Nella notte del 3 maggio, Rocket Lab è riuscita a recuperare al volo il primo stadio dell’Electron durante il rientro da un lancio spaziale. Il piccolo razzo dell’azienda inoltre, ha completato con successo la sua missione primaria, portando in orbita 36 diversi piccoli satelliti. La missione è stata il lancio numero 24 ed è stata chiamata There and back again.
Il recupero del primo stadio dell’Electron è andato quasi del tutto come previsto. Dopo una prima fase di discesa in cui è rallentato per l’attrito con l’atmosfera, a circa 13 km di quota si è aperto il primo paracadute, mentre quello principale a 6 km di quota. In questa fase è poi intervenuto un elicottero, un Sikorsky S-92. A bordo era presente anche il CEO e fondatore di Rocket Lab, Peter Beck.
L’aggancio del primo stadio è avvenuto correttamente e il razzo è stato ufficialmente recuperato. Durante il volo i piloti dell’elicottero hanno però rilevato dei carichi imprevisti, che rendevano difficoltoso il mantenimento del carico. Per ragioni di sicurezza hanno quindi deciso di rilasciare il primo stadio in mare, con uno splashdown controllato. Durante questa ulteriore fase di discesa si è riaperto il paracadute.
This is what it looked like from the front seats. pic.twitter.com/AwZfuWjwQD
— Peter Beck (@Peter_J_Beck) May 3, 2022
Il piano originale prevedeva invece il trasporto fino a terra con l’elicottero. Una volta in mare lo stadio è stato comunque recuperato dalla nave di Rocket Lab. Lo splashdown controllato era già stato tentato durante le missioni 16, 20 e 22 quando i primi stadi ammararono senza l’uso di elicotteri, ma vennero comunque recuperati.
Peter Beck ha affermato in una breve conferenza stampa post lancio, che questo problema sarà facile da risolvere, forse aggiornando semplicemente qualche modello nella fase di rientro. Inoltre, ha detto che ora ci saranno alcune missioni senza tentativi di recupero prima di ritentare questa operazione.
L’importanza di un riutilizzo così particolare
Questa missione di recupero, nonostante il piccolo intoppo nell’ultima fase di trasporto con l’elicottero, segna un importante passo in avanti per Rocket Lab. Attualmente l’Electron è il secondo vettore americano più lanciato dopo il Falcon 9, ma questo record potrebbe non durare a lungo. La concorrenza nel mercato dei piccoli lanciatori è in grande crescita e Rocket Lab rischia di perdere una grande fetta di mercato.
Allo stesso tempo però, l’azienda punta a far crescere la frequenza di lancio. Da tempo Rocket Lab annuncia di prevedere decine di lanci all’anno, prima per il 2021 poi per il 2022. Attualmente quella di oggi è stata però solo la terza missione dell’anno. Il recupero del primo stadio servirà quindi ad aumentare il rate di lancio, riducendo la quantità di hardware che dovrà essere prodotto. Nel seguente video è presente un riassunto della missione eseguita oggi, con recupero del primo stadio.
Il piano di Rocket Lab a lungo termine
Il riutilizzo di Electron permetterà anche di abbassare il prezzo di lancio, che attualmente è in realtà piuttosto alto. Secondo le ultime stime si dovrebbe aggirare intorno ai 4 milioni per ogni missione, equivalenti a oltre 10000 dollari per kg. Come ormai sappiamo dopo l’esperienza di decine di rientri dei Falcon 9, i recuperi e riutilizzi per i lanci spaziali sono convenienti solo con una cadenza di lancio molto elevata. Per questo motivo è importante per Rocket Lab sia il riutilizzo, sia l’aumento del numero di lanci.
Inoltre, acquisire dati ed esperienza tecnologica nel rientro dallo spazio è una delle priorità di Rocket Lab per i propri sviluppi futuri. Attualmente l’azienda sta lavorando a Neutron, il prossimo razzo che dovrebbe essere lanciato nel 2024. Questo vettore sarà a singolo stadio e completamente riutilizzabile con un rientro a terra simile a quello del Falcon 9. La campagna di rientro dell’Electron potremmo quindi vederla anche come una grande sperimentazione per arrivare più preparati all’utilizzo del Neutron.
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