Mercoledì 30 marzo il ministero della difesa sudcoreano ha reso noto di aver effettuato con successo il lancio di un razzo a propellente solido. Il nuovo vettore è interamente sviluppato dalla Corea, un successo non indifferente. Questo evento è avvenuto a distanza di pochi giorni dal presunto lancio di un nuovo ICBM pesante da parte della Corea del Nord avvenuto il 24 marzo.
Il lancio del Nord è infatti diventato “presunto” nelle scorse settimane. Sembra che foto e video dell’evento siano stati manipolati e che il missile intercontinentale lanciato sia una versione più vecchia. A riportare la notizia è stato per primo un reporter del sito NKPro, che analizzando foto satellitari e il video di propaganda della Corea, ha dimostrato come la partenza del missile mostrata nel video non fosse realistica. Il 30 marzo questa ipotesi è stata riportata anche ministro della difesa sudcoreano, che ha affermato si trattasse del lancio di un Hwasong-15 e non la nuova versione Hwasong-17.
Il veicolo testato dalla Corea del Sud è invece molto diversa. È costruito in due stadi, e sarà utilizzato per il lancio di satelliti strategici nel monitoraggio della penisola coreana. Questo in base a quanto dichiarato ministro della difesa Suh Wook, presente al sito di lancio. Non si tratta quindi di un missile balistico, ma del prototipo di un vero razzo orbitale. Il ministero ha successivamente rilasciato un video in cui si possono osservare la separazione degli stadi, il corretto distacco dei fairing e il rilascio di una massa di prova. Il lancio è avvenuto a bordo di una piattaforma in mare, la cui esatta posizione sembra essere già stata determinata da alcuni osservatori.
NEW: South Korea’s defense ministry has released photos and a video showing what it called a successful test of a “solid-fuel space projectile” on Wednesday.
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— NK NEWS (@nknewsorg) March 30, 2022
Un cambio di passo
Lo sviluppo di un nuovo razzo a propellente solido è solo l’ultima di una inevitabile e necessaria corsa alle tecnologie militari portata avanti da Seoul. Il 15 settembre 2021 testarono con successo per la prima volta un missile balistico imbarcato da un sottomarino di classe Dosan Ahn Changho.
Il rapido progresso dell’innovazione missilistica di Seoul è sicuramente riconducibile a un esigenza di deterrenza nei confronti del rivale del Nord. Tuttavia, il cambio di passo visto nel 2021 è indubbiamente frutto dell’abolizione dei trattati sul limite dello sviluppo di tecnologie missilistiche che la Corea del Sud aveva stipulato con gli Stati Uniti. Tale rinuncia di limiti è stata concordata bilateralmente dai due paesi nel maggio 2021.
L’impegno nello spazio di Seoul come frontiera strategica è molto ambio. Si nota ad esempio nello sviluppo di un vettore a propellente liquido e nella progettazione di una propria rete di navigazione satellitare. Quest’ultima costerà oltre 3.5 miliardi di dollari e dovrebbe garantire al paese un’indipendenza dal segnale GPS, grazie ad una rete regionale simile a quella giapponese QZSS.
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Altre reazioni militari al test nordcoreano
Oltre a testare il primo razzo a propellente solido, la Corea del Sud ha messo in atto diverse manovre militari dimostrative come monito a Pyongyang. Una delle più curiose tra queste manovre è stata sicuramente la “elephant walk” ossia l’organizzazione di un insieme di diverse decine di F-35 messi in pista, armati e pronti per il decollo.
Non sono mancati i lanci di missili balistici Hyumoo-II e missili da crociera Haesong-II lanciati da alcune navi. L’aviazione ha condotto anche dei bombardanti simulati con delle munizioni con kit JDAM sganciate da F-15K, una versione dell’Eagle modificata per la repubblica coreana.
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