Rocket Lab ha tenuto oggi un evento pubblico per presentare le novità e gli aggiornamenti riguardanti il suo nuovo vettore in fase di sviluppo: il Neutron. Le principali novità riguardano i materiali con i quali sarà costruito e la sua geometria di rientro. Rocket Lab ha infatti confermato che sarà (quasi) completamente riutilizzabile, con un secondo stadio che farà parte del payload e un primo stadio che comprenderà anche il Fairing.
La conferenza di Peter Beck è iniziata con l’affermazione che Neutron è stato progettato per essere versatile. L’obbiettivo è quindi avere un lanciatore in grado di lanciare satelliti delle megacostellazioni, effettuare programmi di rideshare, lanciare astronauti e allo stesso tempo anche missioni interplanetarie. Tutti questi obbiettivi verranno raggiunti, probabilmente, con variazioni del secondo stadio.
I motori e la configurazione di riutilizzo
Il Neutron sarà un razzo a due stadi, nel quale il secondo stadio farà parte del payload del primo. Si tratta quindi di una specie di vettore singolo stadio. Arrivato in quota, il primo stadio si “aprirà” e rilascerà il secondo stadio a cui è agganciato il satellite. Una volta avvenuto questo rilascio il fairing si richiuderà e il primo stadio tornerà a Terra, con un atterraggio propulsivo. Questo processo di riutilizzo, ancora caratteristico di Rocket Lab, come quello di Electron, avverrà già dal primo volo.

A spingere il primo stadio saranno sette nuovi motori, chiamati Archimedes. Questi saranno dei gas generator (lo stesso tipo di ciclo usato nei Merlin che spingono il Falcon 9) e alimentati a Metano e Ossigeno (come i raptor di Starship). In totale, questi sette motori avranno 5960 kN di spinta. A spingere il secondo stadio sarà invece un singolo motore Archimedes ottimizzato per il vuoto. Con questa configurazione il carico che potrà portare in orbita il Neutron sarà di 15000 kg senza riutilizzo, e di 8000 kg con il pieno recupero. Il secondo stadio non sarà riutilizzabile, ma è stato dichiarato essere il secondo stadio più leggero al mondo. In totale il Neutron sarà alto 40 metri, con un diametro alla base di 7 metri.
Fairings remain attached at all time.
Return To Launch Site. pic.twitter.com/TGBqMmMd5X
— Chris Bergin – NSF (@NASASpaceflight) December 2, 2021
Nuovi materiali e Automated Fiber Placement
Per la costruzione del Neutron, Peter Beck, fondatore e CEO dell’azienda, ha dichiarato che verrà usato un composito in carbonio sviluppato direttamente da Rocket Lab. Questo materiale permetterà di realizzare l’intera struttura del primo stadio attraverso un processo di Automated Fiber Placement. Questo è un processo industriale di stesura delle fibre di materiali compositi. I macchinari in grado di farlo sono stati sviluppati recentemente.
La stampa 3D è stata dichiarata essere la tecnologia con cui saranno costruiti in futuro tutti i razzi e la sta già applicando Relativity Space per la costruzione del Terran 1. Peter Beck, durante la presentazione, ha fatto notare come la stampa 3D dei metalli operi nell’ordine dei millimetri per minuto. Con l’Automated Fiber Placement Rocket Lab intende costruire con una velocità di metri per minuto.
Non è stata annunciata ancora una data per il primo lancio. Precedentemente era stato annunciato per il 2024, ma questa data non è stata confermata. Peter Beck ha invece specificato come il prossimo anno inizieranno i primi test di accensione dei motori Archimedes. Con questa presentazione Rocket Lab conferma di aver effettuato diversi cambiamenti al progetto Neutron rispetto alla prima presentazione. Le caratteristiche di carico rimangono però simili, confermando l’impegno dell’azienda per coprire la fascia dei lanciatori medio-pesanti.
Qui di seguito è possibile rivedere l’evento di Rocket Lab.
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