Immagine del telescopio spaziale SPHEREx della NASA che mostra una sezione del cielo in una lunghezza d'onda infrarossa (3.29 micron), rivelando una nuvola di polvere fatta di una molecola simile al la fuliggine, o al fumo. Credits: NASA/JPL-Caltech
Dopo settimane di preparazione e calibrazione, il telescopio spaziale SPHEREx della NASA ha ufficialmente iniziato la sua missione scientifica, con l’obiettivo di creare una mappa tridimensionale dell’intero cielo nell’infrarosso.
Lanciato l’11 marzo 2025, SPHEREx (Spectro-Photometer for the History of the Universe, Epoch of Reionization and Ices Explorer) è stato sottoposto a sei settimane di controlli per garantire il corretto funzionamento degli strumenti. Dall’1 maggio ha avviato le regolari operazioni: scattare circa 3600 immagini al giorno per i prossimi due anni.
La missione punta a mappare centinaia di milioni di galassie per studiare le origini dell’Universo, la distribuzione della materia e la presenza di ingredienti chiave per la vita nella Via Lattea. SPHEREx completerà oltre 11000 orbite, effettuando circa 14.5 rivoluzioni terrestri al giorno, e riprenderà strisce circolari del cielo, spostandosi progressivamente per coprire tutte le direzioni. Al termine dei 25 mesi di survey, la NASA avrà a disposizione quattro mappe complete del cielo in luce infrarossa, un risultato senza precedenti per varietà spettrale e profondità.
SPHEREx osserva lo spazio in 102 diverse lunghezze d’onda infrarosse, invisibili all’occhio umano, utilizzando sei rivelatori che lavorano in parallelo. Ogni giorno, il telescopio realizza circa 600 esposizioni, ciascuna composta da sei immagini corrispondenti a differenti bande di frequenza. A differenza di altri telescopi spaziali, SPHEREx orienta l’intera piattaforma usando ruote di reazione interne, senza muovere specchi o rilevatori (nel video seguente, la modalità di scanning di SPHEREx. Credits: NASA/JPL-Caltech).
Il cuore della missione è la spettroscopia, tecnica che scompone la luce in lunghezze d’onda per rivelare dettagli fisici e chimici delle sorgenti cosmiche. Questa capacità permette di misurare distanze, composizioni chimiche e proprietà fisiche di galassie, nubi interstellari e regioni di formazione stellare.
SPHEREx non sarà il primo telescopio a mappare il cielo completo, ma sarà il primo a farlo con una tale risoluzione spettrale, aprendo una nuova finestra sull’evoluzione cosmica e sull’origine dei materiali prebiotici.
Tra gli obiettivi scientifici principali di SPHEREx c’è lo studio dell’inflazione cosmica, il rapidissimo processo di espansione avvenuto frazioni di secondo dopo il Big Bang. Analizzando la distribuzione su larga scala delle galassie, SPHEREx potrà cercare le impronte lasciate da questo evento primordiale, migliorando la comprensione delle condizioni iniziali dell’universo.
La missione permetterà inoltre di misurare la luce collettiva prodotta da tutte le galassie esistite, ricostruendo la storia della formazione stellare e galattica. Sul piano locale, SPHEREx esaminerà oltre 9 milioni di nubi interstellari nella Via Lattea, mappando la distribuzione di acqua e molecole organiche fondamentali per lo sviluppo della vita. Si ipotizza infatti che l’acqua terrestre derivi da ghiacci interstellari presenti nella nube molecolare dove nacque il Sole.
Il progetto, frutto di oltre un decennio di sviluppo, promette di fornire dati cruciali non solo per rispondere a domande fondamentali sull’Universo, ma anche per aprire la strada a scoperte inattese.
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