Alle ore 7:47 italiane è partita Artemis 1, la prima missione del programma americano per il ritorno di astronauti sulla Luna. Il razzo SLS con a bordo la Orion è decollato dallo storico pad di lancio 39B del Kennedy Space Center, in Florida. Dopo 8 minuti e 4 secondi da quando l’SLS ha lasciato la rampa, è avvenuto con successo il MECO (Main Engine Cut Off), ovvero lo spegnimento dei motori del Core Stage, ad una quota di 157 chilometri. Evento a cui è seguito il distacco del primo stadio che segna la conclusione della prima fase del lancio.
Anche in questo tentativo di lancio non sono mancati i problemi. In particolare in una valvola sulla linea di idrogeno del secondo stadio che ha rallentato di molto la partenza della missione. Il problema ha costretto anche il cosiddetto “Red Team” a intervenire direttamente sulla rampa di lancio 39B. Questo gruppo è composto da tre persone qualificate che possono intervenire manualmente nel pad di SLS in caso di necessità, durante il carico dei propellenti. La risoluzione è avvenuta con successo e ha permesso di proseguire con il GO per il lancio.
Cosa succede ora?
A questo punto la Orion e il modulo di servizio attaccati al secondo stadio, l’ICPS (Interim Criogenic Propulsion Stage), sono in orbita intorno alla Terra. Nei prossimi minuti, l’ESM (European Service Module) dispiegherà i suoi pannelli solari in una determinata configurazione per iniziare ad alimentarsi e supportare l’accensione del secondo stadio. Per immettersi sulla traiettoria che la condurrà verso il nostro satellite, la Orion dovrà operare ancora due manovre:
- La prima avverrà a T+51 minuti. Consisterà nell’accensione del motore dell’ICPS per 22 secondi. Lo scopo è quello di alzare il perigeo (Perigee Raise Maneuver), ovvero portarsi su un’orbita più alta intorno alla Terra.
- La seconda manovra, chiamata Transfer Lunar Injection (o TLI), verrà eseguita a T+01:38:03. Il motore dell’ICPS sarà nuovamente acceso per 18 minuti. Produrrà tutta la spinta necessaria ad abbandonare l’orbita terrestre e a immettere la navicella sulla traiettoria verso la Luna.
A questo punto il lancio di Artemis 1 si concluderà ufficialmente a T+02:06:10 con la separazione dell’Orion dall’ICPS dopo che quest’ultimo avrà bruciato tutto il propellente per effettuare la manovra di TLI. La Orion si troverà a questo punto in rotta verso la Luna.
Artemis 1: il viaggio verso la Luna
Dopo il distacco della Orion da ICPS, la capsula inizia il suo viaggio verso la Luna. La prima manovra di questo viaggio è una breve correzione dell’orbita a poco meno di otto ore dal lancio. A questo punto seguiranno sei giorni di viaggio, che culmineranno con il primo approccio ravvicinato della Orion con la Luna a una distanza di circa 100 km.
Nel decimo giorno di missione (25/11) la capsula riaccenderà i motori per inserirsi nell’orbita lunare, un’orbita particolare nota come DRO (distant retrograde orbit). Il 26 novembre la Orion dovrebbe diventare il veicolo per il trasporto umano più distante dalla terra mai lanciato, battendo il record della Apollo 13. In questo punto la capsula americana dovrebbe arrivare ad una distanza di quasi 480000 km dal nostro pianeta contro i circa 400000 della vecchia Apollo.
La permanenza della Orion intorno alla Luna durerà fino al 5 dicembre, quando inizierà il flyby di ritorno dopo un’accensione nei giorni precedenti per rimettere la capsula nella giusta traiettoria verso la Terra. Infine la Orion rientrerà a terra l’11 dicembre a largo delle coste americane, nell’oceano atlantico. Il team di recupero arriverà alla capsula da una nave della marina militare di classe San Antonio e testerà le procedure di estrazione in vista del lancio con astronauti di Artemis 2.
I 10 cubesat che iniziano la missione
Una volta distaccata la Orion, per l’ICPS la missione di lancio non è del tutto finita. Ci sono infatti 10 cubesat all’interno dell’adattatore Orion Stage Adapter, che connette il secondo stadio alla capsula Orion. I satelliti, disposti circolarmente sulla superficie interna dell’adattatore, sono alloggiati individualmente in appositi meccanismi di rilascio.
Dopo il distacco della Orion dal secondo stadio inizierà una sequenza di sgancio molto precisa che durerà poco più di 5 ore. I primi cinque cubesat sono rilasciati contemporaneamente dagli slot dopo 3:40 ore dal decollo del razzo, seguono i restanti cinque, separati uno alla volta a intervalli più costanti. L’operazione si concluderà dopo 8 ore e tre minuti dal decollo di SLS, con la partenza dell’ultimo satellite chiamato CuSP.
Dei 10 cubesat presenti, sette sono realizzati da aziende o enti di ricerca statunitensi. Due missioni, OMOTENASHI e EQUULEUS, sono dell’agenzia spaziale giapponese (JAXA); la seconda coinvolge anche l’università di Tokyo. Infine c’è Argomoon, l’unico satellite europeo a bordo, costruito sempre dall’azienda italiana Argotec per l’Agenzia Spaziale Italiana. Per maggiori dettagli su tutti i cubesat, c’è una guida su Astrospace.
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