Oggi, alle ore 18:27 italiane è partita la missione “Catch Me If You Can” di Rocket Lab. Il vettore Electron portava con sé un satellite per la ricerca scientifica sviluppato dalla OHB Sweden per conto della Swedish National Space Agency. La missione ha offerto l’occasione a Rocket Lab di riprovare la cattura del booster dell’Electron in volo ma anche questa volta non si è potuta concretizzare per un problema riscontrato dal pilota dell’elicottero.
Nello specifico, come comunicato da Rocket Lab pochi minuti dopo il fallimento del recupero, il problema odierno è legato alla perdita della telemetria del primo stadio. Di conseguenza, come da prassi in questi casi, il team di recupero ha optato per un classico “splashdown” nell’oceano, abbandonando l’idea dell’elicottero. L’impatto con l’acqua è stato molto soft, proprio perchè la cattura era prevista in volo e ciò permetterà al team di Rocket Lab di riutilizzare parte del booster e al contempo di comprendere il perchè della perdita della telemetria.
Nel precedente lancio del 2 maggio, il recupero in volo era stato tentato per la prima volta dopo numerosi test di prova. In quell’occasione il pilota dell’elicottero Sikorsky S-92 riscontrò dei problemi nel bilanciamento del peso del booster. Così, una volta agganciato all’uncino, ha deciso di rilasciarlo nell’oceano in sicurezza. Si tratta comunque del nono lancio di Rocket Lab nel 2022, un record, che conferma anche il 100% di successi.
My favourite image of a launch, perfect payload separation. Congratulations to OHB Sweden and the Swedish National Space Agency. pic.twitter.com/zcWoRzUhXm
— Peter Beck (@Peter_J_Beck) November 4, 2022
Il recupero in volo che tutti ci aspettavamo
Catch Me If You Can si è dimostrata comunque un vero successo per l’azienda di Peter Beck, in attesa del rilascio del payload a circa un’ora dalla partenza. Anche in quest’occasione, sappiamo con certezza perchè il pilota del Sikorsky S-92 non abbia completato le manovre di aggancio del primo stadio del vettore, per poi condurlo in tutta sicurezza verso l’Auckland Production Complex per l’ispezione. Si tratta del secondo tentativo concreto, come anticipato, ma anche questa volta non tutto si è svolto nella maniera sperata.
Rocket Lab, dunque, ancora non è riuscita a compiere il passo decisivo verso il riutilizzo del booster del suo piccolo vettore. Per l’occasione, non ci sono state modifiche nè riguardo la struttura del primo stadio dell’Electron nè nel programma di recupero. Questo aspetto è bene sottolinearlo in quanto i test di prova avevano già dimostrato come fosse possibile, nonostante l’imprevisto del 2 maggio. Il problema non sembra infatti essere legato al vettore, ma alla difficoltà della manovra di cattura da eseguire con l’elicottero.
Catch Me If You Can
La missione “Catch Me If You Can”, dal nome come sempre molto esplicativo, è partita alle ore 18:27 italiane. Il primo ed il secondo stadio del vettore si sono separati a circa 2:32 minuti dalla partenza. Una volta avvenuta la separazione, il primo stadio ha iniziato il suo viaggio in direzione Terra ad una velocità di più di 8,300 km/h raggiungendo una temperatura maggiore di 2,400 °C.
A 7:20 minuti dal lancio, il primo paracadute di frenata dell’Electron si è aperto. La missione “Catch Me If You Can”, però, non può di certo definirsi conclusa. A circa un’ora dal lancio, è previsto il rilascio in orbita eliosincrona del satellite per la ricerca scientifica sviluppato da OHB Sweden per la Swedish National Space Agency (SNSA).
Si chiama MATS, Mesospheric Airglow/Aerosol Tomography and Spectroscopy, e ha lo scopo di studiare le onde atmosferiche. MATS ha il compito di studiare lo strato superiore dell’atmosfera terrestre e la sua interazione con i venti e le condizioni atmosferiche sul suolo terrestre.
Il satellite sarebbe dovuto partire a bordo di un vettore Soyuz prima che l’invasione dell’Ucraina facesse cambiare idea all’SNSA. Questo ripensamento ha permesso a Rocket Lab di rimettere alla prova il suo vettore e tentare un nuovo recupero in volo del primo stadio di Electron.
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