• AstroSpace.it
  • Collabora
  • La redazione
  • Astrospace Shop
  • ADV
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
AstroSpace
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
ORBIT
Shop
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
AstroSpace
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati

Perchè la crosta lunare è magnetizzata? Ora sappiamo quali non sono le cause

Damiano Faro di Damiano Faro
Ottobre 9, 2020
in Astronomia e astrofisica, Esplorazione spaziale, Luna, News
Superficie lunare e nucleo lunare

Render grafico di come sarebbe il nucleo lunare.

Condividi su FacebookTweet

Ci sono due grandi ipotesi del perché la crosta lunare presenta una leggera magnetizzazione, e del perchè in generale tutto il nostro satellite sia circondato da un basso campo magnetico. Sulla Luna non è forte come quello terrestre (nemmeno paragonabile) dato che al nostro satellite manca un nucleo rotante in ferro-nichel, che funzioni da geodinamo. Questo causa l’assenza di un campo magnetico dipolare, e ci dice che la magnetizzazione attuale presente sulla Luna deve avere origine direttamente dalla superficie.

Secondo un nuovo studio australiano ora possiamo escludere almeno una delle ipotesi sul perchè esista questa magnetizzazione superficiale.

Lo studio è stato pubblicato su Science Advance ed è stato condotto dalla ricercatrice australiana e co-autrice Dr.ssa Katarina Miljkovic, del Curtin Space Science and Technology Centre, un centro di ricerca della School of Earth and Planetary Sciences alla Curtin University. A capo della ricerca, la Dr.ssa Rona Oran, del Department of Earth, Atmospheric and Planetary Sciences (EAPS) presso il MIT.

Le due ipotesi precedenti

Fino ad oggi due sono state le ipotesi più credibili sul perché la crosta lunare presenti questa leggera magnetizzazione. La prima sostiene che la magnetizzazione crostale sia stata generata nei primi anni del nostro satellite, quando ancora il nucleo di metallo fuso funzionava da dinamo, che rotando generava un campo magnetico. Gli studi delle rocce provenienti dalle missioni Apollo hanno mostrato che la Luna deve aver avuto in passato un forte campo magnetico (intorno ai 110 μT, contro i 50 μT attuali di quello terrestre)  che è andato sempre più ad indebolirsi (arrivando a 20 μT circa 3.6-3.1 miliardi di anni fa). La falla principale di questa teoria è dovuta alle piccole dimensioni del nucleo lunare.

La seconda ipotesi non esclude in realtà la prima ma semplicemente afferma che gran parte del campo magnetico attuale sia stato alimentato da impatti meteoritici.

A sostegno di questa ipotesi, è stata osservata una maggiore magnetizzazione della crosta in zone situate vicino i bordi dei crateri d’impatto. E’ possibile che, dopo l’impatto, i detriti si siano vaporizzati o che si sia addirittura generata una nube di plasma. Grazie alla presenza di un preesistente campo magnetico ambientale, questa si sia disposta nelle zone vicine ai crateri d’impatto, rimanendo magnetizzata e depositandosi sulla superficie.

Per cercare conferme a favore di questa ipotesi, il satellite indiano Chandrayaan-1 ha mappato una “mini-magnetosfera” sul lato a noi nascosto del satellite, in corrispondenza del “Mare Crisium”, usando il suo strumento Sub-KeV Atom Reflecting Analyzer (SARA). Questa zona è larga 360 km ed è circondata da una regione spessa 300 km di flusso di plasma eccitato dal vento solare che viene deviato intorno alla mini-magnetosfera.

Superficie lunare magnetica.
I rosso scuro le anomalie più importanti nel valore del campo magnetico superficiale. La parte sinistra dell’immagine rappresenta la superficie nascosa. Queste osservazioni alimentavano maggiormente la seconda ipotesi Crediti: Science/AAAS

I nuovi modelli dall’Australia

Nonostante le evidenze delle ricerche effettuate negli anni, i risultati dello studio australiano confutano la seconda ipotesi. Durante i primi anni della Luna, gli impatti meteoritici hanno originato del plasma, che poi ha interagito con il debole campo magnetico lunare. Sempre secondo questa seconda teoria, il plasma magnetizzato sarebbe è poi ricaduto sulla superficie, magnetizzandola. I modelli matematici realizzati dalla dottoressa Miljkovic mostrano però che le previsioni basate su questi livelli di magnetizzazione superficiale indotta dal plasma, portano a valori completamente diversi da quelli misurati attualmente.

Durante gli eventi meteorici, la crosta lunare è vaporizzata a causa dell’elevata velocità d’impatto, e questa nube di detriti e plasma viene poi spostata in altre zone del satellite. Lo studio si è basato sui calcoli della massa e dell’energia termica del vapore emesso durante gli impatti, effettuati dalla Miljkovic. Grazie a questi dati e alla grande potenza di calcolo dei supercomputer, il team di ricercatori ha potuto eseguire delle simulazioni in grado di ricostruire il meccanismo di generazione del campo magnetico da impatto.

