L’8 gennaio, sei giorni dopo il lancio dei primi 6 Starlink V2 Mini dotati di nuove antenne, SpaceX ha testato con successo il nuovo servizio Direct to Cell. Queste nuove antenne consentono ai satelliti di comunicare direttamente con i telefoni cellulari, anche quelli privi di hardware specifico. Ciò comporta una sfida molto complessa, poiché i satelliti viaggiano a circa 7.7 km/s e devono intercettare il debole segnale proveniente dai dispositivi mobili.
L’obbiettivo di SpaceX è riuscire a offrire il servizio Direct to Cell già a partire da quest’anno. Inizialmente sarà possibile inviare solamente messaggi di testo, ma dal prossimo anno, con l’invio in orbita di molti più Starlink, abiliteranno le chiamate, l’uso dei dati cellulare e l’Internet of Things.
Una sfida complessa
I problemi principali di mettere in comunicazione un satellite con uno smartphone sono due: inviare un segnale radio in grado di essere ricevuto dal dispositivo a terra, mentre il satellite deve captare il debole segnale di ritorno dello smartphone. Ciò deve avvenire utilizzando un’antenna a basso guadagno e potenza di trasmissione di 0.2 Watts. SpaceX ha quindi sviluppato un’antenna phased arrays, dalle dimensioni di 2.7 m x 2.3 m, in grado di soddisfare questi requisiti.
Affinché il servizio sia accessibile a qualsiasi dispositivo, SpaceX ha dovuto adeguarsi ai protocolli LTE/4G. L’utilizzo di un modem eNodeB avanzato sugli Starlink permette ai satelliti di essere visti dagli smartphone come le comuni stazioni di terra.
Il test è avvenuto quando gli Starlink si trovavano ancora su un’orbita molto bassa, tra i 340 e i 360 km di altezza. SpaceX dove verificare che la connessione sia possibile anche quando i satelliti raggiungeranno l’orbita finale, a circa 500 km.
Texts between two phones sent through our Direct to Cell satellites in space pic.twitter.com/jd8b7uiZSq
— SpaceX (@SpaceX) January 11, 2024
Grazie alla velocità con cui l’azienda di Musk riesce a lanciare i suoi satelliti, possono iniziare a offrire il nuovo servizio già da quest’anno. Inoltre, sfruttando la connessione laser tra satelliti, solo alcuni Starlink necessitano di una connessione diretta con le stazioni di terra.
SpaceX dovrà lavorare con gli enti regolatori e le diverse compagnie di telecomunicazioni per lo sfruttamento delle diverse bande di frequenza. Il test dell’8 gennaio infatti, è stato possibile grazie alla partnership con T-Mobile, annunciata ad agosto 2022, che ha concesso lo sfruttamento delle sue bande di frequenza. SpaceX ha già stretto accordi anche con altre compagnie, come Rogers in Canada, Optus in Australia, One in Nuova Zelanda, KDDI in Giappone, Salt in Svizzera ed Entel in Cile e Perù.
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