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La NASA ha presentato i piani operativi del telescopio Roman, ma il suo futuro rimane incerto

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Il 24 aprile 2025, la NASA ha presentato i piani dettagliati per i tre principali programmi di osservazione del Nancy Grace Roman Space Telescope, il prossimo osservatorio spaziale destinato a rivoluzionare lo studio dell’Universo su larga scala. Queste survey sono state progettate per affrontare alcune delle questioni più fondamentali dell’astrofisica moderna, tra cui la natura dell’energia oscura, l’evoluzione delle galassie e la popolazione di pianeti nella nostra e in altre galassie.

Roman, in fase di completamento e con il lancio previsto entro maggio 2027, combinerà un ampio campo visivo con la capacità di osservare in banda infrarossa, caratteristiche che gli consentiranno di eseguire campagne di mappatura cosmologica rapide e profonde. La definizione delle tre survey principali è il risultato di un processo di consultazione durato due anni e che ha coinvolto oltre 1000 scienziati da più di 350 istituzioni internazionali.

I tre programmi principali occuperanno fino al 75% del tempo osservativo della missione primaria, mentre il restante 25% sarà riservato a proposte scientifiche future della comunità. Roman si avvia così a diventare un punto di riferimento per l’osservazione cosmologica ad alta risoluzione e ad ampio raggio, estendendo e complementando le capacità di telescopi come Webb, Hubble ed Euclid.

Nonostante il progresso nella costruzione e nella definizione delle sue operazioni scientifiche, il progetto Roman è però oggi minacciato da incertezze finanziarie. I tagli proposti al budget scientifico della NASA per l’anno fiscale 2025, voluti dal Governo statunitense, potrebbero ridurre drasticamente i fondi destinati al progetto, mettendone a rischio la realizzazione o imponendo ritardi significativi.

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I programmi High-Latitude di Roman: esplorare l’universo lontano e dinamico

Due dei tre programmi principali del Roman Space Telescope saranno dedicati a survey ad alta latitudine, cioè in regioni del cielo lontane dal piano polveroso della Via Lattea, per osservare con chiarezza il cosmo profondo.

La High-Latitude Wide-Area Survey coprirà oltre 5000 gradi quadrati del cielo, combinando imaging multibanda e spettroscopia a bassa risoluzione. Grazie a queste osservazioni, Roman potrà rivelare oltre un miliardo di galassie e mappare la distribuzione della materia oscura attraverso l’analisi statistica della forma e della disposizione delle galassie.

Questo programma sarà fondamentale per studiare l’energia oscura e la struttura a grande scala dell’universo, oltre ad offrire dati utili per ricerche sulla formazione stellare, l’evoluzione galattica e la materia intergalattica.

Infografica che descrive l’High-Latitude Wide-Area Survey che sarà condotto dal Nancy Grace Roman Space Telescope della NASA. Credits: NASA’s Goddard Space Flight Center

La High-Latitude Time-Domain Survey, invece, monitorerà ripetutamente una regione di circa 18 gradi quadrati (una regione di cielo grande fino a 90 lune piene) per un periodo di due anni, permettendo di osservare eventi transitori come supernovae di tipo Ia, fusioni di stelle di neutroni e attività di nuclei galattici attivi.

I dati raccolti saranno cruciali per tracciare l’espansione dell’universo nel tempo e per studiare fenomeni dinamici su scale temporali di giorni e anni, offrendo una capacità di osservazione nel dominio del tempo senza precedenti.

Infografica che descrive l’High-Latitude Time-Domain Survey che sarà condotto dal Nancy Grace Roman Space Telescope della NASA. Credits: NASA’s Goddard Space Flight Center

Il Galactic Bulge Time-Domain Survey: osservare il cuore della Via Lattea

Il terzo programma principale sarà il Galactic Bulge Time-Domain Survey, rivolto verso il centro della nostra Galassia. A differenza delle survey ad alta latitudine, questa campagna osserverà il rigonfiamento centrale della Via Lattea, una regione densa di stelle, alla ricerca di eventi di microlensing gravitazionale.

Roman monitorerà sei campi osservativi per periodi di 72 giorni ciascuno, ripetendo osservazioni ogni 12 minuti.

Infografica che descrive il Galactic Bulge Time-Domain Survey che sarà condotto dal Nancy Grace Roman Space Telescope della NASA. Credits: NASA’s Goddard Space Flight Center

Questa strategia permetterà di scoprire migliaia di nuovi pianeti, compresi pianeti erranti (rogue planets) non legati a una stella ospite, e analoghi di pianeti come Giove o Saturno in orbite ampie. Inoltre, la survey renderà possibile la rivelazione di oggetti compatti come buchi neri di massa stellare e nane bianche attraverso il loro effetto di microlente su stelle di sfondo.

I dati raccolti consentiranno anche studi asterosismologici su milioni di giganti rosse, migliorando la comprensione della struttura interna e dell’evoluzione stellare. La combinazione di alta risoluzione spaziale, copertura temporale continua e sensibilità infrarossa farà del Galactic Bulge Survey uno strumento senza precedenti per esplorare la popolazione stellare e planetaria della Via Lattea.

Roman potrà davvero fare tutto questo?

Nonostante l’ambizione dei piani scientifici presentati, il futuro operativo del Nancy Grace Roman Space Telescope non è ancora pienamente garantito. La missione, concepita più di un decennio fa come priorità del Decadal Survey 2010, è oggi esposta ai rischi derivanti dai tagli al budget scientifico proposti per la NASA nei prossimi anni fiscali. In particolare, le incertezze sui finanziamenti, unite all’aumento generale dei costi di costruzione e integrazione, stanno mettendo sotto pressione l’intero programma.

Roman ha già superato diverse revisioni tecniche e ha completato la consegna della maggior parte dell’hardware di volo, entrando nella fase finale di assemblaggio e test ambientali. Tuttavia, decisioni politiche esterne al programma scientifico potrebbero ancora influenzarne il calendario e la disponibilità di risorse. Una cancellazione o un posticipo significativo della missione non solo ritarderebbe le osservazioni pianificate, ma lascerebbe anche scoperto un segmento strategico dell’astrofisica osservativa: quello delle survey a larga scala nell’infrarosso con capacità spettro-fotometriche di precisione.

Il rischio è particolarmente sensibile considerando che il telescopio Hubble sta progressivamente riducendo la sua operatività e che missioni come Webb e Euclid, pur eccellenti nei loro rispettivi ambiti, non sono progettate per eseguire survey rapide e ampie come quelle previste per Roman. La comunità scientifica internazionale ha ribadito l’importanza di portare a termine la missione, sottolineando che Roman rappresenta un elemento chiave per la prossima generazione di scoperte cosmologiche e planetarie.

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