Dopo un rinvio dovuto al passaggio dell’uragano Nicole sulla Florida, SpaceX ha completato con successo anche la missione numero 52 del 2022. Due satelliti di Intelsat sono partiti dal complesso di lancio numero 40 di Cape Canaveral quanto in Italia erano le 17:06. Chiamati Galaxy 31 e 32, sono satelliti simili a quelli lanciati a ottobre sempre dalla stessa SpaceX, utilizzati per servizi di telecomunicazioni.
La missione è stata alquanto particolare, poiché l’azienda di Musk ha volontariamente lasciato che il primo stadio del Falcon 9 si distruggesse rientrando in atmosfera. Ciò è dovuto per via dei particolari parametri della missione e non accadeva da più di due anni. Questo se non si considera l’ultima missione del Falcon Heavy, durante la quale abbiamo comunque assistito al rientro dei due booster laterali, e ai tentativi di atterraggio falliti.
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— SpaceX (@SpaceX) November 12, 2022
I Galaxy realizzati da Maxar
Intelsat ha avviato un programma per liberare parte della banda C, necessaria per utilizzare il 5G sul suolo americano. Per fare ciò Intelsat ha commissionato la costruzione di 6 nuovi satelliti a due diverse aziende. Northrop Grumman ne ha realizzati due, i Galaxy 33 e 34, lanciati il 7 ottobre di quest’anno. I rimanenti 4 invece, sono commissionati a Maxar Technologies e sono i numeri 31, 32, 35 e 36. Intelsat ha successivamente richiesto a Maxar anche la costruzione del Galaxy 37, che servirà a fornire maggiore supporto alla piccola costellazione in caso dovessero emergere problemi.
Se Intelsat riuscirà ad avere questi 6 satelliti operativi entro dicembre 2023, potrà ricevere 4,87 miliardi di dollari da parte della Federal Communications Commission. L’agenzia americana ha stanziato questi fondi proprio per incentivare le aziende a liberare banda per l’utilizzo del 5G.
Maxar ha basato i Galaxy 31 e 32 sul bus satellitare chiamato SSL-1300, già utilizzato anche per diversi altri satelliti tra cui Psyche. È la prima volta però che due SSL-1300 vengono lanciati in questa configurazione, ovvero uno sopra l’altro. La massa totale del carico si aggira attorno ai 6600 kg e Intelsat ha espressamente richiesto l’utilizzo di un Falcon 9 in versione expendable. Per volare su un primo stadio non riutilizzabile, anche se questo ha già supportato molte missioni, SpaceX richiede una somma maggiore.

Intelsat ha fatto questa richiesta all’azienda di Musk per prolungare la vita operativa dei propri satelliti. Sfruttando infatti tutte le capacità del Falcon 9 i satelliti verranno rilasciati su un’orbita più vicina alla loro posizione finale, risparmiando così carburante. Si stima che i Galaxy in questo modo possano operare per circa 18 anni.
Il Galaxy 31 andrà a sostituire il numero 23 lanciato nel 2003, mentre il numero 32 rimpiazzerà il Galaxy 17, che ha raggiunto l’orbita terrestre nel 2007.
Quattordicesimo e ultimo volo
L’ultima volta che abbiamo visto volare un Falcon 9 in configurazione non riutilizzabile era accaduto a gennaio del 2020, durante l’In-Flight Abort test della capsula Dragon. Il Falcon 9 utilizzato per questa missione è il B1051, che ha così completato con successo la sua quattordicesima e ultima missione. SpaceX aveva utilizzato questo booster la prima volta a marzo 2019, durante il primo lancio di una Dragon di seconda generazione. Il lancio era Demo-1 ed era un volo dimostrativo senza equipaggio.
Successivamente SpaceX lo ha utilizzato per portare in orbita anche i Radarsat e SXM-7, un altro satellite realizzato sulla piattaforma SSL-1300. Il B1051 inoltre ha effettuato anche 10 diversi lanci Starlink.
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Secondo le ultime dichiarazioni di SpaceX, i giorni di attività del B1051 sarebbero comunque finiti presto. L’azienda infatti intende arrivare a utilizzare i Falcon 9 fino a 15 volte. Il primo che raggiungerà tale traguardo verrà ritirato, smontato e analizzato, per studiare il comportamento della struttura. Inizialmente questo limite era stato impostato a 10, ma grazie ai numerosi dati ottenuti dalle diverse missioni hanno osservato una minore usura delle componenti.
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