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I primi dati dei satelliti della missione EZIE della NASA mostrano risultati promettenti

Mariasole Maglione di Mariasole Maglione
Aprile 28, 2025
in Agenzie Spaziali, Astronomia e astrofisica, Esplorazione spaziale, NASA, Scienza, Sistema solare
Rappresentazione artistica dei tre cubesat della missione EZIE della NASA, in orbita attorno alla Terra. Credits: NASA/Johns Hopkins APL/Steve Gribben

Rappresentazione artistica dei tre cubesat della missione EZIE della NASA, in orbita attorno alla Terra. Credits: NASA/Johns Hopkins APL/Steve Gribben

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La NASA ha di recente ottenuto i primi dati della missione Electrojet Zeeman Imaging Explorer (EZIE), dedicata allo studio delle correnti atmosferiche note come elettrogetti aurorali. Lanciata il 14 marzo 2025 dalla Vandenberg Space Force Base in California, la missione è composta da tre piccoli CubeSat in orbita a poche centinaia di km sopra la superficie terrestre.

I dati preliminari raccolti dalla “prima luce”, quindi dalle prime osservazioni, sono promettenti. Gli strumenti di bordo, in particolare il Microwave Electrojet Magnetogram (MEM), hanno confermato il corretto funzionamento dei sensori principali. Questo risultato segna un passo importante verso l’inizio della fase operativa completa, prevista entro circa un mese, dopo ulteriori verifiche e calibrazioni.

EZIE si propone di offrire una nuova visione della struttura e dell’evoluzione dei campi di corrente elettromagnetica associati alle aurore polari, fenomeni finora poco esplorati con osservazioni dirette. La missione è finanziata dalla Divisione di Eliofisica della NASA e gestita dal Goddard Space Flight Center, con la guida scientifica del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory.

Cosa farà EZIE

Il cuore tecnologico della missione EZIE è rappresentato dal Microwave Electrojet Magnetogram (MEM), uno strumento progettato per misurare la separazione Zeeman nelle emissioni di microonde. Il fenomeno della separazione Zeeman si verifica quando i campi magnetici alterano leggermente la frequenza delle onde elettromagnetiche emesse, un effetto che può essere utilizzato per ricostruire l’intensità e la configurazione dei campi di corrente atmosferica.

Gli elettrogetti aurorali sono correnti elettriche che scorrono nella ionosfera, a circa 100 km di altitudine, generate dall’interazione tra il vento solare e il campo magnetico terrestre. Questi flussi trasportano circa un milione di Ampere di corrente elettrica intorno ai poli magnetici, rappresentando una delle principali cause di disturbi geomagnetici osservati a Terra.

Finora, gli elettrogetti aurorali sono stati studiati indirettamente tramite misure da terra o modelli teorici. EZIE rappresenta la prima missione capace di mappare direttamente queste correnti su scala globale, fornendo dati fondamentali per comprendere la dinamica dell’interazione Sole-Terra.

La missione EZIE della NASA utilizzerà tre cubesat per mappare gli elettrogetti aurorali della Terra, intense correnti elettriche che scorrono in alto sopra le regioni polari della Terra quando le aurore brillano nel cielo. Mentre il trio orbita attorno alla Terra, ogni satellite utilizzerà quattro sensori puntati ad angoli diversi per misurare i campi magnetici creati dagli elettrogetti. Credits: NASA/Johns Hopkins APL/Steve Gribben
La missione EZIE della NASA utilizzerà tre cubesat per mappare gli elettrogetti aurorali della Terra, intense correnti elettriche che scorrono in alto sopra le regioni polari della Terra quando le aurore brillano nel cielo. Mentre il trio orbita attorno alla Terra, ogni satellite utilizzerà quattro sensori puntati ad angoli diversi per misurare i campi magnetici creati dagli elettrogetti. Credits: NASA/Johns Hopkins APL/Steve Gribben

Un passo avanti per la sicurezza spaziale e terrestre

La comprensione approfondita degli auroral electrojets è essenziale non solo per la ricerca scientifica, ma anche per la protezione delle infrastrutture tecnologiche. Questi intensi campi di corrente sono infatti responsabili delle più significative variazioni magnetiche osservate durante le tempeste geomagnetiche, con effetti potenzialmente gravi su satelliti, reti elettriche terrestri e sistemi di comunicazione.

Disturbi indotti dagli elettrogetti possono causare correnti parassite in conduttori a Terra, provocando danni a trasformatori e blackout estesi. In orbita, invece, possono interferire con le comunicazioni satellitari, alterare le traiettorie dei satelliti a bassa quota e aumentare il rischio per gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

Con EZIE, la NASA punta a ottenere dati ad alta risoluzione spaziale e temporale che permettano di migliorare i modelli previsionali di space weather, aumentando la capacità di anticipare eventi estremi e di sviluppare strategie di mitigazione per i rischi associati. Un elemento sempre più cruciale in un mondo tecnologicamente dipendente dalle infrastrutture spaziali.

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Tags: AuroreCampo magneticoelettrogetti auroraliEZIENasaTerra

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