Alcuni dei vulcani più imponenti del Sistema Solare si trovano su Marte. Il secondo più alto sul pianeta è l’Ascraeus Mons, superato solo da Olympus Mons, nell’altopiano vulcanico Tharsis dell’emisfero occidentale.
Ascraeus Mons ha un’altezza di ben 18 km per una base di circa 480 km, le dimensioni di un paese come la Romania, sulla Terra. I pendii dolci e poco pendenti, in lenta salita, sono caratterizzati anche da aree bucate, fessurate e solcate da catene di crateri, che l’orbiter Mars Express dell’Agenzia Spaziale Europea ha ripreso di recente con l’High Resolution Stereo Camera (HRSC).
Le nuove immagini rivelano molto sulle diverse caratteristiche della superficie di Marte. I fianchi dell’Ascraeus Mons sono segnati da vere e proprie voragini, così come la regione circostante è un miscuglio di creste e solchi scolpiti dal vento estesi per decine di km, crateri da impatto, faglie tettoniche, canali fluviali e antiche pozze di lava.
Collettivamente, quest’insieme di caratteristiche geologiche è chiamato Ascraeus Chasmata, e comprende un’enorme zona di terreno di oltre 70 km di diametro. Queste caratteristiche sono tutte di diverse età e origine, e formano una scena che ricorda le radici contorte di una pianta mentre scava il terreno.
Le caratteristiche peculiari di Ascraeus Mons e nei suoi dintorni
Anche sulla Terra conosciamo alcune zone con caratteristiche particolarmente interessanti, e diverse da qualsiasi altra regione conosciuta. Un esempio sono i drammatici Cenotes trovati nella penisola dello Yucatán, in Messico. Assomigliano molto alla zona dei cosiddetti pit craters, “crateri a fossa”, in cui stringhe di depressioni circolari o quasi circolari si sono combinate e fuse per formare avvallamenti.
Queste cinture crateriche e depressioni probabilmente si formano in corrispondenza di vuoti nascosti sotto la superficie, che causano l’instabilità e il collasso del terreno, un po’ come per una dolina. Si pensa che i vuoti nel sottosuolo si creino quando lo strato superficiale di una colata lavica si raffredda e si indurisce rapidamente. Il flusso di lava sottostante poi cessa e si allontana nel tempo, lasciando tubi e cunicoli vuoti, diversi metri sotto terra.
Il terreno a sinistra dei pit craters è segnato da quelli che sono stati chiamati sinuous rilles, canali più piccoli e serpeggianti che si trovano spesso sui fianchi dei vulcani. Non è ancora chiaro come si formino, ma la loro creazione potrebbe comportare flussi di lava, cenere o acqua, o una combinazione dei tre.
La parte più a sinistra dell’immagine (in copertina) è dominata invece da grandi fessure, lunghe fino a 40 km. Da queste fessure si diramano canali che si intrecciano, i braided channels, isolando pezzi di terreno marziano a formare una sorta di “isole”. È probabile che questi canali siano stati scavali dall’antico passaggio di flussi d’acqua su Marte, forse quando la neve e il ghiaccio si sono accumulati sui fianchi dell’Ascraeus Mons prima di sciogliersi.
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