Rocket Lab ha firmato in questi giorni un contratto con il United States Transportation Command (USTRANSCOM) per future applicazioni dei propri vettori in servizi Point-to-Point. Quest’ultima è la definizione coniata negli ultimi mesi per l’idea di trasportare dei carichi da una parte all’altra della superficie terrestre passando dallo spazio, usando quindi dei veri e propri razzi commerciali. Lo stesso contratto è stato firmato anche da Sierra Space, sempre con il USTRANSCOM, per l’uso dello spazioplano Dream Chaser per il Point-to-Point.
Il contratto firmato da Rocket Lab e Sierra Space è chiamato Cooperative Research and Development Agreement (CRADA). Questo tipo di contratti di ricerca e sviluppo vengono firmati da enti federali con aziende private, e prevedono una collaborazione fra l’ente pubblico e l’azienda. Solitamente con contratti CRADA l’ente privato rimane proprietario del brevetto della ricerca, ma l’Agenzia federale ne acquisisce una licenza di utilizzo. In questo caso lo studio prevede l’uso futuro di tutti e tre i mezzi di Rocket Lab: Electron, Photon e Neutron.
Rocket Lab nel settore Point-to-Point
Questo tipo di utilizzo per vettori spaziali non è una novità, ma una idea piuttosto vecchia anche se mai applicata. Se ne è parlato per la prima volta in tempi moderni alcuni anni fa, poco dopo l’annuncio del progetto Starship. Un mezzo di quelle dimensioni e completamente riutilizzabile è infatti l’ideale per trasportare materiale, eventualmente anche in volo suborbitale.

Rocket Lab non ha comunicato molti dettagli sul contratto appena firmato, ma ha confermato che coinvolgerà tutti i mezzi dell’azienda. Il vettore Neutron, che dovrebbe avere il suo lancio inaugurale nel 2024 sarà completamente riutilizzabile. Per lui non serve quindi molta fantasia per vederne un utilizzo nel trasporto Point-to-Point. Per Photon ed Electron è più difficile.
Essendo Photon una piattaforma orbitale, che sarà in grado anche di deorbitare satelliti, potrebbe addirittura essere realizzato un stazionamento di una piccola capsula in orbita, da far rientrare a Terra successivamente. Photon è lanciato attualmente con Electron.
Molte idee, poche applicazioni
Il contratto firmato da Sierra Space è della stessa tipologia, con una variazione dovuta ovviamente al mezzo in questione. L’uso del Dream Chaser, un vero e proprio spazioplano, è sicuramente più immediato per il trasporto di merci e personale da un punto all’altro passando per lo spazio. Attualmente il Dream Chaser sta preparando la sua prima missione cargo verso la ISS, attualmente prevista per la fine del 2023.

In futuro Sierra Space produrrà anche una versione per il trasporto di astronauti. Questo spazioplano verrà infatti usato anche per il trasporto di astronauti sulla stazione spaziale Orbital Reef. Quest’ultima è in fase di progettazione da Blue Origin e vedrà un contributo di rilievo proprio di Sierra Space. Nel comunicato firmato con il USTRANSCOM, si legge l’intenzione di “fornire capacità uniche per una consegna globale precisa, economica e tempestiva della logistica e del personale del Dipartimento della Difesa”.
Per ora i progetti di Point-to-Point sono ancora lontani da applicazioni pratiche. Questi due nuovi contratti CRADA con Rocket Lab e Sierra Space manifestano però l’interesse ancora forte del Dipartimento della Difesa americano per questa applicazione di tecnologie spaziali.
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