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Rocket Lab ha presentato nomi e caratteristiche della nuova produzione satellitare

Stefano Piccin di Stefano Piccin
Febbraio 28, 2024
in Esplorazione spaziale, News, Rocket Lab, Space economy
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Il 27 febbraio, al termine della chiusura della borsa alle 22:00 italiane, Rocket Lab ha presentato i risultati finanziari del quarto trimestre 2023, oltre che quelli dell’anno fiscale 2023 completo. Affronteremo una analisi dettagliata dei risultati economici in un articolo successivo della rubrica Space Stocks.

Rocket Lab ha però anche annunciato una nuova ristrutturazione della sua linea satellitare, dividendo la linea del Photon in quattro diversi prodotti, uno dei quali non era ancora stato presentato. Si chiamano: Photon, Lightning, Explore e Pioneer. 

La piattaforma Photon è stata presentata da Rocket Lab nel 2021 come una evoluzione del kick stage di Electron, cioè l’ultimo stadio. Photon in pratica è la base su cui costruire un satellite, che l’azienda vende a tutte quelle realtà che devono portare nello spazio un payload ma non possono o vogliono costruire tutto il satellite. Photon quindi si occupa della propulsione, dell’alimentazione con pannelli solari, del controllo di assetto, ecc.

Negli ultimi 3 anni Photon è stato venduto e usato per diversi utilizzi. È stato usato come modulo di servizio per il satellite CAPSTONE della NASA, che è arrivato in orbita lunare nel 2023 per testare l’orbita del Lunar Gateway. Ancora, Photon è usato da Varda Space come modulo di servizio delle loro capsule di produzione in orbita. In questo ultimo caso il mezzo di Rocket Lab si occupa anche di comandare il rientro in atmosfera, una operazione effettuata per la prima volta a febbraio 2024.

Vista la grande richiesta Rocket Lab negli anni ha personalizzato Photon in base alle richieste del cliente e ha ora deciso di rinominare queste versioni, oltre a crearne una quarta.

I nuovi Photon

Le quattro piattaforme satellitari di Rocket Lab.
Le quattro piattaforme satellitari di Rocket Lab.

Explore è una versione di Photon con serbatoi di propellente più grandi, capace di fornire delta-v maggiori e quindi adatto alle missioni interplanetarie. Può portare piccoli satelliti verso la Luna, Marte e Venere, ma anche le fasce di asteroidi, i punti lagrangiani del sistema Terra-Sole o le orbite geostazionarie. È costruito sulla base di quello utilizzato per la missione CAPSTONE e per la missione ESCAPADE che partirà a fine 2024 per Marte. Può essere lanciato, a seconda del profilo di volo, su Electron, Neutron o altri vettori.

Pioneer è invece la versione basata sul Photon fornito a Varda Space. Si tratta di una piattaforma satellitare dedicata alle applicazioni in orbita terrestre, con elevate capacità di manovra e la possibilità di comandare un rientro in atmosfera.

Photon è la piattaforma originaria, pensata per Electron e per il mercato dell’orbita terrestre bassa. Rimane un bus con una massa di 300 kg, adatto per ospitare ulteriori 50-100kg di payload.

Lightning è la grande novità ed è una piattaforma satellitare end to end, pensata per essere un vero e proprio satellite per costellazioni. Il bus (cioè la scocca principale con tutti gli strumenti base per il funzionamento) ha una massa di 500 kg con una vita operativa in orbita di 12 anni. Pensato per applicazioni di telecomunicazioni e osservazione della terra.

Attualmente Rocket Lab sta già costruendo due diverse serie di satelliti per clienti specifici. Una per Globastar e MDA, che consiste in 12 satelliti di telecomunicazioni, e una da 18 satelliti per la Space Force. Quest’ultimo è un contratto da 510 milioni di dollari, il più grande mai concluso dall’azienda.

Razzi o satelliti?

Rocket Lab ha anche presentato alcuni aggiornamenti sullo sviluppo del razzo Neutron, il vettore di classe media e parzialmente riutilizzabile che sta sviluppando. Neutron avrà un carico utile verso l’orbita terrestre bassa di 4000 kg, una classe ideale per adattarsi ai prodotti satellitari di Rocket Lab.

Originariamente l’azienda puntava a un primo lancio entro al fine del 2024. Durante la presentazione agli investitori hanno annunciato che nel Q1-2024 e Q2-2024 (primo e secondo trimestre) inizierà la produzione del motore Archimedes, oltre che quella del secondo stadio e di diverse infrastrutture di test, come lo stand per gli static fire del motore.

Durante gli ultimi mesi del 2023 sono anche iniziati i test alle ali di controllo aerodinamico del vettore, necessarie per eseguire un rientro controllato. Non sono state annunciate nuove date previste per un primo lancio, e sulla base di questi aggiornamenti appare difficile che sarà per la fine del 2024.

La presentazione completa dei risultati economici di Rocket Lab si può leggere qui. 

Tags: ElectronNeutronPhotonRocket Lab

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