Il mese scorso, per la precisione il 6 maggio alle ore 00:26, abbiamo assistito allo storico volo della Starship SN15. Ci siamo quindi lasciati con la speranza di vederne un altro, che poteva essere nuovamente di SN15 oppure del nuovo prototipo SN16. Ciò non è accaduto, poiché SpaceX ha iniziato a concentrarsi maggiormente sulla costruzione delle infrastrutture per i lanci orbitali.
Ecco quindi cosa è accaduto in questi 30 giorni a Starbase e quali sono le notizie emerse su questo progetto.
Trasporti militari con Starship
Ad ottobre dello scorso anno SpaceX aveva firmato un accordo con lo U.S. Transportation Command, per studiare la fattibilità di un mezzo in grado di trasportare carichi tra due punti sulla Terra. Tale accordo faceva pensare ad un ulteriore possibile utilizzo di Starship, che i militari potrebbero sfruttare per il trasporto rapido di rifornimenti ed equipaggiamenti.
Ora anche la Space Force annuncia di voler avviare un programma per realizzazione di un mezzo simile. Il 4 giugno infatti, la nuova forza armata americana ha annunciato il programma Rocket Cargo, il quarto del progetto Vanguard. Questo ha l’obbiettivo di investire in nuove tecnologie che possano avvantaggiare i soldati sul campo di battaglia. Rocket Cargo sarà portato avanti sia dalla Space Force che dall’Air Force e per tale programma l’amministrazione Biden ha richiesto 47,9 milioni di dollari per il prossimo anno fiscale.

l’Air Force Research Laboratory avrà il compito di determinare se sia possibile l’utilizzo di razzi commerciali pesanti per il trasporta tra due punti sulla Terra. Il razzo dovrà essere in grado di atterrare su diverse tipologie di terreno ed inoltre deve possedere grandi capacità di carico. Starship, grazie alle sue caratteristiche, potrebbe essere selezionata anche per entrare a far parte di Rocket Cargo. SpaceX infatti sta sviluppando il suo nuovo mezzo anche per poter collegare due punti distanti sulla Terra e trasportare così da un luogo all’altro fino a 100 tonnellate di carico.
Il generale Arnold Bunch, Jr., comandante dell’Air Force Materiel Command, ha dichiarato che un mezzo di questo tipo potrebbe essere utilizzato anche per aiuti umanitari. In caso di gravi catastrofi, un mezzo in grado di trasportare rapidamente grandi quantità di materiale potrebbe fare la differenza nel salvare delle vite.
Cosa ne sarà di SN15 e SN16 ?
Il giorno successivo all’atterraggio di SN15, Musk aveva dichiarato che l’intenzione era quella di effettuare un secondo volo con questo prototipo. Una volta messa in sicurezza la Starship, gli operai hanno iniziato ad effettuare diversi controlli sul prototipo analizzando la struttura e verificando eventuali danni.
Una delle prime operazioni da effettuare per un secondo volo, era quella di sostituire le gambe di atterraggio. Queste componenti infatti, sono solamente una primissima versione per i test. SpaceX le ha progettate in modo da deformarsi per attutire gli urti. Una volta smontate, gli operai hanno posizionato SN15 sul pad B, accanto a quello da cui era partita. La Starship però non ha ricevuto nuove gambe di atterraggio e già questo faceva sospettare che non avrebbe volato nuovamente. O che comunque non lo avrebbe fatto a breve.
Successivamente, anche i 3 motori Raptor sono stati rimossi ed hanno raggiunto il sito di costruzione, probabilmente per essere analizzati.
When all the Stars Align – @elonmusk #SN15 #BocaChicaToMars @SpaceX #StarbaseTexas
@SpaceIntellige3#iCANimagine LLC
Image Taken : May 26, 2021 https://t.co/rlWH1GIq28 pic.twitter.com/7UvSmcDFIk— Starbase Surfer (@cnunezimages) May 29, 2021
Il 27 maggio, la Starship SN15 ha fatto nuovamente ritorno al sito di costruzione e collocata su un apposito stand. Musk non ha più fatto dichiarazioni sul destino di questo prototipo, ma potrebbe accadere ciò che è successo con SN5 e SN6. Anche in quell’occasione il fondatore di SpaceX annunciò un secondo volo, che però non avvenne mai. I prototipi vennero invece smantellati, e questa sorte potrebbe toccare anche a SN16, nonostante essa non abbia mai volato. Quest’ultimo prototipo si trova all’interno dell’High Bay da più di un mese. Dopo l’unione del nose cone al corpo principale i lavori sembrano essersi interrotti.
SN15 e SN16 sono Starship pressoché uguali, in quanto l’ultima serviva per apportare alcune migliorie in caso di un fallimento del suo precedessore. Ora invece, gli sforzi dell’azienda sembrerebbero focalizzarsi su SN20. Dovrebbe essere proprio questa la Starship che effettuerà il primo volo nello spazio.
Ma il Super Heavy quanti motori avrà ?

