• AstroSpace.it
  • Collabora
  • La redazione
  • Astrospace Shop
  • ADV
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
AstroSpace
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
ORBIT
Shop
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
AstroSpace
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati

Un getto di buco nero insolitamente potente, scoperto nel “mezzogiorno cosmico” con Chandra

Mariasole Maglione di Mariasole Maglione
Giugno 10, 2025
in Agenzie Spaziali, Astronomia e astrofisica, NASA, News, Scienza
Un getto sorprendentemente potente di un buco nero supermassiccio nel "mezzogiorno cosmico", a 11.6 miliardi di anni luce di distanza, in una rappresentazione artistica (sfondo) e da dati Chandra (in alto a destra). Credits: X-ray: NASA/CXC/CfA/J. Maithil et al.; Illustration: NASA/CXC/SAO/M. Weiss

Un getto sorprendentemente potente di un buco nero supermassiccio nel "mezzogiorno cosmico", a 11.6 miliardi di anni luce di distanza, in una rappresentazione artistica (sfondo) e da dati Chandra (in alto a destra). Credits: X-ray: NASA/CXC/CfA/J. Maithil et al.; Illustration: NASA/CXC/SAO/M. Weiss

Condividi su FacebookTweet

Un nuovo studio basato sui dati dell’osservatorio a raggi X Chandra della NASA ha individuato un getto di buco nero insolitamente potente, proveniente da una galassia distante circa 11.6 miliardi di anni luce da qui. Questo colloca l’evento nel cosiddetto “mezzogiorno cosmico” (cosmic noon), un’epoca cosmica risalente a circa 3 miliardi di anni dopo il Big Bang, caratterizzata da un’intensa attività di formazione stellare e di crescita dei buchi neri supermassicci.

Gli astronomi hanno usato Chandra e il Karl G. Jansky Very Large Array (VLA) per studiare questo buco nero e il suo getto. Hanno così identificato e poi confermato l’esistenza di due diversi buchi neri, con getti lunghi oltre 300 mila anni luce. I due buchi neri sono rispettivamente a 11.6 miliardi e 11.7 miliardi di anni luce di distanza dalla Terra. Le particelle di un getto (J1405+0415) si muovono tra il 95% e il 99% della velocità della luce, e nell’altro (J1610+1811) tra il 92% e il 98%. Il getto di J1610+1811 è straordinariamente potente, trasportando circa la metà dell’energia dell’intensa luce del gas caldo che orbita attorno al buco nero.

Il team è stato in grado di rilevare questi getti nonostante le loro grandi distanze e la minima distanza dai buchi neri supermassicci luminosi e in crescita, noti come “quasar”, a causa della visione a raggi X nitida di Chandra.

L’amplificazione X e il ruolo della radiazione cosmica di fondo

Nel corso dell’evoluzione cosmica, la temperatura della radiazione cosmica di fondo si è progressivamente abbassata, passando da valori elevati nei primi miliardi di anni a quelli attuali di circa 2.7 K. All’epoca del mezzogiorno cosmico, però, la radiazione era ancora così intensa da poter interagire con le particelle relativistiche dei getti, amplificandone l’energia osservabile.

L’amplificazione nei raggi X è particolarmente efficace, tanto da permettere a telescopi come Chandra di vedere emissioni che altrimenti sfuggirebbero nel radio o in altre bande. L’intensità nei raggi X rilevata è sorprendente: circa 160 volte superiore a quella radio. Secondo gli autori, è tra i segnali più chiari mai osservati di questo genere.

Questo meccanismo era già noto, ma l’intensità osservata indica che i getti emessi dai buchi neri nel primo Universo potrebbero essere stati molto più comuni ed energetici di quanto stimato finora. n altre parole, potremmo aver ampiamente sottostimato la presenza di getti attivi in quell’epoca cosmica.

A sinistra: immagine a 6 GHz del VLA di J1405+0415 A destra: immagine a 6 GHz del VLA di J1610+1811. Credits: Mithil et al. 2025
A sinistra: immagine a 6 GHz del VLA di J1405+0415 A destra: immagine a 6 GHz del VLA di J1610+1811. Credits: Mithil et al. 2025

Una nuova strategia per individuare getti inclinati

La maggior parte dei getti finora rilevati con elevata intensità X risultava orientata quasi direttamente verso la Terra, una configurazione che aumenta la visibilità grazie agli effetti di boosting relativistico. Tuttavia, i getti con un’inclinazione significativa sono più difficili da identificare. In questo studio, i ricercatori hanno applicato una nuova tecnica statistica sviluppata per determinare l’inclinazione dei getti a partire dai dati osservativi.

