Dopo esser stata lanciata il 13 ottobre a bordo di un Falcon Heavy, la sonda Psyche della NASA ha trascorso otto settimane nello spazio, in cui ha acceso i suoi strumenti scientifici e trasmesso i primi dati verso casa. Ha anche permesso, grazie all’esperimento DSOC, di effettuare la comunicazione ottica nello spazio profondo più lontana mai eseguita tramite laser.
Lunedì 4 dicembre, le telecamere a bordo di Psyche hanno catturato la loro prima luce, scattando le primissime immagini. Il team di missione le ha unite a costruire un mosaico, ancora di dati grezzi, che mostra un campo stellare. I futuri test di imaging prenderanno di mira specifiche stelle luminose e ammassi stellari luminosi, oltre a Marte, per scopi di calibrazione.
Anche il magnetometro di Psyche è stato testato, così come i propulsori a effetto Hall. Nel frattempo la sonda, già a 26 milioni di km dalla Terra, prosegue il suo viaggio verso l’asteroide 16 Psyche nella Fascia Principale tra Marte e Giove, che raggiungerà nel 2029.
Le prime immagini
Lo strumento di Psyche per l’imaging consiste in una coppia di fotocamere identiche. Il 4 dicembre ha catturato un totale di 68 immagini, tutte all’interno di un campo stellare nella costellazione dei Pesci. Il team sta ora utilizzando i dati per verificare il corretto comando, l’analisi telemetrica e la calibrazione delle immagini.
L’imager scatta immagini attraverso più filtri colorati, tutti testati in queste osservazioni iniziali. Con i filtri, il team realizzerà fotografie a diverse lunghezze d’onda, per aiutare a determinare la composizione di 16 Psyche, ricco di metalli. Alla fine, il team utilizzerà i dati per creare mappe 3D dell’asteroide, così da comprenderne meglio la geologia e la storia.

Il primo mosaico (in copertina) è una composizione delle prime 68 immagini, acquisite utilizzando il filtro trasparente o “a banda larga” della fotocamera e un tempo di esposizione di 6 secondi. L’imager A ha catturato la metà sinistra del mosaico, l’imager B la metà destra.
Le immagini sono dati grezzi, che non sono stati calibrati se non con la sottrazione dello sfondo, ovvero del segnale luminoso di fondo. Le stelle immortalate si trovano in una regione del cielo nella costellazione dei Pesci che sembra avere pochissime stelle luminose, fotografata perché in quella direzione sono state puntate le telecamere per questo primo semplice test di imaging. La stella più luminosa che vediamo si chiama mu Pisces.
I primi dati dal magnetometro di Psyche
A fine ottobre, all’inizio della missione, il team ha anche acceso il magnetometro, che fornirà dati cruciali per aiutare a determinare come si è formato l’asteroide. La prova che una volta l’asteroide aveva un campo magnetico sarebbe una forte indicazione che il corpo è un nucleo parziale di un planetesimo, un pianeta primordiale. Le informazioni ricavate potrebbero aiutarci a capire meglio anche come si è formato il nostro, di pianeta, che è roccioso e con un nucleo metallico.

Poco dopo essere stato acceso, il magnetometro ha rilevato un’espulsione di massa coronale, ovvero un’eruzione solare durante la quale la nostra stella espelle grandi quantità di plasma magnetizzato. Da allora, il team ha osservato molti di questi eventi e continuerà a monitorare il meteo spaziale mentre la sonda viaggia verso la sua destinazione.
I dati raccolti finora confermano che il magnetometro può rilevare con precisione campi magnetici molto piccoli. Inoltre, assicurano che la sonda sia magneticamente “silenziosa” e non interferirà quindi con i rilevamenti scientifici.
Altre importanti conferme
L’8 novembre, durante tutto il lavoro con gli strumenti scientifici, il team ha acceso due dei quattro propulsori a propulsione elettrica. Ha così stabilito un record: il primo utilizzo in assoluto di propulsori a effetto Hall nello spazio profondo.
Fino ad ora, i propulsori a effetto Hall erano stati utilizzati solo su veicoli spaziali che arrivavano fino all’orbita lunare. Espellendo ioni di gas xeno, i propulsori spingono la sonda verso l’asteroide lungo una crociera di 3.6 miliardi di chilometri, la aiuteranno per le manovrare in orbita una volta raggiunto 16 Psyche.
Il team di Psyche ha anche potenziato con successo il componente di rilevamento dei raggi gamma del suo terzo strumento scientifico, lo spettrometro di raggi gamma e neutroni. I sensori di rilevamento dei neutroni dello strumento verranno attivati la prossima settimana. Insieme, queste capacità aiuteranno il team a determinare gli elementi chimici che compongono il materiale della superficie dell’asteroide.
Per conoscere tutti i dettagli sulla missione Psyche, puoi leggere questo approfondimento.