPL-Caltech

Iniziata una pausa delle comunicazioni con le sonde Voyager. Durerà fino a febbraio 2026

Maggio 15, 2025

A bordo di Artemis II ci sarà un cubesat dell’Arabia Saudita

Maggio 14, 2025
Il 18 aprile 2025, lo strumento WFI-2 della missione PUNCH ha acquisito per la prima volta immagini attraverso i suoi tre polarizzatori, creando una mappa della luce zodiacale colorata in base alla direzione e intensità della polarizzazione: tonalità e saturazione rappresentano rispettivamente l’angolo e il grado di polarizzazione della luce diffusa dalla polvere che orbita attorno al Sole. Credits: NASA/SwRI

La missione PUNCH della NASA ha scattato le sue prime immagini di test

Maggio 14, 2025
Attualmente in riproduzione

Abbiamo visto da vicino HALO: il primo modulo del Lunar Gateway

Abbiamo visto da vicino HALO: il primo modulo del Lunar Gateway

00:18:34

Yuri Gagarin, il semi Dio che ha sfidato lo spazio – La vera storia di Vostok 1

00:11:41

La storia completa del lander che ha portato l'ITALIA sulla Luna

00:22:58

SpaceX può arrivare su Marte nel 2026? Aggiornamenti da Starship e Starbase

00:11:08

Euclid inizia la creazione del più grande Atlante cosmico della storia - Le nuove immagini spiegate

00:11:18

Diretta allunaggio Blue Ghost e LuGRE

03:00:24

Diretta ottavo volo di test di Starship - Lancio rinviato!

02:21:37

Il 2025 di Starship. Cosa aspettarci fra lanci, test e progressi a Starbase

00:14:32

BE-4 o Raptor? Ecco come funzionano i due motori di Blue Origin e SpaceX

00:15:12

La storia di Europa Clipper: alla ricerca di vita aliena intorno a Giove

00:21:59

I sette telescopi spaziali e terrestri più attesi nei prossimi dieci anni

00:20:14

Com'è andato il settimo volo (ed esplosione) di Starship? Un'analisi preliminare

00:08:43

Verso la Luna, e oltre - I progressi di Starship

00:10:37

La nuova analisi ambientale di Starbase e il settimo volo di Starship

00:08:56

La storia del Dream Chaser, il nuovo spazioplano americano pronto al lancio

00:20:05

Speciale elezioni americane - Questa settimana nello spazio 39

01:37:52

La storia di Ariane 6, il nuovo razzo pesante europeo. Sarà l'ultimo?

00:21:44

Polaris Dawn: la storia della più incredibile missione spaziale privata di sempre.

00:17:51

Sesto lancio di test Starship - Diretta

04:33:33

Che fine hanno fatto i lanciatori europei? Analisi di una crisi in corso

00:17:14

Come è andato il quarto volo di Starship? Una dettagliata analisi.

00:11:34

La storia di Starliner: l'ultima capsula spaziale che costruirà Boeing?

00:23:54

La Cina può veramente portare un astronauta sulla Luna prima del programma Artemis?

00:13:00

Come funziona un razzo a propulsione termica nucleare?

00:19:16

Manned Venus Flyby: la storia di quella volta che la NASA voleva mandare tre astronauti su Venere

00:15:21

Il terzo volo di test di Starship (IFT-3) è stato un successo o un (parziale) fallimento?

00:12:12

Perché si costruiscono ancora stazioni spaziali?

00:13:52

La missione IM-1 di Nova-C Odysseus è stata un successo o un fallimento?

00:10:11

Quanto costa il turismo spaziale? Confronto fra mezzi, orbite e opportunità

00:17:16

Cosa sono e a cosa servono gli Accordi Artemis?

00:15:40

Perché è ancora così difficile atterrare sulla Luna?

00:23:27

Starship: successo o fallimento?

00:19:30

Speciale Artemis 1 - Ecco la prima missione del nuovo Programma di esplorazione lunare Artemis

00:30:05

DART e LICIACube: la prima missione di difesa planetaria. Cosa succederà prima e dopo lo schianto?

00:39:10

La prima foto del "nostro" buco nero Sgr A*

01:07:58

La guida completa alla scelta di un telescopio - Live speciale

01:24:54

I cancelli del cielo - Geopolitica ed economia dello spazio

01:03:56

Com'è andato il quinto volo di Starship?

00:09:21

Il test del Raptor nello spazio, l'ultimo prima di portare la Starship in orbita

00:09:40

Dopo HALO e il Lunar Gateway: il futuro lunare spiegato da chi ci lavora

00:17:39

I più letti

  • Ship 35 starship

    La FAA rilascia a SpaceX i permessi per il nono volo di Starship, ma con riserva

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • Iniziata una pausa delle comunicazioni con le sonde Voyager. Durerà fino a febbraio 2026

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • SpaceX propone Starlink come alternativa al GPS

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • La crosta di Venere potrebbe essere più sottile del previsto

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0

Segui AstroSpace.it anche in:

Telegram LinkedIn Twitter Youtube

Eventi in programma

Mar 15
Marzo 15 @ 6:00 pm - Giugno 2 @ 8:00 pm

Mostra INAF Macchine del tempo

Mag 20
Maggio 20 @ 10:00 am - Maggio 22 @ 4:00 pm

Space Meetings Veneto 2025

Vedi Calendario

Gli ultimi approfondimenti

35 anni dal lancio di Hubble, che si avvicina alla fine della sua missione

Aprile 24, 2025
Eclissi parziale di Sole. Credits: Reuters

È in arrivo un’eclissi parziale di Sole, visibile anche dall’Italia. Ecco quando e come osservarla

Marzo 28, 2025

Present and future of space debris management. Interview with Tim Flohrer, head of the ESA Space Debris Office

Marzo 26, 2025


News e approfondimenti di Astronautica e Aerospazio. Astrospace.it è pubblicato da Astrospace Srl.

info@astrospace.it 
www.astrospace.it

P.IVA: 04589880162

  • Astrospace ADV
  • AstroSpace.it
  • Collabora
  • La redazione
  • Feed RSS
  • Newsletter
  • Shop
Privacy Policy Cookie Policy

Abbonati

Entra in Astrospace Orbit per leggere gli articoli Premium di AstroSpace

ISCRIVITI ORA

©2023 Astrospace

Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
Orbit
Shop

© 2024 Astrospace.it Info@astrospace.it - News e approfondimenti di astronautica e aerospazio. Astrospace.it è pubblicato da Astrospace srl P.IVA: 04589880162