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I materiali volatili più incontaminati provengono dall’asteroide Ryugu

Nel 2019 Hayabusa2 ha raccolto diversi campioni rocciosi dall'asteroide Ryugu. L'analisi della loro composizione ha mostrato che si tratta dei materiali volatili più incontaminati finora studiati nel Sistema Solare.

Chiara De Piccoli di Chiara De Piccoli
Agosto 20, 2022
in Astronomia e astrofisica, News, Scienza
Foto asteroide Ryugu

Immagine dell'asteroide Ryugu catturata dall'Optical Navigation Camera - Telescopio di Hayabusa2. Crediti: JAXA

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L’asteroide Ryugu è noto per essere stato l’obbiettivo della missione Hayabusa2. La sonda, lanciata nel 2014, ha raggiunto questo corpo celeste dopo quattro anni per raccogliere dei campioni da riportare a Terra.

Le prime analisi sulla composizione dell’asteroide, eseguite dagli strumenti a bordo della sonda e sulle rocce raccolte, mostravano alcune discrepanze. Ulteriori indagini in laboratorio sono state dunque necessarie per rivelare la sua reale composizione. Il risultato ha dimostrato che i campioni raccolti sono i più incontaminati mai esaminati finora nel nostro Sistema Solare.

La composizione di Ryugu

Una volta raggiunta l’orbita di Ryugu, lo spettrometro Near-IR a bordo di Hayabusa2 aveva rilevato prove mineralogiche di processi di disidratazione. Questo risultato indicava una possibile composizione dell’asteroide di condriti carbonacee di tipo CY (Yamato-type). Risultati diversi invece venivano forniti dalle prime analisi eseguite a terra che, analizzando i campioni raccolti dalla sonda, hanno rilevato una somiglianza alle condriti di tipo CI (Ivuna-type).

risultati analisi sui campioni di Ryugu
Immagini di una sezione sottile di un frammento di campione raccolto durante il secondo campionamento di Hayabusa2. Le immagini rappresentano rispettivamente: a) una mappa radiografica di una sezione lucidata a secco composta da fillosilicato (rosso), carbonato (verde), magnate (blu) e solfuro (giallo); b) immagine elettronica retrodiffusa delle regioni delineate in a); c) immagine di microscopia elettronica a trasmissione ad alta risoluzione di una tipica area di intercrescita saponate-serpentina. Credits: Ito et al. 2022

Tra gli obbiettivi della ricerca recentemente pubblicata su Nature Astronomy c’è anche quello di risolvere questa discrepanza. Così come di definire l’origine e l’evoluzione storica dell’asteroide.

Le analisi eseguite dal team mirano a definire le caratteristiche petrologiche, mineralogiche ed elementari di alcuni frammenti dei campioni raccolti. I risultati hanno confermato che la composizione di Ryugu è più simile a quella della condrite CI Orgueil, un meteorite caduto sulla Terra nel 1864. Diversamente da quest’ultimo però, le particelle di Ryugu non contengono ferridrite e solfato, suggerendo che questi elementi derivano dall’azione degli agenti atmosferici terrestri su Orgueil.

Cosa sono le condriti carbonacee?

Sono chiamate condriti carbonacee i meteoriti contenenti acqua e un’alta quantità di carbonio, sotto forma di grafite, carbonati o composti organici, come gli amminoacidi. Se ne possono distinguere almeno 8 tipologie, suddivise in accordo alla composizione distintiva associata al corpo celeste da cui hanno probabilmente origine. Per questo motivo, i gruppi vengono definiti da due lettere, CX. C rappresenta la tipologia di condrite, “Carbonacea”; X indica l’iniziale del nome del primo meteorite raccolto con una determinata composizione.

Le tipologie di condriti carbonacee potenzialmente caratterizzanti di Ryugu sono la CI e CY. La prima prende il nome dal meteorite Ivuna, caduto nella Tanzania nel 1938. Questa categoria raggruppa le meteoriti più primitive dal punto di vista chimico, presumibilmente formate nelle regioni fredde periferiche del Sistema Solare. Sono una tipologia molto rara in quanto non si conservano a lungo dopo la caduta, risentendo molto dell’effetto degli agenti atmosferici.

La classe CY invece è una “nuova” categoria, mai ampiamente adottata dalla comunità scientifica. Fa riferimento in particolare a tre meteoriti insolite recuperate nei territori dell’Antartide, nelle zone di Yamato e Belgica. Queste si differenziano principalmente per una composizione isotopica dell’ossigeno più pesante rispetto ad altre condriti carbonacee.

Incontaminazione da record

I campioni dell’asteroide Ryugu sono il miglior intermediario per la comprensione della composizione del nostro Sistema Solare primordiale. Sebbene lo studio sia riuscito a definire con precisione la composizione dell’asteroide Ryugu, rimane incompresa l’iniziale classificazione come condrite CY ottenuta dalle osservazioni orbitali di Hayabusa2. Inoltre, grazie al confronto con altre condriti CI conosciute, è stato possibile identificare alcuni elementi chimici di natura terrestre che caratterizzavano le precedenti meteoriti appartenenti a questa categoria.

Di conseguenza, quelli raccolti da Hayabusa2 sono i campioni rocciosi più incontaminati mai analizzati finora di un asteroide. Questo risultato evidenza l’importanza del campionamento diretto di asteroidi primitivi e del loro trasporto a Terra in condizioni sterili.

Lo studio completo è disponibile qui.

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Tags: AsteroideAstrofisicacondriteHayabusa2RyuguSistema solare

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