La notte del 31 dicembre 2023 alle 22:55 italiane, durante i festeggiamenti di Capodanno, diversi osservatori sulla Terra e nello spazio hanno registrato un intenso brillamento solare. Si tratta del più potente avvenuto durante l’attuale ciclo solare, il ciclo 25 iniziato a dicembre 2019. Il Solar Dynamics Observatory della NASA ha catturato un’immagine dell’evento (in copertina).
Il brillamento ha generato una cospicua espulsione di massa coronale (CME, Coronal Mass Ejection), espellendo un’enorme bolla di plasma dalla corona del Sole che si è diretta verso la Terra. Ieri, martedì 2 gennaio, questa massiccia espulsione di plasma ha sfiorato la bolla magnetica che circonda il nostro pianeta. Potenzialmente, potrebbe generare una vera e propria tempesta geomagnetica, che influenzerebbe le comunicazioni e le infrastrutture elettriche.
Il brillamento di Capodanno
Il brillamento di Capodanno è stato classificato come X5.0, dove la classe X denota i brillamenti più intensi, mentre il numero fornisce maggiori informazioni sulla sua forza. È stato il più forte da settembre 2017, quando è stato rilevato un brillamento classificato come X8.2. All’epoca, lo Space Weather Prediction Center riferì che il brillamento era “probabilmente uno dei più grandi eventi radio solari mai registrati”.
La fonte del brillamento era una regione attiva del sole denominata NOAA 3536, che corrisponde a un gruppo di macchie solari chiamato NOAA 3514. La stessa regione ha lanciato un precedente potente brillamento solare, un brillamento X2.8, il 14 dicembre.
I brillamenti di classe X sono la classe più potente delle eruzioni di energia solare. La classe più debole è la B, la successiva più forte è la C, poi la M, poi la classe X. Un brillamento di classe C è 10 volte più potente di un bagliore di classe B, e un brillamento di classe X è almeno 1000 volte più potente di uno di classe B.
All’interno di ciascuna di queste classi, i brillamenti vanno in una scala da 1 a 9. Per la classe X, però, hanno il potenziale per andare oltre X9. Nel 2003, durante l’ultimo massimo solare, ovvero durante il picco dell’attività solare durante il ciclo solare 24, è stato visto eruttare dal Sole un brillamento X45, il più potente mai misurato.
Le conseguenze di questo brillamento
Il brillamento registrato a Capodanno, e in particolare l’espulsione di massa coronale da esso generata, ha il potenziale per innescare una tempesta geomagnetica minore, o G1. Tempeste come questa hanno la capacità di causare deboli fluttuazioni nelle reti elettriche e potrebbero avere impatti minori sulle operazioni satellitari. Oltre a questo, le tempeste geomagnetiche G1 possono dare origine a bellissime aurore polari.
Mentre i brillamenti di classe B o C sono troppo deboli per essere notati sulla Terra, i brillamenti di classe X possono causare impatti più evidenti. Per esempio tempeste di radiazioni, che possono colpire i satelliti e fornire piccole dosi di radiazioni ai passeggeri degli aerei che volano vicino ai poli. La NASA ricorda che possono anche causare problemi di trasmissione globale, nonché nel peggiore dei casi, blackout molto estesi, anche a livello mondiale.
Si prevede che l’attività solare e le CME diventeranno sempre più comuni nel 2024, mentre il Sole continua attraverso il ciclo solare 25.
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