Il telescopio PLATO (PLAnetary Transits and Oscillations of stars), missione dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) dedicata alla ricerca di esopianeti, ha raggiunto un importante traguardo: sono stati installati i primi strumenti scientifici che comporranno il suo innovativo sistema di osservazione multipla.
PLATO si distinguerà per la sua capacità di osservare il cielo con una “visione composta”, grazie a 26 telescopi e camere ottiche identici, che lavoreranno insieme come un unico grande occhio.
Di recente, presso gli stabilimenti di OHB System AG a Ottobrunn, in Germania, sono stati installati i primi 24 sistemi ottici sul modulo di carico utile, segnando l’inizio della fase finale di integrazione degli strumenti.
Una nuova generazione di telescopi per la caccia agli esopianeti
PLATO è progettato per monitorare centinaia di migliaia di stelle brillanti e vicine, con l’obiettivo di individuare pianeti extrasolari attraverso il metodo del transito. Oltre a scoprire nuovi mondi, il telescopio analizzerà le oscillazioni stellari (asterosismologia), consentendo di determinare con precisione le proprietà delle stelle ospiti e dei loro pianeti.
Il cuore scientifico di PLATO sarà composto da 24 telescopi “normali” e 2 telescopi “veloci”, che offriranno osservazioni ad alta precisione su stelle più luminose e su target di particolare interesse. Ogni telescopio lavora in sincronia per creare un campo visivo molto ampio, ideale per condurre survey a lungo termine su grandi aree del cielo.
Quando sarà completato, l’intero carico utile peserà circa 1 tonnellata e sarà il più grande mai realizzato per una missione ESA dedicata alla ricerca esoplanetaria.

Verso il lancio di PLATO
Nei prossimi mesi, tutti i telescopi di volo saranno progressivamente installati e sottoposti a rigorosi test di calibrazione e integrazione, per assicurare che l’intero sistema funzioni in modo coordinato. Dopo l’integrazione finale e i test ambientali, PLATO sarà trasferito al sito di lancio.
La partenza di PLATO è attualmente previsto per il 2026 a bordo di un razzo Ariane 6 dal centro spaziale di Kourou, in Guyana Francese. Una volta operativo, PLATO avrà il compito di ampliare significativamente il catalogo dei pianeti simili alla Terra, individuando mondi potenzialmente abitabili attorno a stelle simili al Sole.
Il progetto delle unità ottiche telescopiche è realizzato da un gruppo internazionale proveniente da Italia, Svizzera e Svezia e coordinato da Roberto Ragazzoni all’Osservatorio Astronomico di Padova. Lo sviluppo dell’unità ottica del telescopio è finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), dalla Swiss Space Office e dall’Agenzia Spaziale Svedese. Il progetto delle 26 fotocamere è opera dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) e la realizzazione è di Leonardo.