Agenzie Spaziali
| On 1 anno ago

La seconda EVA segreta di Shenzhou-15 e il problema della trasparenza cinese

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Il 2 marzo l’agenzia cinese CMSA ha reso noto che due taikoanuti a bordo della stazione spaziale Tiangong hanno effettuato la seconda EVA dall’inizio missione Shenzhou-15. Rispetto alle precedenti uscite degli astronauti cinesi dalla stazione, non sono state fornite ulteriori informazioni sulle attività svolte, né tanto meno la data in cui si sono svolte, presumibilmente il 28 febbraio.

L’unica informazione rivelata oltre all’esistenza di questa EVA è l’identità dei taikonauti che sono usciti dall’airlock del modulo Wentian, ossia Fei Junlong e Zhang Lu. A bordo, probabilmente sul modulo Tianhe, è rimasto solo Deng Qingming, il quale ha supportato la EVA, forse operando anche i bracci robotici della stazione spaziale cinese.

La scarsa trasparenza di questa recente attività della Tiangong è una novità anche per l’opaco mondo dell’informazione cinese. Fino a oggi la CMSA era solita annunciare con leggero anticipo un imminente EVA sulla stazione. Inoltre la stessa agenzia forniva sempre un breve riassunto con brevi video dei lavori svolti nello spazio dai taikonauti.

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Un problema cinese da risolvere

Non rivelare al pubblico le attività svolte nella stazione spaziale cinese è parte di un problema più grande e sistemico dell’industria aerospaziale cinese. Da sempre la Cina tende a fornire le informazioni riguardo il suo programma spaziale con pochi dettagli e spesso in maniera scoordinata tra le diverse agenzie.

Da questa abitudine non stupisce quindi che molti dei satelliti lanciati da Pechino siano spesso segreti e con talmente pochi dettagli da alimentare il sempiterno sospetto di attività militari.

Nel caso della Tiangong assistiamo per la prima volta a un cambio di passo nella comunicazione, ma in senso negativo. Tale cambiamento  non può non alimentare la diffidenza degli osservatori esterni dal progetto cinese. Sopratutto se si considera che le attività degli astronauti cinesi sono coordinate dalla China Manned Space Agency (CMSA), un ente statale che è sotto la giurisdizione della PLA, l’esercito cinese.

Questo più ampio problema di comunicazione, comune a molti settori della società cinese, se non verrà risolto rischia di diventare più pericoloso in futuro. Nell’ottica di uno spazio sempre più congestionato e con la presenza di megacostellazioni, coordinare le attività in orbita è essenziale.

In questo senso, un importante test per la Cina è la nuova costellazione da 13000 satelliti, GuoWang, che la Cina intende dispiegare come risposta alla Starlink americana. Controllare una costellazione così grande sarà un impresa non da poco e coordinarsi con le autorità di altri paesi è inevitabile.

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