Nel caso specifico, l’angolo di visione stimato è di 9 gradi e di 11 gradi per i due buchi neri (rispettivamente J1405+0415 e J1610+1811), sufficiente a evitare un forte boosting ma comunque a consentire un rilevamento netto. Questa tecnica potrebbe rivoluzionare il modo in cui individuiamo quasar e galassie attive nel mezzogiorno cosmico, e suggerisce che le attuali statistiche sulla frequenza dei getti potrebbero essere significativamente incomplete.

La scoperta rafforza anche l’idea che i getti relativistici abbiano avuto un ruolo importante nel modellare l’evoluzione delle galassie primordiali, regolando l’afflusso di gas, la formazione stellare e la distribuzione della materia su larga scala.

Mesi contati per Chandra?

Il Chandra X-ray Observatory è uno dei principali telescopi spaziali della NASA, progettato per osservare l’Universo nella banda dei raggi X. È stato lanciato nello spazio il 23 luglio 1999 a bordo dello Space Shuttle Columbia, come parte del programma Great Observatories, insieme a Hubble (ottico/UV), Spitzer (infrarosso) e Compton (gamma).

Chandra orbita attorno alla Terra con un’orbita fortemente ellittica, che gli consente lunghi periodi di osservazione ininterrotta, fino a 55 ore consecutive. Il suo specchio, con una risoluzione angolare di circa 0.5 arcosecondi, lo rende il telescopio a raggi X con la visione più nitida mai realizzato. L’osservatorio sarebbe ancora in buona salute e operatività, con propellente e funzionalità tecniche che garantirebbero altri 10 anni di scienza di alta qualità.

Il destino di Chandra è però ora strettamente legato alla proposta di budget della NASA per l’anno fiscale 2026, che prevede tagli drastici alla scienza, con un calo del finanziamento complessivo da 24.8 a 18.8 miliardi di dollari (pari a circa il 24 %). Nel documento riassuntivo dei tagli alle missioni è riportato, nello specifico, “NASA will initiate closeout of the Chandra mission”. Se la proposta sarà approvata, quindi, Chandra avrà purtroppo i mesi contati.

Lo studio è reperibile qui in versione pre-print.

Capitol Building

Ti piace questo articolo? C’è molto di più!

Su ORBIT avrai accesso ad approfondimenti, rubriche, report e analisi, live, interviste e alla nostra community, oltre che a rubriche dedicate anche al mondo dell’astronomia. Ti piacerà!



© 2025 Astrospace.it Tutti i diritti riservati. Questo articolo può essere riprodotto o distribuito integralmente solo con l’autorizzazione scritta di Astrospace.it o parzialmente con l’obbligo di citare la fonte.
Tags: buco neroChandragetto relativisticomezzogiorno cosmicoTelescopio spazialeuniverso primordiale

Potrebbe interessarti anche questo:

R136, un ammasso contenente alcune delle stelle più massicce conosciute, circa 120-150 masse solari, fotografato dal James Webb. Credits: NASA, ESA, and P. Crowther (University of Sheffield)

Il James Webb potrebbe aver osservato la prima popolazione di stelle dopo il Big Bang

Novembre 5, 2025
Capotauro (CEERS U-100588), un oggetto astronomico trovato dal James Webb all'interno del programma di osservazione CEERS. Potrebbe essere la galassia più distante mai scoperta. Credits: Giuseppe Capriotti & Giovanni Gandolfi/NASA/ESA/CSA/JWST/CEERS

Scoperto con il James Webb “Capotauro”: forse è la galassia più distante mai rilevata

Ottobre 23, 2025
Render artistico del Neil Gehrels Swift Observatory della NASA. Credits: NASA’s Goddard Space Flight Center Conceptual Image Lab

La NASA ha selezionato un’azienda privata per innalzare l’orbita del Swift Observatory nel 2026

Settembre 25, 2025
300 oggetti insolitamente luminosi identificati nell'Universo primordiale utilizzando il James Webb. Credits: Bangzheng "Tom" Sun/University of Missouri

