Ieri sera, 5 novembre 2023, tra le 18 e le 19 i cieli italiani si sono improvvisamente colorati di sfumature rosa e rosse. Si è trattato di un’aurora polare, un fenomeno raro a latitudine così basse, perché di solito visibile quasi esclusivamente nelle regioni polari.
In tutto il Paese, astrofili e astronomi hanno fotografato l’aurora che ha tinto di rosso il cielo dopo l’imbrunire.
Oltre all’Italia, il fenomeno è stato osservata anche in altre parti d’Europa, come Slovenia, Romania e Austria e Inghilterra.
Perché avvengono le aurore boreali?
Il fenomeno aurorale avviene a causa dell’interazione del campo magnetico terrestre con il vento di particelle cariche provenienti dal Sole, o vento solare. Solitamente questo genera aurore polari nelle zone circostanti i poli della Terra: boreali se nell’emisfero boreale, australi se in quello australe.
Il campo magnetico terrestre, infatti, convoglia le particelle cariche provenienti dal Sole verso le regioni polari, dove si concentrano. Quando queste particelle cariche entrano in contatto con l’atmosfera terrestre, interagiscono con gli atomi e le molecole nell’alta atmosfera, causando la loro eccitazione. Quando queste particelle eccitate rilasciano energia, lo fanno sotto forma di luce visibile, generando le aurore.
Poiché il campo magnetico terrestre guida le particelle cariche verso i poli, le aurore si verificano principalmente in queste regioni, generalmente al di sopra del 50esimo parallelo. Tuttavia, in rari casi di forte attività solare, le aurore possono essere visibili anche a latitudini più basse, più vicine all’equatore.

Perché questa aurora è arrivata all’Italia?
L’aurora polare vista ieri dall’Italia è stata originata a seguito di un evento noto come espulsione di massa coronale (Coronal Mass Ejection, CME) del Sole. Si tratta di una violenta esplosione di materiale e plasma dalla corona solare, spesso associata a eruzioni solari, che può influenzare il clima spaziale e le comunicazioni sulla Terra.
L’evento è stato in realtà duplice. Dopo una CME avvenuta sabato 4 novembre, ha fatto seguito una nuova CME più intensa della precedente. Questo secondo evento ha inviato un vento solare molto intenso in direzione della Terra, e determinato perciò una tempesta geomagnetica durata molte ore.
Il cosiddetto ovale aurorale, la regione di interazione delle particelle energetiche provenienti dal Sole con atomi e molecole dell’atmosfera terrestre, si è allargato fino a comprendere latitudini molto basse, come 30 gradi Nord.
Le tempeste geomagnetiche spaziano dalla classe G1 (la più debole) alla classe G5 (la più forte). In genere gli effetti di quelle più deboli sono limitate alle latitudini più elevate, dove è appunto più facile osservare le aurore polari, tuttavia quelle più intense possono far manifestare il fenomeno ottico anche a latitudini inferiori. L’aurora boreale visibile ieri in Italia è stata generata da una tempesta geomagnetica di classe G2.
Perché era rossa e non verde?
Le aurore polari si presentano tipicamente come bande luminose verdi, essendo il risultato dell’interazione a diverse altezza in atmosfera tra il vento solare, composto principalmente da elettroni, e le molecole di ossigeno.
Tuttavia, quando le particelle solari hanno un’energia molto elevata, possono eccitare gli atomi di ossigeno a un livello energetico più alto, che produce luce rossa. Questo accade più frequentemente a latitudini più basse, dove l’atmosfera è meno densa, consentendo alle particelle di mantenere una maggiore energia.
Di conseguenza, le aurore rosse sono più spettacolari e visibili a latitudini inferiori, mentre le aurore verdi sono predominanti a latitudini più alte.

Sì, è in corso un’altra tempesta geomagnetica
Lo spettacolo di ieri è stata una bella sorpresa per tutti. Tuttavia, possiamo aspettarcene altri di simili. L’attività solare sta aumentando sempre di più, a mano a mano che il Sole si avvicina al massimo del suo ciclo di 11 anni, previsto per il 2025.
All’aumentare di questa attività, aumentano gli eventi di CME, e di conseguenza la probabilità di essere investiti da tempeste geomagnetiche. Proprio oggi ne è in corso un’altra, mentre la precedente era stata osservata nei cieli tra il 25 e il 26 settembre, quando aveva raggiunto ugualmente latitudini molto basse. Era stata visibile anche nell’area dolomitica in Italia.
Secondo gli esperti, è difficile prevedere se in questi giorni il fenomeno si ripeterà, seppur con intensità minore. In passato, tempeste solari molto intense in cicli solari precedenti hanno dato origine ad aurore visibili quasi fino all’equatore. Un esempio è la tempesta solare del 13 marzo 1989, un altro quella di Halloween nel 2003.