Smentita la seconda ipotesi

Secondo l’ipotesi iniziale, il plasma generato dall’impatto si sarebbe dovuto magnetizzare attraversando il campo magnetico lunare presente in quell’era, per poi ricadere in superficie e magnetizzare il resto della crosta lunare. I risultati delle simulazioni, effettuate con una moltitudine di scenari diversi, hanno fornito dati lontani da quelli ipotizzati dalla teoria d’impatto. L’incoerenza tra i dati raccolti e quelli teorici induce i ricercatori ad escludere la seconda ipotesi. La conclusione è che una dinamo generata dall’antico nucleo rotante della Luna è l’unica opzione plausibile per l’attuale magnetizzazione della crosta.

L’universo e il sistema solare è ricco di corpi planetari che presentano una leggera crosta magnetizzata; Mercurio ad esempio. Lo studio effettuato ora, svela in parte il mistero su come possa generarsi questo fenomeno, confutando una delle teorie più accreditate. Maggiori risposte potrebbero esserci date dalle prossime missioni Artemis sulla Luna, attraverso lo studio approfondito di nuovi campioni di suolo lunare.

L’articolo completo è disponibile qui: Was the moon magnetized by impact plasmas?

Continua a seguire Astrospace.it sul canale Telegram, sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram. Non perderti nessuno dei nostri articoli e aggiornamenti sul settore aerospaziale e dell’esplorazione dello spazio.

Tags: Campo magneticoLuna

Potrebbe interessarti anche questo:

un mezzo di estrazione dell'He3 di Interlune. Credits: Interlune/TechCrunch

Interlune ha venduto Elio-3 raccolto sulla Luna: consegne a partire dal 2029

Maggio 8, 2025

Il lander Resilience di ispace è entrato con successo in orbita lunare

Maggio 7, 2025

Il Texas finanzierà lo sviluppo di un veicolo di rientro dallo spazio di Intuitive Machines

Aprile 29, 2025
Rappresentazione artistica dei tre cubesat della missione EZIE della NASA, in orbita attorno alla Terra. Credits: NASA/Johns Hopkins APL/Steve Gribben

I primi dati dei satelliti della missione EZIE della NASA mostrano risultati promettenti

Aprile 28, 2025
Render della missione lunare cinese Chang'e 8 sulla superficie della Luna.

Annunciati i partner e gli esperimenti internazionali per la missione lunare cinese Chang’e 8

Aprile 24, 2025
IM-4 Intuitive Machines

La missione IM-4 di Intuitive Machines partirà verso la Luna con un Falcon 9 di SpaceX

Aprile 9, 2025
Attualmente in riproduzione

I più letti

  • progressi di starship

    Ancora problemi con la Block 2. I progressi di Starship

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • Ecco la proposta di budget ufficiale per la NASA del 2026: confermati i tagli alla scienza, e non solo

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • Il lander Resilience di ispace è entrato con successo in orbita lunare

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • SpaceX potrà effettuare 25 lanci all’anno di Starship da Starbase

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0

Segui AstroSpace.it anche in:

Telegram LinkedIn Twitter Youtube

Eventi in programma

Mar 15
Marzo 15 @ 6:00 pm - Giugno 2 @ 8:00 pm

Mostra INAF Macchine del tempo

Mag 20
Maggio 20 @ 10:00 am - Maggio 22 @ 4:00 pm

Space Meetings Veneto 2025

Vedi Calendario

Gli ultimi approfondimenti

35 anni dal lancio di Hubble, che si avvicina alla fine della sua missione

Aprile 24, 2025
Eclissi parziale di Sole. Credits: Reuters

È in arrivo un’eclissi parziale di Sole, visibile anche dall’Italia. Ecco quando e come osservarla

Marzo 28, 2025

Present and future of space debris management. Interview with Tim Flohrer, head of the ESA Space Debris Office

Marzo 26, 2025


News e approfondimenti di Astronautica e Aerospazio. Astrospace.it è pubblicato da Astrospace Srl.

info@astrospace.it 
www.astrospace.it

P.IVA: 04589880162

  • Astrospace ADV
  • AstroSpace.it
  • Collabora
  • La redazione
  • Feed RSS
  • Newsletter
  • Shop
Privacy Policy Cookie Policy

Abbonati

Entra in Astrospace Orbit per leggere gli articoli Premium di AstroSpace

ISCRIVITI ORA

©2023 Astrospace

Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
Orbit
Shop

© 2024 Astrospace.it Info@astrospace.it - News e approfondimenti di astronautica e aerospazio. Astrospace.it è pubblicato da Astrospace srl P.IVA: 04589880162