Il James Webb ha osservato centinaia di oggetti insolitamente luminosi nell’Universo primordiale

Agosto 13, 2025
I due pannelli principali del sistema di schermatura solare del telescopio spaziale Nancy Grace Roman, definiti insieme Lower Instrument Sun Shield (LISS). Credits: NASA/Sophia Roberts

Completata l’installazione del sistema di schermatura solare del telescopio Nancy Grace Roman

Agosto 1, 2025
Immagine del telescopio spaziale Hubble di una coppia di galassie: NGC 6099 (in basso a sinistra) e NGC 6098 (in alto a destra). Il "blob" viola raffigura l'emissione di raggi X da un ammasso stellare compatto. I raggi X sono prodotti da un probabile buco nero di massa intermedia che fa a pezzi una stella. Credits: NASA, ESA, CXC, Yi-Chi Chang (National Tsing Hua University)

Scoperto con Hubble a Chandra un possibile buco nero di massa intermedia

Luglio 25, 2025
Attualmente in riproduzione

Tutte le missioni lunari a cui sta lavorando l'Italia

Tutte le missioni lunari a cui sta lavorando l'Italia

00:26:20

La nuova manovra DYNAMIC BANKING di Starship spiegata!

00:16:52

Cosa sta succedendo alla NASA e ad Artemis? Chi avrà il primo allunaggio?

00:15:38

Dopo HALO e il Lunar Gateway: il futuro lunare spiegato da chi ci lavora

00:17:39

Il James Webb sta veramente rivoluzionando l’astrofisica?

00:17:09

Perché non siamo più tornati sulla Luna dopo Apollo 11?

00:15:39

Ecco come le onde gravitazionali stanno cambiando l'astrofisica!

00:15:55

Cosa sono e da dove provengono gli OGGETTI INTERSTELLARI come 3I/Atlas?

00:16:39

Un mese da record per Rocket Lab. La Cina affronta una crisi dei lanci spaziali - Launchpad

00:09:33

L'esplosione di Starship S36 cambia tutto?

00:11:19

Abbiamo visto da vicino HALO: il primo modulo del Lunar Gateway

00:18:34

Yuri Gagarin, il semi Dio che ha sfidato lo spazio – La vera storia di Vostok 1

00:11:41

La storia completa del lander che ha portato l'ITALIA sulla Luna

00:22:58

SpaceX può arrivare su Marte nel 2026? Aggiornamenti da Starship e Starbase

00:11:08

Euclid inizia la creazione del più grande Atlante cosmico della storia - Le nuove immagini spiegate

00:11:18

Diretta allunaggio Blue Ghost e LuGRE

03:00:24

Diretta ottavo volo di test di Starship - Lancio rinviato!

02:21:37

Il 2025 di Starship. Cosa aspettarci fra lanci, test e progressi a Starbase

00:14:32

BE-4 o Raptor? Ecco come funzionano i due motori di Blue Origin e SpaceX

00:15:12

La storia di Europa Clipper: alla ricerca di vita aliena intorno a Giove

00:21:59

I sette telescopi spaziali e terrestri più attesi nei prossimi dieci anni

00:20:14

Com'è andato il settimo volo (ed esplosione) di Starship? Un'analisi preliminare

00:08:43

Verso la Luna, e oltre - I progressi di Starship

00:10:37

La nuova analisi ambientale di Starbase e il settimo volo di Starship

00:08:56

La storia del Dream Chaser, il nuovo spazioplano americano pronto al lancio

00:20:05

Speciale elezioni americane - Questa settimana nello spazio 39

01:37:52

La storia di Ariane 6, il nuovo razzo pesante europeo. Sarà l'ultimo?

00:21:44

Polaris Dawn: la storia della più incredibile missione spaziale privata di sempre.

00:17:51

Sesto lancio di test Starship - Diretta

04:33:33

Che fine hanno fatto i lanciatori europei? Analisi di una crisi in corso

00:17:14

Come è andato il quarto volo di Starship? Una dettagliata analisi.

00:11:34

La storia di Starliner: l'ultima capsula spaziale che costruirà Boeing?

00:23:54

La Cina può veramente portare un astronauta sulla Luna prima del programma Artemis?

00:13:00

Come funziona un razzo a propulsione termica nucleare?