Il razzo che avrà il compito di portare in orbita la Starship è l’elemento che ha subito maggiori modifiche nel corso di questi anni. Tra i maggiori cambiamenti vi è il numero di motori di cui il Super Heavy sarà dotato. Inizialmente, SpaceX aveva dotato il booster di 37 Raptor, per poi diminuire tale numero a 31. Ad agosto dello scorso anno Musk dichiarò un ulteriore riduzione del numero dei motori, arrivando così a 28.
Con l’ultima dichiarazione del fondatore di SpaceX, potremmo avere finalmente il numero definitivo. Le prime versioni di Super Heavy saranno spinti di 29 Raptor, per poi arrivare a fine anno con booster dotati di 32 motori. Questi conferiranno al razzo una spinta superiore a 7500 tonnellate, con un rapporto tra spinta e peso di 1,5. Per il Saturn V, tale rapporto arrivava 1,2. Gli ingegneri hanno lavorato molto per migliorare sia i motori che i processi produttivi. SpaceX ora riesce a costruire un nuovo Raptor ogni 48 ore e nonostante questo la velocità di produzione dei motori è il collo di bottiglia per la realizzazione di Starship e Super Heavy. Per un lancio orbitale in futuro, saranno necessari in totale 38 Raptor. Di questi, 3 saranno ottimizzati per il vuoto e montati sulla Starship. Per costruire tutti questi motori serviranno quindi 76 giorni.
La struttura che dovrà supportare i motori del booster è una delle componenti più complesse da sviluppare, in quanto dovrà resistere a elevatissime sollecitazioni. Per effettuare i primi test su questa struttura, ha raggiunto il pad per i test quello che è stato denominato BN2.1. Si tratta della sola parte inferiore di del Super Heavy, a cui sono stati installati dei pistoni idraulici per simulare la spinta dei Raptor e verificare la tenuta di questa nuova struttura.
Una ulteriore modifica al design riguarda la disposizione dei serbatoi, che sembrerebbe essere stata modificata diverse volte. La configurazione finale sarà uguale a quella di Starship, ovvero con il serbatoio dell’ossigeno in basso e quello del metano in alto.
La torre continua a crescere
Per supportare i lanci orbitale, SpaceX necessita di un pad di lancio apposito. Negli ultimi giorni gli operai hanno iniziato ad impilare le diverse sezioni che comporranno la torre. Questa struttura avrà il compito di posizionare la Starship sul Super Heavy e recuperare al volo quest’ultimo. Per facilitare la costruzione della torre, questa è stata organizzata in sezioni, che poi vengono impilate grazie alla gru LR 11350, in grado di sollevare carichi fino a 220 m di altezza. Le diverse sezioni vengono realizzate al sito di costruzione e saranno 7 in totale. Attualmente, ne sono state impilate tre. Una volta presenti tutte, la torre raggiungerà un’altezza di 140 m di altezza.

Oltre alla torre, SpaceX sta lavorando anche alla produzione dei serbatoi che serviranno per rifornire Starship e Super Heavy. Due di questi, denominati GSE-1 e 2, hanno già raggiunto il sito di lancio. Presto uno di questi serbatoi verra anche coperto da una struttura che servirà sia da protezione che da isolante termico.
I progressi di Starship è una rubrica di aggiornamento sul progetto Starship di SpaceX, progettata e scritta da Andrea D’Urso e viene pubblicata il giorno 5 di ogni mese.
Continua a seguire Astrospace.it sul canale Telegram, sulla pagina Facebook e sul nostro canale Youtube. Non perderti nessuno dei nostri articoli e aggiornamenti sul settore aerospaziale e dell’esplorazione dello spazio.