L’11 marzo 2025 alle 20:10 locali (le 4:10 italiane del 12 marzo), un Falcon 9 di SpaceX è decollato dallo Space Launch Complex 4E (SLC-4E) della base spaziale di Vandenberg, in California, portando in orbita due nuove missioni scientifiche della NASA: SPHEREx (Spectro-Photometer for the History of the Universe, Epoch of Reionization and Ices Explorer) e PUNCH (Polarimeter to Unify the Corona and Heliosphere).
Dopo diversi rinvii, causati dai payload, dal lanciatore e dal meteo, il lancio si è svolto senza problemi, con la separazione tra gli stadi avvenuta regolarmente pochi minuti dopo il decollo, così come il successivo dispiegamento dei satelliti nelle orbite previste.
SPHEREx e PUNCH hanno obiettivi scientifici molto diversi, ma entrambi importanti per la comprensione dell’Universo. SPHEREx è una missione astrofisica che mapperà l’intero cielo nell’infrarosso per studiare le origini cosmiche e la presenza di molecole fondamentali per la vita. PUNCH, invece, è una costellazione di quattro satelliti che si concentrerà sul vento solare, analizzando la dinamica della corona solare e il suo impatto sullo spazio interplanetario.
Il Falcon 9 ha completato con successo anche il recupero del primo stadio, il booster B1088, rientrato nella zona di atterraggio 4 (LZ-4) a un paio di centinaia di metri a ovest di SLC-4E. Questo lancio è stato il terzo volo del B1088, che aveva precedentemente fatto volare le missioni Transporter 12 e NROL-126 da Vandenberg.
Il lancio e il rilascio dei payload
Il Falcon 9 è stato lanciato su una traiettoria sud-occidentale da Vandenberg. La partenza e la salita sono state nominali, così come la separazione e il rientro del primo stadio. La missione ha segnato la 445a missione per un Falcon 9 e la 27a missione SpaceX del 2025.
SPHEREx è stato rilasciato a T+41:56 minuti dalla partenza. I primi due satelliti di PUNCH sono stati rilasciati a T+52:16 minuti, gli ultimi due a T+53:07 minuti.
Deployment of @NASA’s SPHEREx Observatory complete, beginning the telescope’s two-year mission to collect data on more than 450 million galaxies and 100+ million stars in the Milky Way pic.twitter.com/Vpg4uMPhOu
— SpaceX (@SpaceX) March 12, 2025
I controllori di terra presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA in California, che gestisce SPHEREx, hanno stabilito le comunicazioni con l’osservatorio alle 5:31 italiane di oggi, 12 marzo. L’osservatorio inizierà la sua missione principale di due anni dopo un periodo di checkout di circa un mese, durante il quale ingegneri e scienziati si assicureranno che il veicolo spaziale funzioni correttamente.
Successivamente, i controllori di terra hanno stabilito la comunicazione anche con tutti e quattro i satelliti PUNCH. Ora PUNCH inizia un periodo di messa in servizio di 90 giorni in cui i quattro satelliti entreranno nella corretta formazione orbitale e gli strumenti saranno calibrati come un unico “strumento virtuale”, prima che gli scienziati inizino ad analizzare le immagini del vento solare.
Le due missioni sono progettate per operare in un’orbita bassa terrestre, eliosincrona, sulla linea giorno-notte (nota anche come terminatore) in modo che il Sole rimanga sempre nella stessa posizione rispetto al veicolo. Questo è essenziale per SPHEREx per mantenere il suo telescopio protetto dalla luce e dal calore del Sole (entrambi inibirebbero le sue osservazioni), e per PUNCH per avere una visione chiara in tutte le direzioni intorno al Sole.
SPHEREx: alla ricerca delle origini dell’Universo e della vita
SPHEREx è una missione progettata per eseguire una mappatura completa del cielo in luce infrarossa, con l’obiettivo di indagare le origini dell’Universo e cercare tracce di molecole organiche nello spazio. Il satellite analizzerà circa 450 milioni di galassie e più di 100 milioni di stelle all’interno della Via Lattea, fornendo una visione senza precedenti della struttura cosmica.
Uno degli obiettivi principali di SPHEREx è studiare l’epoca della reionizzazione, un periodo cruciale della storia dell’Universo, avvenuto circa 13 miliardi di anni fa, quando le prime galassie iniziarono a emettere radiazione e a trasformare l’idrogeno neutro in plasma ionizzato. Comprendere meglio questa fase aiuterà gli scienziati a ricostruire la formazione delle prime strutture cosmiche e a spiegare la distribuzione delle galassie nell’universo attuale.
Un altro aspetto chiave della missione è la ricerca di molecole organiche e acqua nelle regioni di formazione stellare. SPHEREx analizzerà la composizione chimica delle nubi interstellari e dei dischi protoplanetari, cercando gli ingredienti fondamentali per la formazione della vita. Questo studio sarà essenziale per comprendere meglio i processi che hanno portato alla nascita dei pianeti e, potenzialmente, della vita su altri mondi.
SPHEREx eseguirà osservazioni regolari ogni sei mesi, completando una mappatura in 3D dell’universo con una risoluzione mai raggiunta prima. I dati raccolti saranno fondamentali anche per future missioni spaziali, come il telescopio James Webb e altri strumenti che studiano l’evoluzione cosmica.
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PUNCH, per lo studio del vento solare e del suo impatto sulla Terra
La missione PUNCH è composta appunto da quattro piccoli satelliti che lavoreranno insieme per osservare la corona solare e il vento solare, il flusso costante di particelle cariche che il Sole emette nello spazio. Questo vento influenza l’ambiente spaziale attorno alla Terra e può avere impatti significativi sulle telecomunicazioni, sui satelliti e persino sulle reti elettriche terrestri.

PUNCH fornirà immagini dettagliate della corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, per capire come il plasma solare si propaga nello spazio interplanetario. L’obiettivo è creare un modello tridimensionale continuo dell’evoluzione della corona, dal momento in cui il plasma lascia la superficie solare fino alla sua interazione con il mezzo interplanetario.
Un aspetto cruciale della missione è lo studio delle espulsioni di massa coronale (CME), enormi esplosioni di particelle cariche che possono causare tempeste geomagnetiche sulla Terra. Questi eventi sono responsabili delle aurore polari, ma possono anche danneggiare le infrastrutture spaziali e terrestri. Comprendere meglio il loro comportamento aiuterà a migliorare le previsioni meteorologiche spaziali e a proteggere le tecnologie moderne.
PUNCH utilizzerà speciali polarimetri, strumenti capaci di analizzare la luce diffusa dal plasma solare, per ottenere misurazioni precise della sua velocità e densità. Le osservazioni saranno combinate con i dati di altre missioni, come la sonda Parker Solar Probe e il Solar Dynamics Observatory, per ottenere una visione globale dell’interazione tra il Sole e lo spazio interplanetario.