00:19:16

Manned Venus Flyby: la storia di quella volta che la NASA voleva mandare tre astronauti su Venere

00:15:21

Il terzo volo di test di Starship (IFT-3) è stato un successo o un (parziale) fallimento?

00:12:12

Perché si costruiscono ancora stazioni spaziali?

00:13:52

La missione IM-1 di Nova-C Odysseus è stata un successo o un fallimento?

00:10:11

Quanto costa il turismo spaziale? Confronto fra mezzi, orbite e opportunità

00:17:16

Cosa sono e a cosa servono gli Accordi Artemis?

00:15:40

Perché è ancora così difficile atterrare sulla Luna?

00:23:27

Starship: successo o fallimento?

00:19:30

Speciale Artemis 1 - Ecco la prima missione del nuovo Programma di esplorazione lunare Artemis

00:30:05

DART e LICIACube: la prima missione di difesa planetaria. Cosa succederà prima e dopo lo schianto?

00:39:10

La prima foto del "nostro" buco nero Sgr A*

01:07:58

La guida completa alla scelta di un telescopio - Live speciale

01:24:54

I cancelli del cielo - Geopolitica ed economia dello spazio

01:03:56

Com'è andato il quinto volo di Starship?

00:09:21

Il test del Raptor nello spazio, l'ultimo prima di portare la Starship in orbita

00:09:40

Cosa succederà durante il nono volo di Starship?

00:11:16

Lo Zhuque-3 cinese è pronto al lancio. Ecco tutto quello che sappiamo

00:22:23

I più letti

  • Render di una base lunare del futuro. Credits: ESA/Foster + Partners

    L’ESA avvia lo studio del progetto pilota HOBI-WAN, per la produzione autonoma di proteine in microgravità

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • Il James Webb potrebbe aver osservato la prima popolazione di stelle dopo il Big Bang

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • Finalmente si torna a parlare di Luna. I progressi di Starship

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0
  • La cometa interstellare 3I/ATLAS emette un getto verso il Sole, come le comete del Sistema Solare

    0 condivisioni
    Condividi 0 Tweet 0

Segui AstroSpace.it anche in:

Telegram LinkedIn Twitter Youtube

Eventi in programma

Notice
Non ci sono eventi previsti.

Gli ultimi approfondimenti

La "Harvest Moon" del 29 settembre 2023, l'ultima Superluna dell'anno 2023, fotografata con il telescopio Takahashi TSA 102 aperto a f/8 presso l'Osservatorio Astronomico "G. Beltrame", gestito dal Gruppo Astrofili Vicentini. Credits: Mariasole Maglione

In arrivo la Superluna più grande e luminosa del 2025. Ecco quando, come e perché osservarla

Novembre 4, 2025
A sinistra, la cometa C/2025 R2 (SWAN). A destra, la cometa C/2025 A6 (Lemmon). Credits: Team Ciel Austral; Ryan101 via Reddit

Ci sono due comete vicine al perigeo. Ecco come e quando osservarle

Ottobre 20, 2025

Perché Starship è importante? – Lo spazio secondo me, di Paolo Ferri

Ottobre 15, 2025


News e approfondimenti di Astronautica e Aerospazio. Astrospace.it è pubblicato da Astrospace Srl.

info@astrospace.it 
www.astrospace.it

P.IVA: 04589880162

  • Astrospace ADV
  • AstroSpace.it
  • Collabora
  • La redazione
  • Feed RSS
  • Newsletter
  • Shop
Privacy Policy Cookie Policy

Abbonati

Entra in Astrospace Orbit per leggere gli articoli Premium di AstroSpace

ISCRIVITI ORA

©2023 Astrospace

Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
  • Home
  • Agenzie Spaziali
    • NASA
    • Cina
    • ESA
    • ASI
  • Esplorazione spaziale
    • Speciale Artemis 1
    • ISS
    • Luna
    • Sistema solare
    • Scienza
      • Astronomia e astrofisica
      • Fisica
  • Space economy
    • SpaceX
    • Boeing
    • Blue Origin
    • Nuove imprese
    • Rocket Lab
    • Satelliti
  • Spazio Italiano
  • Le grandi firme dello spazio
    • Paolo Ferri
Orbit
Shop

© 2024 Astrospace.it Info@astrospace.it - News e approfondimenti di astronautica e aerospazio. Astrospace.it è pubblicato da Astrospace srl P.IVA: 04589880162